Mirella Violi

Un titolo così prolisso necessita della laboriosa scelta di un

                                                            Prologo

 Che sia incipit ad un  quasi solenne discorso ,scevro da  fumisterie che distolgano dal testo i lettori, i quali, quando esistono,fidando su  impaludate ricerche afferenti a più o meno sperdute università d’oltre oceano,spesso di bocca buona,sono   sempre meno in grado di esplicare con una certa approssimata velocità la successiva fondamentale funzione di comprendonio in ordine a ciò che si  è appena compitato,magari a fatica,pure doppia, poiché i termini libreschi appaiono scritti per intero….. senza interruzioni/  interpunzioni digital/emozionali  alla ricerca dell’ultimo like  meno proustiano che mai!

                                                   Ancora al punto di partenza

Con sommo rammarico  tale lineare constatazione  si può applicare a svariate situazioni,nostrane e non,social politico-economiche, che assicurano sonni agitati  ormai di  livello universale con progressivo ingiucchimento  di piattaforme digital , mai troppo tardi!!!,scambiate per superiori comunicazioni/informazioni  di solito fornite attraverso il mirabile , ancora non svelato e chissà per quanto,così sperasi, nonostante  i  pervicaci tentativi ,talvolta vagamente giullareschi di migliorarne le facoltà cognitive, segreto funzionale del cervello,il solo e umano (s)conosciuto ai più con alterne vicende!

Come sopra placet….

Dai termini del titolo a quelli necessari per illustrare utilmente nelle righe successive una  quantità di argomentazioni sul complesso groviglio di esigenze ineluttabili,  da risolvere con  mezzi  attitudinali a disposizione,ovvero  mente e intelletto,anima,più che altro animula  costretta a vagare in un contesto divenuto realmente ostativo e sempre più restrittivo….

Segni premonitori numerosi e persistentemente ignorati ancor oggi,eccetto fasulli rituali ,né più né meno che misteri  di eleusino frangente, inutilmente  criptici, solo ad uso del  povero volgo ordinario, costretto a subirne il  malaugurato fascino incompreso giorno dopo giorno,mentre nel frattempo vanno calcolati fondi ed   emolumenti a vario titolo erogati –sprecati si potrà ?!

Pensando quindi di fare cosa grata ai propri simili subissati da incessante vocal chiacchiericcio   a lume di cell., sì ancora il non del tutto surclassato e così esoso cellulare,  vada per l’incommensurabile  soddisfazione di raccontare  su ottocentesche vicende ferrigne da  definire alla stregua di  romanticissime  eroine del faticoso vivere fumigando in bui stanzoni,  tra  miasmi  minerari ,consentendo all’insensibile incantatore/ padrone di turno di vivere in modo agiato  con seducente  e riottosa  consorte,di solito ebbra dei suoi quarti di nobiltà,al seguito!

Tra bisnonne e nonne .si riscontrano entusiaste lettrici  del fumettone  letterario tardo romantico  a firma del francese Ohnet di cui  copie dalle copertine languide e insieme  a tinte forti come la trama    si conservano in originale  tra un canterano e l’altro di padronali camere da letto ancora odorose di spigo fin de siecle….

Non tutto oro quello che luccicava,d’accordo, ma una certa veridicità di sentimenti ed emozioni era inclusa  in un quotidiano all’epoca  affrancato dalla congerie di adempimenti  che  attualmente si impossessano dell’umano sentire in nome e per conto di un qualche  futuro da tempo non più splendido come vagheggiato tra un sogno e l’altro di novello benessere che oggi appare pesantemente inficiato dagli assilli insostenibili del degrado ambientale.

Non che risultasse  (in)umanamente preferibile ritrovarsi  immersi a produrre in un calderone che  asfissia inesorabile maestranze e posti di comando  ,negli opifici,di solito quelli tessili,all’epoca delle sofferenze della mamma di Ada,la grande poetessa, o , nell’ultimo presente vicino a noi, acciaierie, che solo a parlarne evocano  inquinanti scompigli ormai senza freno, nondimeno a ben vedere  le eredi  attuali delle ferriere di inizio titolo. ……

Né basta a ingentilire il fosco quadro,di tale si tratta, lumeggiando critiche esegesi  su “Scuola Romana” dei primi del Novecento, da Sironi in poi, timidi gerani sporgendo alla finestra orlata di merletti sfilacciati dal medesimo malsano sentore che corrompe il respiro .

                                             Nel cuore del dilemma

Chi potrà  offrire una soluzione compatta tra le alternative  oscillanti da un punto  all’altro del periodo ,  vale come esasperata difesa di una natura  ab initio  meravigliosamente  inviolata e che tale dovrebbe conservarsi assolvendo ai nefasti cambiamenti climatici in atto, o drammatica   rinuncia alle  odierne tipologie del consumo  industriale  senza dover ricorrere a situazioni disagiate,presto magari intollerabili come quelle riservate ai fruitori  ,si fa per dire, del sanguinario letto di   Procruste,  nessun errore….dizione esatta con doppia r.!!

Laddove il  crudele brigante Damaste,vero nome, metteva a disposizione  il più piccolo dei letti che si trascinava sportivamente appresso sulla strada da Megara ad Atene, ai viandanti più alti,segandone le gambe sporgenti mentre il più grande era riservato, contraddizione o supplizio, (Si propenda senz’altro per la seconda ipotesi), ai bassi di statura da stiracchiare fino al punto giusto,

ovvero   punto di rottura di  condotte e convinzioni cosiddette altruiste, intendi, una volta tanto,  propizie ai soliti molti e noti !

Al fine di  evitare compulsive soluzioni  tra social e net/motori di ricerca, così narrano le antiche storie racchiuse  in quei dizionari di mitologia classica, compilati con suprema dedizione da veri studiosi, a corredo di lontani anni di liceo,ovviamente classico, ove ritenevasi doveroso fornire nozioni di stampo più leggero al sapore di favola mitica più del mito stesso!

 In realtà l’antifona è ben dura ,  peraltro  incrudelita  fin quasi  al sanguinario   come  di frequente  nella tradizione di  fiabesche antichità  suggestive solo all’apparenza , poichè,come è notorio. Esse prediligono,fra le emozioni ,quelle meno idilliche e sentimentali,  anche allo scopo di temprare con   le giuste prove di carattere  l’eroe di  volta in volta chiamato al soccorso erculeo di nome e di forza,,di fronte alle umane avversità.

 In assenza di decisioni nette e chiare, non servirà continuare a indire con cadenza stucchevole  “Giornate mondiali”  da indirizzare  al culto di questa o quella emergenza…..

Di questi tempi difficile perfino  mettere insieme un epilogo sensato….

                                                    Ai preclari abitatori dell’Urbe

E viver non si può così a Roma ,il famoso ultrasecolare grido di dolore,più in auge che mai!ove le ricorrenze  si rincorrono  con felice monotonia  giornaliera  da un cassonetto  all’altro,sempre zeppo della qualunque!

Sulle frequentazioni nei loro paraggi nulla da obiettare….sempre meno ingombranti,che dire, degli elefanti di Annibale…….

Attendonsi cenni ufficiali prima delle vacanze agostane!