“La Terra nel Sole Distesa sul Mare”, “Città del Sole”, 2005, Reggio Calabria, opera di narrativa di Domenico Monoriti  (Reggio Calabria,1931- San Giovanni in Persiceto,2008), scrittore nostrano,  nato e cresciuto tra  Reggio e Staiti, è stata presentata a Reggio Calabri,  presso la sala d’arte dell’Associazione Culturale “Le Muse”. A volere,  ad organizzare ed a presiedere l’interessante incontro, il prof. Giuseppe Livoti, Presidente della prestigiosa suddetta Ass.Culturale, dotata anche di un armonico coro, diretto da Enza Cuzzola, che ha allietato gli ospiti con famose canzoni. Il dinamico critico d’arte e giornalista pubblicista ha inteso, così, rendere omaggio ad un meritevole figlio di Reggio Calabria, Domenico Monoriti, nel cui libro tanta parte occupano le “Sbarre”, rione a sud di Reggio, nel quale lo scrittore ha trascorso l’adolescenza e parte della sua giovinezza, osservando il fluire della vita quotidiana “dal podio dei cinque gradini della chiesa di Loreto” in compagnia del “branco” che nulla aveva in comune con quello di oggi. Accanto al prof. Livoti in veste di moderatore, i componenti della tavola rotonda: Il Sindaco di Staiti, l’avv. Giovanna Pellicanò; il Presidente del Consiglio Comunale di Staiti, preside Leone Campanella, e l’assessore Francesca Stelitano; Rosa Marrapodi, docente e scrittrice; l’avv. Antonello Monoriti, nipote dello scrittore; l’avv. Emilio Lucisano, caro amico e compagno di studi di Domenico Monoriti, il quale ha tratteggiato i suoi rapporti di fraterna amicizia con l’autore ricordando momenti di vita vissuti insieme sia  a  Staiti che a Sbarre durante gli studi superiori. Anche i fratelli Monoriti, l’avv. Antonello e la dott.ssa Marica, nipoti dello scrittore, hanno rievocato ricordi familiari e sottolineato l’importanza rivestita dallo zio scrittore nella loro formazione umana e culturale. Tanto il Sindaco quanto il Presidente del C. C. di Staiti si sono soffermati a descrivere la personalità dello scrittore, corredata da una non comune sensibilità  e da un amore sconfinato per Staiti, “la montagna incantata dalle voci magiche”, il suo paese dell’anima, e per i suoi paesani, ai quali si sentiva spiritualmente vicino, nel bene e nel male, anche quando, per esigenze di lavoro, fu costretto ad allontanarsene. Lo scrittore, quindi, alle pagine del suo avvincente libro affida tante belle vecchie storie, legate alle due ugualmente amate realtà, città e paese, le Sbarre e Staiti, certo della fugacità e dell’inganno del tempo, “che passa e se qualcuno non lo racconta, tutte le sue piccole tracce scompaiono e si perdono per sempre”. Nell’opera tanta parte di credito rivestono il fato, il senso dell’arcano, il pathos magnogreco, che aleggiano sull’ambiente rappresentato anticipando eventi tragici e luttuosi. E si verificarono, in effetti, tali eventi tragici proprio nella famiglia Monoriti: Saverio Monoriti, padre del nostro scrittore,  nominato dagli anglo-americani primo Sindaco dalla Liberazione, il 23 febbraio del 1944, mercoledì delle Ceneri, dopo 168 giorni di mandato, fu travolto ed ucciso dal treno sul secondo binario della stazione di Brancaleone, mentre si recava dal Prefetto di Reggio Cal a chiedere maggiori quantità di generi alimentari per la popolazione affamata dalla guerra. Un terribile lutto che segnò la famiglia Monoriti e tutto il paese di Staiti, una tragedia da cui gli eredi Monoriti avrebbero tratto la forza morale per proseguire il loro percorso di vita nel più onorevole dei modi nel ricordo di un padre martire della libertà, della democrazia, e gli Staitesi il coraggio di tornare a cantare “Evviva sant’Anna” durante la festa patronale del 26 Luglio. A Saverio Monoriti l’attuale Amministrazione, presente all’incontro, ha intitolato la piazza antistante il palazzo municipale, mentre al nostro fine, delicato, sensibile scrittore ha conferito la Cittadinanza Onoraria, alla memoria. E’ un libro da leggere “La Terra nel Sole Distesa sul Mare” di Domenico Monoriti, in quanto arricchisce la memoria delle nostre radici e completa la storia del sentire paesano, semplice, primitivo se vogliamo, ma grande in quanto vero e genuino. Chiari i suoi assunti, lodevole il suo garbo nell’esporre la bella lezione di stile e di vita, che  attraverso il libro ha impartito ai suoi attenti lettori. Interessante ed incisiva la narrazione di fatti, storie, momenti di vita vissuta, arricchita dal contributo offerto dalle illustrazioni dell’artista reggino Fortunato Valenzise. Lo stimato docente di storia dell’arte, infatti, fotografa con i suoi mirabili chiaroscuri anche spiritualmente le scene ed i personaggi ricchi di pathos, abilmente descritti in prosa da Domenico Monoriti. Ad entrambi, dotati di una non comune carica umana ed emotiva, eccezionale binomio di poesia ed arte, alla memoria,  l’omaggio più riverente.

Bruzzano Zeffirio, 2 aprile 2019                                                  Rosa  Marrapodi

, 2005, Reggio Calabria, opera di narrativa di Domenico Monoriti  (Reggio Calabria,1931- San Giovanni in Persiceto,2008), scrittore nostrano,  nato e cresciuto tra  Reggio e Staiti, è stata presentata a Reggio Calabri,  presso la sala d’arte dell’Associazione Culturale “Le Muse”. A volere,  ad organizzare ed a presiedere l’interessante incontro, il prof. Giuseppe Livoti, Presidente della prestigiosa suddetta Ass.Culturale, dotata anche di un armonico coro, diretto da Enza Cuzzola, che ha allietato gli ospiti con famose canzoni. Il dinamico critico d’arte e giornalista pubblicista ha inteso, così, rendere omaggio ad un meritevole figlio di Reggio Calabria, Domenico Monoriti, nel cui libro tanta parte occupano le “Sbarre”, rione a sud di Reggio, nel quale lo scrittore ha trascorso l’adolescenza e parte della sua giovinezza, osservando il fluire della vita quotidiana “dal podio dei cinque gradini della chiesa di Loreto” in compagnia del “branco” che nulla aveva in comune con quello di oggi. Accanto al prof. Livoti in veste di moderatore, i componenti della tavola rotonda: Il Sindaco di Staiti, l’avv. Giovanna Pellicanò; il Presidente del Consiglio Comunale di Staiti, preside Leone Campanella, e l’assessore Francesca Stelitano; Rosa Marrapodi, docente e scrittrice; l’avv. Antonello Monoriti, nipote dello scrittore; l’avv. Emilio Lucisano, caro amico e compagno di studi di Domenico Monoriti, il quale ha tratteggiato i suoi rapporti di fraterna amicizia con l’autore ricordando momenti di vita vissuti insieme sia  a  Staiti che a Sbarre durante gli studi superiori. Anche i fratelli Monoriti, l’avv. Antonello e la dott.ssa Marica, nipoti dello scrittore, hanno rievocato ricordi familiari e sottolineato l’importanza rivestita dallo zio scrittore nella loro formazione umana e culturale. Tanto il Sindaco quanto il Presidente del C. C. di Staiti si sono soffermati a descrivere la personalità dello scrittore, corredata da una non comune sensibilità  e da un amore sconfinato per Staiti, “la montagna incantata dalle voci magiche”, il suo paese dell’anima, e per i suoi paesani, ai quali si sentiva spiritualmente vicino, nel bene e nel male, anche quando, per esigenze di lavoro, fu costretto ad allontanarsene. Lo scrittore, quindi, alle pagine del suo avvincente libro affida tante belle vecchie storie, legate alle due ugualmente amate realtà, città e paese, le Sbarre e Staiti, certo della fugacità e dell’inganno del tempo, “che passa e se qualcuno non lo racconta, tutte le sue piccole tracce scompaiono e si perdono per sempre”. Nell’opera tanta parte di credito rivestono il fato, il senso dell’arcano, il pathos magnogreco, che aleggiano sull’ambiente rappresentato anticipando eventi tragici e luttuosi. E si verificarono, in effetti, tali eventi tragici proprio nella famiglia Monoriti: Saverio Monoriti, padre del nostro scrittore,  nominato dagli anglo-americani primo Sindaco dalla Liberazione, il 23 febbraio del 1944, mercoledì delle Ceneri, dopo 168 giorni di mandato, fu travolto ed ucciso dal treno sul secondo binario della stazione di Brancaleone, mentre si recava dal Prefetto di Reggio Cal a chiedere maggiori quantità di generi alimentari per la popolazione affamata dalla guerra. Un terribile lutto che segnò la famiglia Monoriti e tutto il paese di Staiti, una tragedia da cui gli eredi Monoriti avrebbero tratto la forza morale per proseguire il loro percorso di vita nel più onorevole dei modi nel ricordo di un padre martire della libertà, della democrazia, e gli Staitesi il coraggio di tornare a cantare “Evviva sant’Anna” durante la festa patronale del 26 Luglio. A Saverio Monoriti l’attuale Amministrazione, presente all’incontro, ha intitolato la piazza antistante il palazzo municipale, mentre al nostro fine, delicato, sensibile scrittore ha conferito la Cittadinanza Onoraria, alla memoria. E’ un libro da leggere “La Terra nel Sole Distesa sul Mare” di Domenico Monoriti, in quanto arricchisce la memoria delle nostre radici e completa la storia del sentire paesano, semplice, primitivo se vogliamo, ma grande in quanto vero e genuino. Chiari i suoi assunti, lodevole il suo garbo nell’esporre la bella lezione di stile e di vita, che  attraverso il libro ha impartito ai suoi attenti lettori. Interessante ed incisiva la narrazione di fatti, storie, momenti di vita vissuta, arricchita dal contributo offerto dalle illustrazioni dell’artista reggino Fortunato Valenzise. Lo stimato docente di storia dell’arte, infatti, fotografa con i suoi mirabili chiaroscuri anche spiritualmente le scene ed i personaggi ricchi di pathos, abilmente descritti in prosa da Domenico Monoriti. Ad entrambi, dotati di una non comune carica umana ed emotiva, eccezionale binomio di poesia ed arte, alla memoria,  l’omaggio più riverente.