Dopotutto si sta nella capitale come d’anime millenarie innervate strette le une alle altre sui rami di uno scorbutico edificio inquadrato di tutto punto da un capo all’altro della strada, solido e compatto tesoriere  a guardia secolare di  severe visioni umbertine….

                     Prologo o atto di dramma a sè        

Nessuna concessione a lepidezze architettoniche men che mai un qualche  riguardo a indulgenti cromatismi nell’assoluto dominio di un  piatto colore avana con un guizzo di  grigiolino bacchettone…

Al massimo un po’ di patina storica anch’essa stesa con parsimonia sulle fabbriche a  rimandare inevitabilmente verso (im)prese o  breccie da aprire a tempo debito nelle monumentali mura della Città….

                     Si sa….  gli inizi sono ingrati!

La giovane dott. neofita stazionava  in procinto di percepire la  naturale direzione  che la porterebbe verso  vite plutarchesche le quali  nondimeno avvertiva annidarsi qui  in un buio angolino,lì nella sospetta rientranza  a sorta di nicchia ingombra di scaffali da macero .

Niente paura, presto si sarebbe appalesato che in certi ambienti gotici nulla è mai come sembra, da intendersi  in tempi congruamente successivi quali pratiche più o meno vitali  o giusto un momento prima di esalare/espletare l’ultimo respiro a occhio di timbro che avrebbe posto fine al  loro girovagare  nel desiato incontro con usci  serrati su inossidabili riservatezze   svelate  o forse no,  il mai  risultando troppo da sentenza..

Dall’antico cartiglio del Lavoisier nulla si crea,nulla si distrugge, parrebbe un improbabile azzardo incomodare  un siffatto gentiluomo, preclaro chimico e fisico d’oltralpe che da tempo ha  azzeccato al meglio per il bene dei posteri  la resa finale dell’assunto qui incombente….

Tutto si trasforma…  un attimo di imo panico…in cosa?!L’ipotesi in chi  improponibile perfino per il  buon Poe, lui Edgar Allan, da qualche evo collaudato fornitore ufficiale pro  cultori di  romanzati brividi che  fanno rizzare i capelli in testa, effetto gel a parte, perfino  i più radi, ad ogni ondeggiare di lugubre sospiro!!

 Ma non sono questi i livelli…con ogni probabilità  in questo caso sarebbe  già appropriata un’atmosfera  da finestra/porta sul corridoio, non completamente cortile  come  filmata a casa di Hitchock!  

Tutto novello  intanto per la protagonista che ora si ritrovava  catapultata nel mezzo di  fioche illuminazioni da notturno rapsodico,fuori sole smagliante di giugno, interni da corridoio lungo e  dritto  alla stregua di  una pista ,corse in bici, pattini a rotelle ,alle brutte addirittura un bel paio di sci  su neve a go-go, allegorie fantasmatiche da prendere con le molle,suol dirsi,  per galoppare da un punto all’altro degli uffici  in  un sol colpo nonché in gradita  compagnia, che idillio,di qualche  faldone già di peso,ovvero ricolmo di carte ad inizio mattinata.

                                Per l’antico cammino…

La meta più che lontana appariva  una stramba ricerca  all’ oscuro…possibile che  ella fosse realmente diretta all’ufficio “Archivio e …

Già si figurava qualche motteggio da parte degli smaliziati colleghi anziani  che avevano adocchiato il suo andare  incerto, assorta  proseguendo senza alcuna contezza  delle plastiche  porte di legno

che punteggiavano il corridoio ad ogni stanza una!

Le quali  ad un esame più approfondito rivelavano a metà dorso un ben sagomato  lunotto di inequivocabile funzione spiona, come da subito a legittima  domanda spifferato, al lodevole scopo di scongiurare la eventuale fiacca delle mezzemaniche,al presente  ormai opportunamente opacizzato, seconda l’attuale obbligo di salvaguardare l’altrui attività.

Di quanto massicce potessero risultare le suddette chiusure  per averne ovvia conferma bastava informarsi presso coloro  trovati a percorrere distrattamente  un qualunque corridoio fra i tanti che intersecavano gaiamente nella vetusta ancorchè grandiosa costruzione, quasi un passeggio, si oserebbe definire con una  immagine  inusitata dato il panorama all’intorno.

 La gran parte di costoro avevano spesso potuto beneficiare di robuste carezze ad altezza di omero, per un pelino accettabile e comunque sempre meglio che  beccare di queste effusioni in pieno naso a cagione di uno  spalancarsi a tradimento ,ovvero all’infuori ,leggi verso esterno, con conseguenti rappresentazioni ginnico/mimiche tra quelli che avevano appena aperto addosso a chi entrava e questi ultimi indaffarati a spegnere sul nascere i mortificanti  timori del collega….

“male da qualche parte?!” Infermeria,c’è di bisogno?”

Le pratiche possono aspettare….

Nello strano perpetuarsi di queste nostalgie di ritorno un accenno iperbolico è sempre possibile ma non è poi così lontano dal vero….

Nel frattempo ci si faceva la dovuta abitudine, in gergo prassi, scansando a tempo i fieri colpi per guadagnare felicemente l’arrivo, della Nostra nella specie, presso un meraviglioso insondabile universo  di tavoli e scaffalature fino agli alti soffitti che strabbuzzavano di  scartoffie in visione diretta ,laude cum e semiwebnari di specializzazioni varie si accomodassero fuori ché tanto non sarebbero serviti alla bisogna!!

  Irrinunciabile appuntamento  non infuso….

“Eccomi a disposizione,dott.(ssa)”,facoltativo per i  tempi, l’ attendeva l’archivista capo già sulla porta spalancata a scanso di  ancora urti, bonarietà di espressione e figura senza  tentazione di paternale, pur giustificata  a regime di esperienza che travalica la teoria …

 Finalmente si va sul velluto ,pensava rinfrancata la giovane dott, nel consegnare con rapido gesto il fascio di pratiche che reggeva a braccio con cura quasi amorevole,attendendo  che le venissero restituite  provviste di regolamentare numeretto/ prot. in partenza mentre nel contempo ritirava le altre da esaminare in arrivo…

Ora si che funzionava, proprio a  grande richiesta di protocollo questo  (s)conosciuto,da definirsi ante litteram gendarme per la conservazione in  sicurezza dei documenti.         

Peraltro l’ossequioso  custode della funzione di  archivio, si contrapponeva beneaugurante al caos pirandelliano, le letterarie similitudini eran sempre di gran conforto anche nei momenti ostici rifletteva persuasa la dessa nello specifico  consigliera di prima nomina….

Non solo ma sempre il medesimo si spingeva fino a rammentare la promessa di impartire qualche brevissima indicazione su come appropriarsi nel futuro della prodigiosa  procedura protocollare senza rischiare struggimenti e batticuori meglio utilizzabili altrove!

         Di rimando un epilogo a lungo termine

Tempo qualche decennio e questi strumenti da spauracchio sarebbero divenuti diversamente sostituibili fino a sembiante di ombre relegati  nell’Eden o  piuttosto Ade dei Protocolli .

Oggi più che mai  l’ambìto settore dell’accesso  e conservazione dei dati in regime di sicurezza informatica  o cybersecure costituisce una continua sfida impellente cui ad esempio rispondere tramite l’ultimo nato  di altissima tecnologia interamente italica al secolo “microprocessore crittografico”notizia di recentissima generazione   che ovviamente spopola in ambienti adeguatamente focalizzati.

Dal proto o mettere avanti gli atti in tempi ordinati al crypto che deve confrontarsi con il contemporaneo imperativo di garantire l’opportuna segretezza dei dati, quelli con terminologia in via di continuo aggiornamento definiti sensibili in senso sempre più lato.

Da questo obbligato percorso che il caro ingenuo protocollo ha indicato nei decenni con solitaria dedizione  non si potrà né si dovrà recedere.