Per la parità di genere vanno usate ambedue le versioni del vocabolo,la prosaica e la poetante….
Come dire, proemio e prolusione insieme…avendo quale fulgido obiettivo quello di sbirciare nei paraggi di certe frivole necessità in tempi di … temporaneamente si torni pure al titolo con accanto il fidato filo d’Arianna,per non smarrire la diritta via…..
Sorge, però, vago e rapinoso, un dubbio,un’incertezza…salvi in extremis nel riservare il medesimo tenore di genus ai due termini appena compitati nel testo….
Ancora possibile, dati i mala tempora attuali, parlare con lievi accenti di “Moda tutto si fa per te!”,sull’aria del ritornello in voga anni ’50 e giù di lì ,che in realtà la prima parola sostituiva con il termine ,leggiadramente libertario, inequivocabile da sempre, di Donna ?
Tutto fa auspicare che, anche se per vie sempre più traverse, un grazioso discettare sul campo faccia ancora bene alla genuina raffigurazione socio-culturale del capriccioso carattere al femminile, magari in quella dimensione ove si parrà, una nobilitate di intelletto consimile,seppure con il massimo del riguardo , alle chiaroveggenti aspettative della sublime e insieme poderosa ispirazione ognora intatta nei fortunati inizi della Commedia.
Cosicché… moda chi sarà mai costei?!
Con mille ossequi al dirimpettaio costui manzoniano che rischia un corto circuito linguistico nell’ imbarazzo generale , o di genere,vedasi sopra, pressato dall’ambascia di districarsi fra gli stralunati fonemi declamati con briosa alterigia a livello istituzionale ,neanche ci si trovi a combattere con sangue e lacrime dal vivo!
A questo punto, sorpresa….
Un’austera signora enciclopedia , anche meglio prisco dizionario di altre ere , avverte che la paroletta in questione, social postata, chattata tra sussurri e faccine , proviene dritta dal latino ,lo si direbbe alla moda, modus che letteralmente significa , “foggia,maniera”…
E qui avviene il patto di non belligeranza,poiché, se la traduzione fornita nei decenni,ovvero moda, è di genere femminile, fuor di dubbio che il latino modus sia irresistibilmente di genere maschile e pertanto si dimostra, volenti o nolenti, che la moda e il modus e viceversa, formano da sempre una gran bella coppia da cui nasce emblematicamente l’essere di moda o alla moda.
Non resta quindi che ristabilire i collegamenti,per così dire, procedendo con le presentazioni , mai come in questo caso a distanza siderale l’uno dall’altra, ossia, tra il vocabolo che forma il titolo, a proposito di chi l’idea di rispolverare le tetre visioni che guatano nella sua scia?! , e il turbinio di immagine acconciata alla moda,in una ricerca di brillante partecipazione artistica del bello e del senso estetico,a volte Mito, a volte no.
Pure un punto in comune c’è e per giunta in grado di addirittura favorire,grazie alle limitazioni orarie di libera uscita , la straordinaria possibilità di indossare certi capi altrimenti destinati alla polverosa penombra di armadi superlativamente antiquati come le loro fogge….
Cosa si aspetta a ripescare dai loro dormiveglia qualche robe-manteau, francesismi schierati a oltranza, da esibire già a colazione , per continuare con una princesse,d’obbligo in un pranzo non impegnativo, all’aperto come richiesto dai canoni di moda correnti, trattoria campagnola alla buona, provvista di pergolato …
Veduta lago non sempre indispensabile…… Ah,da non dimenticare gli accessori in tinta…..
Giungendo verso il pomeriggio, sorvolare sulla dizione primo,conviene concentrarsi sulle ore più tarde,insomma fino alle prime illuminazioni serali che ardiscono un tubino ,magari nero,magari in pizzo con tacco alto, all’epoca a spillo , il tutto definito con locuzione graziosamente desueta “da mezza sera”…
E se all’epoca considerata era giusto quel mezza, ahimé,a rovinare l’atmosfera fataleggiante, negli attuali frangenti, al contrario, l’aggettivo sostantivato si rivela un vero colpo di genio nel consentire lo sfoggio di abiti inaccessibili in ore solite,considerato che, quanto al fatidico rintocco, perfino a Cenerentola é andata meglio!
Per un epilogo all’altezza del momento ha chiesto la parola Giacomo Leopardi in persona:
“Io sono la Moda,tua sorella”
“Mia sorella?”la Morte si interroga stranita…
“Si: non ti ricordi che tutte e due siamo nate dalla Caducità? (con la C maiuscola nel testo), la Moda insiste
Omissis…
”…L’una e l’altra tiriamo parimente a disfare e a rimutare di continuo le cose di quaggiù…”la Moda vorrebbe l’ultimo detto…
Questa volta l’amato Poeta perdoni se non si prosegue con il Suo “Dialogo della Moda e della Morte” ,un filosofare di certo al vertice del pensiero ma si ha,come dire,il timore che gli ultimi lettori,magari già sparuti fin qui, si volatilizzino del tutto alla fine del discorso…
Del resto pur comprendendo l ‘intento delle Operette leopardiane, non si può che ribadire che
Moda é vita,una mille fogge di vita ,uno, mille codici d’arte!
Sia riservato il grigiore del non-colore a chi non dovesse seguirla con tutte le limitazioni del caso,come vuole il titolo ,ancor più nelle attuali clausure da….
Il meglio o il peggio ,dipende da come lo si evince, è riservato proprio in fine di scrittura conclusionale, “aspettando il cenno che nelle vecchie città si dava la sera con campana o con tromba di dover spengere i fochi e andar a casa”.
Alla lettera da un thesaurus di lingua italiana….
Per ulteriori delucidazioni si rimanda al titolo.