NATO, acronimo di North Atlantic Treaty Organisation. Motto: “Aninus in consulendo liber” cioè “Una mente libera nel prendere decisioni”. Nasce il 4 aprile 1949.

Bel proposito. quando le decisioni si prendono insieme, ipocrisia se le decisioni le prende un membro e gli altri si … allineano per essere … coesi. Un tempo c’erano i servitori che viaggiavano in piedi su un apposito predellino dietro la carrozza del padrone, oggi è cambiata la forma ma la sostanza resta.

Per gli interessati il motto, riportato nel quartiere generale della NATO a Bruxelles nella parete della Sala del Consiglio, è tratto dall’opera dello storico romano Sallustio “De Catilinae coniuratione”.

Nel 1999 la Polonia, nel 2003 l’Estonia, nel 2004 Lituania, Lettonia, Romania, Bulgaria, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, entrano nella NATO dopo la fine dell’Unione Sovietica, di cui facevano parte, e del Patto di Varsavia che sanciva un’alleanza simmetrica alla NATO. Parimenti questi Paesi entrano nell’Unione Europea.

Per inciso soltanto quattro Paesi dell’UE non sono nella NATO: Austria, Irlanda, Cipro, Malta

Finisce la Guerra fredda, l’URSS e il Patto di Varsavia finiscono … la NATO continua.

Non succede nulla.

I governi che si sono succeduti in Ucraina non ritengono di aderire né alla NATO, né all’UE. Presumibilmente all’epoca delle altre adesioni l’allora presidente sapeva in che guai si sarebbero cacciati alterando l’equilibrio geopolitico esistente. Chi non si vuole fermare in superficie approfondisca la storia dell’Ucraina specie degli ultimi 10-12 anni. Una storia tormentata interessata da proteste di piazza, governi caduti o fatti cadere, governi ad interim, milizie estremiste impiegate per reprimere rivendicazioni all’autodeterminazione dei popoli di Sud, non certo di tutto riposo. Infine la strategia che porta all’attuale presidente che bisognava che fosse favorevole. E qui cominciano i problemi!

Ma questi eventi significativi, gli strateghi della comunicazione non li approfondiscono. Fatelo voi utilizzando i link predisposti, ma non limitatevi a quelli da me suggeriti, cercatene altri, leggete diverse fonti perché il web è pieno di false notizie e propaganda becera.

Bisogna ricordarsi che l’esercizio democratico consapevole, la libertà, tanto sbandierata, di scelta, passano dalla conoscenza. Senza conoscenza o affidandosi alle informazioni, sempre di parte, si è solo succubi, manipolati, pensiero unico subalterno, non cittadini democratici. Mai c’è stato tanto “non pensiero”.

Che rappresenta l’Ucraina per la Russia?

E il ruolo degli Stati Uniti?

Un’altra informazione: l’Ucraina per estensione è quasi il doppio dell’Italia, ha circa 44 milioni di abitanti (in forte calo dopo l’indipendenza dall’Unione Sovietica quando erano 52 milioni), di cui 11 milioni di russi, con altissima percentuale in prevalenza nel sud e nelle città industriali dell’Est.

A questo punto, la domanda: ma perché per l’Ucraina si sono riscaldati gli animi? Non avranno gli Ucraini il diritto alla tanto sbandierata autodeterminazione? E anche: Non avranno gli Ucraini separatisti delle aree del Don Bass il diritto di scegliere da che parte stare?

Che cosa differenzia l’Ucraina da tutti quei paesi dell’ex blocco sovietico? che cosa ha che gli altri non hanno?

In sostanza dietro la guerra in nome della democrazia, della libertà,…. che c’è?

Risposta secca, brutale: “Il malloppo”. Ve lo presentiamo in cifre.

Risorse minerarie 42% del Prodotto Interno Lordo – PIL – 60% dei preventi dell’export . 

Il valore delle risorse minerarie ucraine è stato stimato in 7,5 trilioni di dollari.  (N.B. 1 trilione è 1 seguito da … 18 zeri, come dire un miliardo di miliardi!)

Petrolio 135 milioni di tonnellate (Dnipro- Donetsk), zona dei separatisti filorussi

Gas naturali 1,1 trilioni di metri cubi (Dnipro- Donetsk), 1,1 miliardi di miliardi!

 Il gas neon, utilizzato per i microchip, proviene per il 90 per cento dal Donbass. L’azienda leader Iceblick è stata fondata 32 anni fa a Odessa, dove “produce il 65 per cento di tutto il neon del mondo ed è fornitrice privilegiata della Silicon Valley USA”.

Giacimenti di gas nel mare d’Azov e sulla terraferma, dove vi sono depositi di rocce bituminose dalle quali si estrae il gas di scisto (Tipo di gas metano ricavato dalle rocce, mediante perforazioni orizzontali e fratturazioni idrauliche.)

Manganese 2,26 miliardi di tonnellate la più grande riserva d’Europa nel bacino del Dnipro

Ferro 30 miliardi di tonnellate, 6% del totale

Grafite 20% delle risorse mondiali

Titanio e ilmenite 20% del mercato mondiale, prima in europa per riserve

Sali di potassio 2,5 milioni di tonnellate nel Donbass

Caolino 18% del mondo

Metalli rari considerati terre rare, 17 : Berillio, litio, niobio, zinconio, ecc la più grande riserva europea. Dall’economia rinnovabile a quella militare e aerospaziale, passando per il commercio di auto elettriche, la fibra ottica e la produzione di smartphone: le terre rare sono indispensabili per l’economia mondiale del presente e del futuro.

Carbone 10 miliardi di tonnellate nel Donetsk

Uranio e titanio prima in Europa per riserve

Il granaio del mondo tra il 12 e il 16% della produzione mondiale

E, per metterci un pizzico di ironia, prendendo a prestito l’interrogativo di un comico sardo,

CAPITO, MI AVETE?

Altrimenti perché spenderebbero miliardi di dollari in armamenti e addestratori alla guerra? Come se non bastasse, con la crisi energetica determinata, paghiamo tutti.

E poi ci saranno le spese per la ricostruzione e già tanti si sfregano le mani.

E, per ultimo, ma in verità al PRIMO POSTO perché non ha prezzo, non ha equivalente né in dollari, né in euro, né in rubli, il dispendio di vite umane dei contendenti diretti, non di quelli che stanno a casa al sicuro , tanto la guerra la fanno per procura gli altri, naturalmente in nome della democrazia, della libertà, del diritto di autodeterminazione, della difesa dei valori comuni, dell’Europa.

Poi al momento opportuno – quando? – allungheranno le mani sul bottino che fa moltissima gola. Sempre in nome della libertà.