Nel discorso consegnato agli iscritti dell’Azione Cattolica Ragazzi, ricevuti in udienza, il Papa invita a staccarsi dall’universo virtuale, ad alzare lo sguardo al cielo, a Dio, e a guardare chi ci vive accanto per impegnarsi poi a beneficio del prossimo e degli ultimi: “Per testimoniare l’amore di Gesù, bisogna scendere in campo non individualmente, ma fare squadra. Prendendosi cura degli altri ci si prende cura anche di sé stessi”

“Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli”: sono parole che Gesù rivolge ai suoi discepoli; tratte dal Vangelo di Matteo, l’Azione Cattolica Ragazzi le ha scelte perché ispirino quest’anno i suoi iscritti. E proprio queste parole Papa Francesco sceglie di approfondire incontrando alcuni giovani dell’associazione nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico. Nel discorso che consegna ai ragazzi, il Pontefice fa notare anzitutto che l’invito di Gesù – “andate” – “trasforma il discepolo in apostolo, lo rende missionario”, e li esorta allo stesso modo, “perché a Dio non piace quando stiamo a impigrirci sul divano; Lui ci vuole in movimento, in cammino, pronti e ben disposti a metterci in gioco”. Li incoraggia ad andare verso “tutti i popoli”.

Il Signore non vuole che trascorriamo le giornate restando chiusi in noi stessi. E questo è un grande rischio per un ragazzo e una ragazza oggi: passare le giornate tenendo davanti agli occhi lo schermo di un telefonino. No, i nostri occhi sono fatti per guardare quelli degli altri. Non sono fatti per guardare in basso un mondo virtuale che teniamo tra le mani, ma per alzare lo sguardo al cielo, a Dio, e per guardare negli occhi chi ci vive accanto. Il nostro sguardo, i nostri occhi sono fatti per trasmettere la gioia sperimentata dall’aver incontrato Gesù.

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da VATICAN NEWS Tiziana Campisi – Città del Vaticano