Prologo senza  prediche e senza pulpiti    

Anni su anni di mal frequentazioni da un lato, dall’altro  disusato  in ottemperanza, una volta tanto  sia concesso il buro-termine, a imperativi  da eschimo sessantottino  sbandierato baldanzosamente  a ogni angolo di aula dalla popolazione   universitaria di quell’era, anch’essa glaciale, propensa con qualche rara eccezione, se ne trova sempre a cercarle, a  livellarsi,auto, verso un est  senza modus e meno che mai  in  rebus, così egalitario al ribasso, per meglio dire  fino all’ipogeo conoscitivo, da doversi aggrappare, quasi letterale, ad un artificio  del tutto ingannevole  i cui  esiti  si ritengono perpetrati fino a ora, checché se ne voglia dire!

L’obiettivo da ambascia era/é quello di superare una già  galoppante insipienza  che ha travalicato  decenni di  minimum  politikon , ovviamente da non confondere con politicamente accettabile oppure no…

Nella  consapevole inutilità di tardive resipiscenze, si sta disquisendo di quell’innaturale  voto sei, in lettere, il cui fatidico conseguimento sul libretto accademico  ha rischiarato a lungo i rosei sogni degli universitari nella certezza di svicolare da qualsiasi spauracchio  di esame  approntato per saggiare in modo legittimo il grado di conoscenza acquisito nel corso di lezioni  a ciò liberamente   destinate dovendo ritenersi sufficiente all’uopo la sola, unica qualifica di studente, che altro!

                                   Senno di Astolfo sulla luna …alla ricerca |

 Di colpo inopinato  ti rispunta, anzi sbuca tra le brume e le nebbie, anzi emerge da quale ascoso anfratto,si fa appena in tempo a individuarne le asprezze, prima di convincersi che sì, proprio di  lui si  torna a trattare, insomma  vien fuori sul più bello  con la sua archeo- patina di colte citazioni….

Una vera galassia che spazia dalle ampie prosaicità  sul campo alle allocuzioni per così dire ufficiali prese in prestito dal linguaggio accademico/ militare, a valutazioni squisitamente attinenti al profitto scolaresco, temini di epoche ornai remote, composti in modalità dedizione,si oserebbe definire,nell’attesa di  finali lodi e talora qualche noterella di  biasimo,lungi da intenti castigat , compilate in forma scritta a piè di pagina dall’insegnante, in quel  benevolo periodo un/una maestro/a …

Per ottenere presto e bene una completezza di sintagmi intellettuali,  annosamente intervenuti con riguardo alla tematica in essere, basta farsi immantinente assecondare da un qualche corposo vocabolario che, tra un avvallamento  e l’altro di memoria, sia capace di districarsi nella fitta rete di approfondimenti  perfino sconfinanti nel cultural/ letterario/poetico  a cui attingere perle ,come si dice,di saggezza in sintonia  con le aspirazioni  al meritorio   evitando di accartocciarsi su  banali ovvietà del tipo ….ai miei tempi….

In sospeso per permettere all’interlocutore del momento di intervenire con appropriate riflessioni in una materia  infine ordinaria e  prevedibile!

Nel  guardarsi attorno  egli , categoria  ormai  vilipesa da utilizzi riottosi nonché a rischio di   configurazioni magari solo transitorie come in certi ultimi casi di specie, non riconosce dopo decenni trascorsi in beato,si fa per dire, romitaggio luoghi e cose e persone una volta di indiscussa familiarità con il suo etimo  a cui restituire il valore  originario nella  ferma convinzione  che sia ora di tornare  al classico!

Ovvero,se ancora ci fosse bisogno di ulteriori conferme, riprendere  a forgiare  modelli comportamentali  con  il vigore  aduso a un signor merito  a disposizione dei cultori di italica cono-scienza, peraltro avvalendosi di una contemporaneità che contempla  ormai irrinunciabili  e capillarmente diffuse high-tecno dotazioni.

Mai sottovalutare l’avversario, merito che passione, verrebbeda dire, soprattutto  se il suo fine è  di  (ri)costruire una crazia  che non si  accontenti di  vivacchiare all’ombra di   polverosi tomi custoditi entro dormienti biblioteche  sempre più riservate alla  frequenza,inutile negarlo,di studiosi  anche loro discretamente impolverati   forse a causa di  mancati e neanche cercati confronti  con  una  socio-realtà spesso incombente.

Alle brutte conviene, chissà, rivolgere richiesta di soccorso a qualche intelligenza artificiale di cui si favoleggia da un pò come di novelle panacee in grado di risolvere le umane debolezze!

Senza contare  l’esistenza di precisi  contenuti di cui  giusto in  materia  di merito si fa carico la normazione fondamentale dello Stato,sotto il nome di Costituzione,da più parti enunciati con enfasi… agli  articoli di cui… formula  a uso rituale….

Salvo  declassarne l’effettiva portata alla prima occasione  senza  eccessivi scrupoli!

                                                             Epilogando in merito

 Una delle sempre richiamate terzine dantesche scolpisce il senso stesso del meritare soprattutto in relazione alle vittime impotenti di azioni nefande come nel caso della pia donna  protagonista dei versi, costretta  a sminuire i propri meriti nell’impossibilità di sottrarsi al destino fatale che la incalza da presso…

                                                perfetta vita e alto merto

                                                   inciela  donna più sù     

Dal Sommo Poeta  una  immagine di  così  significativa attualità  da trasmettere attraverso   questa ideale figura femminile, Piccarda Donati, vissuta a Firenze tra il XII° e il XIII° secolo, fragile   nobildonna la cui  dolorosa vicenda  umana  di violenza  che si consuma proditoriamente  in ambito familiare, viene consegnata  ai posteri come una   eletta anima da ritrovare  nel Canto III del Paradiso ove Dante  la incontra  per volontà di Beatrice .

Foto da Wikipedia