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La realizzazione di un Istituto Superiore Regionale intendeva concretizzare l’esigenza di avere un preciso punto di riferimento per le nuove generazioni e di essere nel contempo catalizzatore per la conservazione di un nobile patrimonio linguistico e culturale.

Le finalità non sono cambiate, ma ad un certo punto la Regione Calabria, alla quale si rapporta l’Istituto, decide di trasformarlo in Fondazione – Istituto per i Greci di Calabria. Stessa sorte per gli analoghi Istituti per i Provenzali e gli Albanesi

Il Commissario per la Fondazione, Nino Spirlì annuncia la propria volontà di entrare in scena con intenzioni concrete per far partire un Istituto che può svolgere un ruolo importante in ambito culturale con ricadute in campo economico. Ha dato prova di concretezza quando, si è trovato, da solo, alla guida della Regione Calabria, a doversi fare carico di decisioni importanti.

La sua visione si presenta subito pragmatica: si insedia, in Novembre, e già pensa ad un programma europeo (l’UE è molto attenta alle culture minoritarie in generale) un programma per un vocabolario che alle parole e relativi significati affianchi i suoni, far sentire come le parole si pronunciano, un audio-vocabolario insomma perché la pronuncia non si perda. Sembra volersi trasferire in pianta stabile nella nostra area. Ha fatto una buona impressione e un’altrettanto buona dichiarazione di intenti.

Siamo di fronte alla nostra (n+1)esima chance. Certo è che trent’anni sono troppi e attraversano tutte le governance politiche che si sono succedute. Decenni per una legge regionale, decenni per arrivare ad un primo CDA mai partito per mancanza delle condizioni, poi un secondo CDA per arrivare alla stessa conclusione, cioè nulla.

Intanto trent’anni perduti per salvare una cultura della quale è intrisa la nostra società.

L’Istituto era nato per salvaguardare e promuovere un patrimonio culturale di inestimabile valore, invece langue nell’indifferenza.

E’ andato avanti durante tutti questi anni, dal 15 maggio 1992, poggiando sul volontariato, è stato meta di visitatori, soprattutto greci, affascinati da una lingua, quella greco-calabra, che resisteva, ma di concreto poco.

Questa struttura era nata  dall’intento comune di perseguire i seguenti obiettivi specifici:

– ricerca e recupero del patrimonio linguistico-culturale e architettonico del territorio interessato;

– formazione ed aggiornamento didattico del corpo docente per l’insegnamento del greco di Calabria;

– istituzione di corsi di lingua e cultura greco-calabra da attuare annualmente a favore della popolazione scolastica del comprensorio ellenofono;

– costituzione di una biblioteca specializzata, avente particolare riguardo al recupero e alla conservazione dei testi in lingua greco-calabra e neo-greca;

– costituzione di un centro-archivio per la conservazione del materiale di ricerca linguistico-letteraria, canoro-musicale, etc.

– costituzione di un centro audio-visivo riguardante l’aspetto antropologico, sociale, economico, storico, artistico, architettonico, ambientale e folcloristico;

– costituzione di un centro editoriale per la stampa e la pubblicazione di materiale didattico e di ricerca per la diffusione e la fruizione della cultura ellenofona;

– promozione ed attività culturale mediante convegni, seminari, mostre, etc;

– potenziamento degli scambi socio-culturali con la Grecia

innanzitutto benvenuto a Bova Marina e benvenuto nel ruolo di  Commissario della Fondazione Istituto per i Greci di Calabria.

L’arrivo del Commissario Nino Spirlì, a cui diamo il benvenuto e l’augurio di buon lavoro, si colloca in una lunga storia  che ha origini nel 1992 quando, in un momento di grande fermento sulla necessità di difendere e promuovere una lingua e una cultura considerate un vero miracolo di sopravvivenza, il Comune di Bova Marina, sindaco Leonardo Rodà, assessore alla cultura me medesimo, decide di mettere a disposizione un’area, adiacente e senza soluzione di continuità con il Municipio, per costruire un edificio destinato ad essere luogo di studio, confronto, approfondimento, richiamo, per studiosi ed appassionati di tutto il mondo e dell’Area greco-calabra.

La disponibilità spiazza tutti – ovviamente altri avrebbero voluto nel loro comune una simile realizzazione – e riceve simultaneo accoglimento da parte dell’assessore alla cultura pro tempore della Regione Calabria dott. De Marco.

Si utilizza una legge regionale che consentiva l’ampliamento del Municipio, un’escamotage per arrivare all’obiettivo.

Il Comune di Bova Marina mette in campo le migliori risorse, si affida ad un architetto cultore e conoscitore dell’area greco-calabra, Antonia Francesca Casile, ed altri. Un anno, e il 15 maggio 1993 l’Istituto, completato, arredato, corredato in modo avanzato con un auditorium attrezzato per la traduzione simultanea, viene inaugurato alla presenza del sottosegretario di Stato per l’Interno Antonino Murmura, dell’ambasciatore greco a Roma Ghennadiou e altre autorità.

Un impegno pratico e morale agli occhi del mondo.

Grandi attese e grandi speranze, gli anni passano, gli scambi con la Grecia aumentano, gli inviti per partecipare a convegni si susseguono, l’entusiasmo sale alle stelle, l’esistenza di una antica lingua greca che dalla notte dei tempi era giunta fino a noi, commuove le migliaia di greci che pullman dopo pullman giungono fino a noi, vengono ricevuti nell’Istituto (personalmente ne ho ricevuto quasi 4000 ma molti altri non si rivolgevano a me che ero continuamente contattato dai tour operator e da associazioni private), portano libri, alimentano l’entusiasmo. Proliferano le associazioni che si aggiungono a quelle storiche, piovono i gemellaggi, solo Bova Marina è gemellata con Velvendò nella Macedonia greca e con Ymittos nell’areale di Atene, gemellaggi gestiti dallo scrivente.

Devo dire che per tanti anni ho mantenuto i contatti con la Grecia partecipando a mie spese ad iniziative culturali, parlando delle peculiarità greco-calabre del nostro territorio, coinvolgendo soggetti istituzionali quando mio tramite arrivavano inviti. Ho fatto partecipare un gruppo di Amministratori e di giovani sportivi dell’Area in occasione della preparazione alle Olimpiadi di Atene, ho fatto aderire il Comune di Bova Marina all’Associazione greca Amfizionia che raggruppava i Comuni mediterranei gemellati con comuni greci, ho partecipato con la mia Associazione UTE-TEL-B (Università per la Terza Età e per il Tempo Libero della Bovesìa) per tre anni consecutivi al meeting che si teneva a Rodi con la partecipazione  di tutte  le associazioni della terza età greche.

L’elenco è smisurato, ma vale la pena accennare al coinvolgimento degli alunni dell’Istituto secondario di primo grado, dove insegnavo, che hanno potuto incontrare ad Atene coetanei di ben quattro scuole in otto giorni grazie ad un sapiente uso che ho fatto di ben nove POR regionali.

Devo dire che all’epoca l’assessore alla cultura della Regione Calabria era proprio, l’attuale sindaco di Bova Marina, l’on. Saverio Zavettieri, il quale, consapevole delle difficoltà di attuazione dei suddetti POR, aveva inviato i suoi collaboratori con funzione di stimolo e facilitazione. Intento riuscito visto che si è evitato che facessero la fine i tanti progetti europei/regionali..

A POR approvati tutti erano pronti a partire, dato che era tutto pagato, ma quando poi c’era da mantenere le relazioni, la memoria vacillava.

Questo inciso, molto, ma molto sintetico e sommario non per vanagloria ma per dare un’idea dell’impegno che c’è stato nell’Area greco-calabra anche per merito di altre poche vere associazioni che si sono veramente prodigate; mi riferisco a quelle nate per operare e non … per catturare contributi.

Proliferano le associazioni dicevo, ma aumenta la rissosità, pare per credenza diffusa che sia connaturata con l’essere greci, “una faccia, una razza“, dicono.

Proviamo a mettere assieme tutte queste associazioni, quasi tutte tranne una, nasce il C.C.C. (Centro di Coordinamento del Calabro-greci); per pochi anni ci riusciamo, poi per la scarsa motivazione, entra in stand by e lo è tuttora.

Gli anni passano, le governance alla Regione si alternano ma tarda la legge regionale che regoli il settore minoranze e l’Istituzione dell’Istituto – e  gli altri similari per Albanesi e Occitani – che nell’ideazione originale doveva essere l’Istituto Regionale Superiore di Studi Calabro-greci, acronimo IRSSEC, che poi diventa una Fondazione.

Ma che succede nell’attesa?

L’edificio c’è, la giunta nomina un coodinatore, il primo l’assessore alla cultura pro tempore Elio Cotronei, grande disappunto per gli altri aspiranti. Non è un esperto della lingua, ecc. ecc. Come se il dirigente del liceo classico deve essere un esperto di greco, latino, ecc. e il dirigente del liceo scientifico deve essere un esperto di matematica, fisica, ecc. Chiaramente si confondono le capacità manageriali con le competenze culturali specifiche.

Intanto in questo periodo la Regione Calabria promuove una ricerca su tematiche di alto livello coinvolgendo tutte gli istituti di ricerca calabresi che di solito fanno capo alle università. Riusciamo a farci inserire nel novero degli aventi diritto e produciamo una corposa e importante ricerca che fa il punto su quanto si sa sulla Vallata del San Pasquale e sulla presenza ebraica in Calabria, in perfetta sintonia con la scoperta nel periodo precedente dei resti di una sinagoga proprio in quella vallata  che risuona della lontana presenza anche di greci e romani.

Cambia il Sindaco e per normale avvicendamento il coordinatore dell’Istituto diventa il prof. Filippo Violi noto studioso dell’area che pubblica per l’Istituto dei quaderni di cultura calabro-greca. Per informazione il Violi, purtroppo deceduto prematuramente, ha lasciato un patrimonio di studi e pubblicazioni personali che danno una informazione esaustiva su quanto si sa sui greci di Calabria: dizionari, antologie,  storia, etimologie e via dicendo.

Dopo di lui il Prof. Pasquino Crupi, noto scrittore, politico, ecc.

Nel suo periodo vengono pubblicati i quaderni del prof. Pasquale Casile

E poi un susseguirsi di Commissari, revisori dei conti (?), ecc. che richiedono un compenso per il servizio prestato; si fa per dire.

Ad un certo punto, un’illusione di svolta.

Si individua un presidente, il Dirigente scolastico Vincenzo Mandalari, per costituire il CDA della Fondazione, si convocano le Associazioni iscritte all’Albo regionale perché esprimano un loro rappresentante, viene individuato lo scrivente. Ci convocano a Catanzaro per l’atto notarile, proviamo a far partire questo CDA, ma mancano gli altri rappresentanti e in particolare quelli della Regione, manca l’accreditamento dei fondi destinati alla Fondazione, in sostanza manca il necessario per una qualsivoglia attività e … passano i tre anni previsti e … il CDA decade.

Passa altro tempo, un anno? Si trova come presidente il sindaco di Bagaladi, ing. Monorchio, cognato del sindaco pro tempore di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, e plurinominato in tanti organismi – che cosa possa  fa per prima cosa non si sa –  anche lui si lamenta dei ritardi nelle nomine dei rappresentanti della Regione e minaccia di abbandonare tutto. Questa volta una novità: vengono accreditati i fondi presso la Banca Carime di  Lamezia Terme. L’intestatario del conto è l’Istituto Regionale Superiore di Studi Elleno-Calabri;  se hanno cambiato la denominazione dell’intestatario del conto da Istituto a Fondazione, non lo so,  se è stata depositata la firma del nuovo legale rappresentante presso la Banca, non lo so.

La Banca invia gli estratti conto in una sede dove non c’è nessuno a ricevere la posta con grande disorientamento del Portalettere  che conosceva solo me  per via dei trascorsi. Ovviamente informo della situazione ed indico il presidente pro tempore a cui dovrebbe essere inviata la corrispondenza.

Ma l’accreditamento presso la banca perché, se … non si viene a capo di niente? Domanda apparentemente retorica. E proprio questo conto scioglie il mistero quando si apprende che, oltre a commissari e revisori menzionati viene nominato un commissario ad acta per … liquidare commissari e revisori che, naturalmente immagino, premevano per  essere pagati. Qui parlano i numeri e … spiegano la solerzia.

Al 31 dicembre 2015 risultano 502.724,72 €, ma la somma iniziale credo fosse  di più. Da questo momento inizia la discesa: spese di gestione e tenuta conto, ritenute fiscali, spese per invio comunicazioni, imposte di bollo, commissioni su bonifico, compensi ai commissari e ai revisori, ecc. ecc

Siamo arrivati al dunque.

Dal 15 maggio 1993 ad oggi, circa 30 anni e sei mesi. Ma nel frattempo che ne è della struttura, di proprietà del Comune, nata per ospitare l’Istituto fantomatico? I locali sotto il  piano terra ospitano un museo del Comune relativo alle tradizioni popolari; era museo laografico, ora, visto che chi arriva cambia nomi, non lo so.

Vale la pena descrivere l’Istituto concepito con intelligenza da una professionista, l’Arch. Antonella Casile, ma anche con amore per essere anche impegnata nella difesa di lingua e cultura dei Greci di Calabria.

Al  piano terra lo splendido auditorium, a quell’epoca uno dei pochi in Calabria  attrezzato per conferenze multilingue, la sala per le riunioni, la presidenza e la segreteria.

Al secondo piano la grande biblioteca e tre aule attrezzate lezioni, incontri, ecc.

Dal 1993 ad oggi 6 sindaci e quattro commissariamenti, di cui uno, costituito da una triade,  per infiltrazioni.

Durante la sua Amministrazione il Sindaco protempore, una meteora 2002-2003, ha l’idea di sfondare il grosso muro di separazione al primo piano, mettere una porta per entrare nell’Istituto, insediandosi là dove era prevista l’ampia Biblioteca che veniva divisa da una parete. Un’appropriazione d’uso prodroma di altre. E così a poco a poco tutto l’arredo, tavolo per le riunioni, armadi, poltroncine – queste per maggiore conforto nella seduta dei dipendenti che a poco a poco se ne appropriano  – passano dall’altra parte e finiscono in rapida usura.

Come  riemergere? Qui la resilienza – pessima parola – non basta.

Ci vuole consapevolezza e volontà.

Dopo l’11 settembre, gli americani,  in sei anni, hanno costruito un grattacielo di 541 metri pari a 1776 piedi che corrisponde all’anno della dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti.

Noi in quanto tempo riusciremo a far partire questo Istituto?

Perché fino ad ora tutto quello che si è fatto è stato a livello di volontariato per evitare che fosse un contenitore vuoto delle iniziative a cui era destinato.

Eppure tanto si poteva fare per farlo diventare un polo di ricerca, coordinare iniziative per difendere un patrimonio linguistico-culturale che da risposte a ciò che siamo, alle parole che usiamo, alla nostra onomastica, ai toponimi che ci riguardano.

Per inciso nell’elaborazione della toponomastica cittadina alla quale ho contribuito con più amministrazioni, curandone personalmente la mappa con tutti i nomi delle vie, abbiamo inserito i nominativi di quanti hanno avuto un ruolo importante per lingua e cultura greco-calabra. Com’è noto c’è la traslitterazione in greco dei nomi delle vie.

Considerata la sensibilità dell’UE nei confronti delle minoranze, ove si consideri che uno dei presupposti dell’Istituzione europea è il rispetto delle diversità dei popoli che la formano, tanto si poteva fare con appositi progetti europei alimentando i fondi esistenti messi a disposizione una tantum dalla Regione.

È da anni che proviamo a evidenziare l’importanza dell’Istituto, come elemento di riferimento per l’intera Area ellenofona, come attrattore turistico culturale, come difesa dell’identità dei luoghi, come polo di resistenza rispetto agli impietosi processi di omologazione che rendono i luoghi indifferenti, per la difesa delle tradizioni e della loro diversità. innestandoli opportunamente nella modernità.

Ma tutto questo lo svilupperò prossimamente in un’altra riflessione.

E soprattutto cercheremo di capire che cosa impedisce il decollo di un comune a cui non mancano i presupposti locali; che cosa lo mette in perenne stand by nella sua vocazione turistico-culturale sempre sbandierata