Nella foto di copertina è rappresentata la piattaforma trasparente sporgente al 100°piano del grattacielo The Edge a Manhattan-NYC-USA.

Guardando da quel cristallo si vedono sulla verticale, cento piani più in giù, i passanti.

La prima considerazione esistenziale è “quanto siamo piccoli”, poi penso che non solo siamo piccoli ma viviamo il tempo di un battito di ciglio rispetto all’eternità.

E ancora, “in quest’attimo facciamo cose egregie, sicuramente, ma anche tanti, ma tanti errori, per usare un eufemismo

Il primo è quello di non decidere e, lasciando che gli altri decidano, anche di rovinarci la vita decidendo per noi.

Circa il 40% degli italiani sceglie di donare l’8 per 1000. Si può scegliere di donarlo, allo Stato o a uno dei 12 Enti religiosi che risultano al Ministero della Finanze, per finalità ben precisate.

Succede che molti, appartenendo a categorie che non sono tenute a presentare la dichiarazione dei redditi, come un gran numero di pensionati e di lavoratori dipendenti, non fanno alcuna scelta – e potrebbero farlo presentando un apposito modulo – e sono circa il 60%.

Ma quali sono le scelte? Anno 2017 per esempio: il 78,50% alla Chiesa Cattolica; il 15,65% allo Stato; il 3,13 alla Chiesa Valdese; tutti gli altri Enti religiosi sotto l’1%.

A questo punto si potrebbe pensare che il mancato 8 per mille da donare resti nelle casse dello Stato. Troppo facile. Il 60% non ha scelto? Indifferenza o altro? Bene! Un marpione di politico – pace all’anima sua (Lascio come esercizio di trovarne il nome) – ha pensato, molti anni orsono, con una apposita leggina, di decidere per loro. Ha stabilito infatti di far erogare l’8 per mille del 60% dei contribuenti che non hanno scelto agli Enti che sono stati scelti dagli altri contribuenti ( il 40%). Per cui il non donato va al 78,50% alla Chiesa Cattolica, al 15,65% allo Stato, al 3,13 alla Chiesa Valdese, e così via..

E così, a loro insaputa, altri hanno deciso per loro.

I fenomeni dell’indifferenza, della .rassegnazione, della sensazione di impotenza, è da anni che fanno proseliti.

Molti reagiscono allo stato di insoddisfazione, al sentimento di condanna per quanto non va assolutamente bene, semplicemente estraneandosi, in sostanza non decidendo più, e così perdono l’ultimo strumento di resistenza o di cambiamento che hanno.

Ritengono anche di manifestare così dissenso verso la classe politica e le Istituzioni.

Non sanno invece che il loro estranearsi facilita certi successi in quanto alcune coalizioni possono contare sempre su una base stabile, a volte oscillante dall’uno all’altro componente della coalizione medesima, garantendone il successo che così è indisturbato in quanto chi non vota non fa niente per far pendere la bilancia dall’altra parte.

Ma anche se nessun partito soddisfa pienamente, perché non riesce a dare tutte le risposte alle attese – e come potrebbe! – ci sarà sempre il meno peggio? o no?.

Intanto una coalizione si impadronisce del potere con una maggioranza che di fatto non rappresenta la maggioranza degli italiani ma solo quelli che hanno fatto una scelta votando -poco più della metà- con il risultato che una minoranza, rispetto ai potenziali elettori, governa il Paese. E rappresenta più o meno poco più della maggioranza necessaria.

E, tralasciando questo status, si beano per essere stati legalmente eletti. Ci mancherebbe altro!

E di poteri ne ha chi governa, visto che in poco tempo ha rimpiazzato i vertici, delle istituzioni e delle aziende, di nomina governativa, con fedelissimi, addirittura interrompendo nomine ancora operative con … apposite leggi, qualcuno dice ad personam.

Ma questi poteri, che ritengo siano già troppi, pare che non bastino, ora ambiscono al presidenzialismo in modo gattopardesco per non cambiare nulla.

Ora non mi pare che dove ci sono o ci sono stati i presidenti eletti dal popolo – Putin, Erdogan, Biden, Trump, Macron, ecc.- le cose vadano meglio.

Bel modo hanno – quelli che non decidono – di dissentire dalla istituzioni!

Ritengo che è il Parlamento che vada riformato, le leggi elettorali cambiate perché consentano una reale scelta dei rappresentanti, i cambi di casacca vanno regolati ( se sei stato eletto perché eri in quel partito, se non ti va più bene te ne vai a casa non migri in un altro partito, aspetti la nuova tornata elettorale), i meccanismi di funzionamento delle Istituzioni, i poteri dei burocrati, e via dicendo.

Una persona sola al comando ha solo più probabilità di sbagliare di più,.

E poi con tutti problemi – lavoro, sanità scuola, migranti, PNRR, autonomia differenziata, ecc., il Presidenzialismo è la priorità?

O è un distrattore dalla decisioni di restaurazione che si vanno prendendo a iosa, per farle passare inosservate?

Ma alla fine scegliere non è tanto difficile, basta appoggiarsi a quelle forze politiche dalla quali hai la speranza – mai la certezza, gli uomini sono difettosi – hai la speranza, dicevo, che si realizzino i tuoi desiderata.

I campi sono ben delineati. Un campo per costituzione deve operare per ridurre i privilegi, accorciare le disuguaglianze, garantire libertà di parola, di pensiero, di amore, tendere ad una società più rappresentata e evoluta, costruire la democrazia dal basso.

Il campo contrapposto opera per aumentare i privilegi, limita e condiziona il pensiero, marginalizza e rifiuta i diversi, ha un concetto centralista e preistorico della società, al potere è un tarlo che erode dall’interno la democrazia con metodi a volte raffinati e impercettibili.

Non è difficile andare ad escludendum optando per la speranza.

Il rifiuto a priori non restituisce risultati, anzi affoga la speranza