Stopping By Woods on a Snowy Evening  
Whose woods these are I think I know.
His house is in the village though;
He will not see me stopping here
To watch his woods fill up with snow.
My little horse must think it queer
To stop without a farmhouse near
Between the woods and frozen lake
The darkest evening of the year. He gives his harness bells a shake
To ask if there is some mistake.
The only other sound’s the sweep
Of easy wind and downy flake. The woods are lovely, dark and deep.
But I have promises to keep,
And miles to go before I sleep,
And miles to go before I sleep.    
Sostando presso un bosco in una sera innevata  
Di chi sia questo bosco, credo di saperlo.
Ma casa sua sta nel villaggio;
non vedrà fermarmi qui
a guardare il suo bosco colmarsi di neve. Al mio cavallino sembrerà strano
fermarci senza una fattoria nei pressi
fra il bosco e il lago ghiacciato
nella sera più lunga dell’anno. Alle sue briglie sonanti dà una scrollata
per chiedere se qualcosa non va.
L’altro unico suono è un sussurro
di vento sereno e di soffice fiocco. Il bosco è piacevole, scuro e profondo,
ma ho promesse da mantenere,
e miglia da fare prima di dormire,
e miglia da attraversare prima di dormire.

Immaginate un panorama di soffice neve caduta lenta su colline e foreste in un biancore di tranquilla armonia. La realtà sembra finta ed evanescente, l’atmosfera è simile ad un sogno o ad un dormiveglia in cui non si riesca a distinguere reale da irreale. Immergetevi poi in un testo come quello qui proposto e provate a disegnare il paesaggio con le parole ed i suoni suggeriti dal poeta riuscendo a ricreare un mondo dipinto a pennellate forti e decise e maturando dentro sensazioni a lungo dimenticate.

La poesia “Sostando presso un bosco in una sera innevata” del poeta americano Robert Frost trae spunto da un evento personale dell’autore e ci fornisce una visione invernale di ovattata bellezza. Era un gelido inverno nel New Hampshire e Frost, che aveva una fattoria, tornava a casa una sera da un mercato e, non essendo riuscito a vendere i prodotti della sua terra, non aveva denaro per prendere i regali di Natale ai suoi figli. Sopraffatto dalla depressione e dal pianto, si era così fermato alla curva di una strada ed il suo cavallo aveva dato una scrollata alle briglie per destarlo dal sonno inducendolo a tornare.

La vicenda personale è ben descritta ed il poeta comunica bene una serie di emozioni e sensazioni attraverso una sapiente combinazione di suoni e immagini. Il linguaggio sensoriale è ben rappresentato da termini che si riferiscono alla vista (guardare, riempirsi) o all’udito (briglie sonanti, suono, sussurro) o infine al tatto suggerito dalla neve che si accumula. Ne consegue una visione completa che fa appello alle qualità visive e percettive del lettore, permettendogli di visualizzare la situazione come in un quadro. Il testo originale permette di compiere questa operazione in modo più efficace dato che la lingua inglese è di per sè sostenuta da un impianto fonatorio complesso e variegato ma capace di enfatizzare le diverse associazioni con risultati profondi e duraturi.

La rima del testo originale, proprio per la complessità della pronuncia inglese, si rivela nella sua ambiguità, alternando regolarità ed irregolarità. Mentre infatti ‘know’, ‘though’ e ‘snow’ rimano, ‘here’ non fa rima con ‘queer’, ‘near’ and ‘year’. Lo stesso può dirsi di ‘lake’ e ‘sweep’. Tutto questo fornisce alla poesia un andamento lento e inevitabile, come se il poeta non riuscisse a raggiungere un obiettivo finale e per questo si ferma tra i boschi ed il lago ghiacciato.

Ci stupisce quindi la ripetuta regolarità delle rime dell’ultima strofa. Ecco allora che la destinazione che l’autore si è proposta sembra non lo conduca in realtà da nessuna parte e tutto si confonde in un’aleatoria intenzione di continuare il proprio viaggio nella consapevolezza delle proprie responsabilità e dei doveri da dover mantenere.

La distanza è ancora tanta e l’ultimo verso sembra la metafora di una conclusione, come se le promesse fatte alla fine non possano veramente cambiare il nostro destino. Sarà la confidenza con il proprio cavallo, il leggero colpo di vento ed i fiocchi che cadono a farlo sentire nuovamente bene. Il bosco diventa così una dimensione interiore per curare le proprie ferite in un magico mondo invernale dipinto.

Lucia Lo Bianco