Serra San Bruno è la città della Certosa di San Bruno, nel cuore delle montagne vibonesi, riconosciuta ormai in tutto il mondo per il fervido culto del Santo di Colonia che la fondò. Eppure, non manca la devozione a San Biagio, patrono, ricordato ogni 3 febbraio.

Vi è nella cultura culinaria serrese, un dolce tipico a lui dedicato: l’abbaculu.

Si chiama così perché rievoca la forma del pastorale, infatti San Biagio era Vescovo e la statua presso la Chiesa Matrice di Serra lo raffigura con in mano appunto il classico bastone vescovile e poi il pettine, segno del suo supplizio da martire.

L’abbaculu viene preparato nelle case dei serresi da secoli, per essere poi benedetto al pomeriggio del 3 febbraio in Chiesa durante la tradizionale “benedizione degli abbaculi”.

Viene preparato in due modi: o come biscotto (la “pastetta”) oppure come “nzullo” (alle mandorle).

Vediamo qui la ricetta della pastetta.

1kg di farina, 5 uova, 1 bustina di lievito per dolci, 1 bustina di ammoniaca per dolci, 1 bicchiere di latte, una tazza di zucchero, 1 bicchiere di olio, buccia di limone grattuggiata. Si impasta tutto come fosse una classica pasta frolla, dando poi la forma di pastorale (somigliante a un punto interrogativo), puntellando poi con una forchetta la superficie. Ora, se si vuole, si può decorare con mandorle o confetti.  Poi basta infornare a 180° per 20/25 minuti a forno statico. L’abbaculu è cosi pronto per essere benedetto e mangiato.

CURIOSITÁ

Era tradizione che il biscotto, una volta benedetto, venisse spezzato in due parti: la parte diritta rimaneva alla donna, mentre quella ricurva veniva restituita al promesso sposo. Una sorta di San Valentino anticipato, una sorta di augurio alla fecondità della futura coppia.