VINCENZO CAVALLARO ha cessato di vivere. Aveva 90 anni.
L’ultimo che se ne va. L’ultimo in un lungo stillicidio al quale siamo inesorabilmente rassegnati.
Uno stillicidio al quale eravamo preparati ad assistere per fatalità quando nel 1989 avevamo fondato l’UTE-TEL-B, l’Università per la Terza Età e per il Tempo Libero della Bovesìa – Area Ellenofona della Calabria, che in quanto tale non associava giovani.
Giovani no, ma diversamente giovani si.
Vincenzo Cavallaro ha fatto parte di quel gruppo dall’inizio.
Dal carattere forte, risoluto, carico di esperienze pregresse foriere di insegnamenti, custode di conoscenze importanti da consegnare alle generazioni successive, era apprezzato testimonial ogni volta che era necessario un supporto del passato, la conoscenza dei prodromi, per analizzare il presente.
Sempre partecipe sin dall’inizio alle attività, lezioni, conferenze, viaggi o altro che fosse, che si svolgevano almeno due volte a settimana, da ottobre a giugno, apparteneva a quello zoccolo duro di persone motivate che rendevano possibile il fenomeno in una realtà come Bova Marina che non ha le potenzialità della città.
Mi ricordo che un giorno si presentò con uno sconosciuto ai più, quanto raro, testo di geografia dell’Italia dei suoi tempi che in copertina riproduceva un panorama di Bova Marina tra le migliaia di immagini nazionali possibili.
Lo accompagnava quasi sempre la moglie Caterina Versace sino a quando la salute glielo ha consentito
A lei, alle figlie Anna e Enza, ai parenti tutti, va il nostro pensiero e il nostro cordoglio.
Siamo grati della sua presenza e della sua collaborazione che ci ha arricchito.
Si aggiunge, restando anche lui scolpito nei nostri ricordi, ai tanti che hanno scelto di percorrere con noi un lungo tratto di impegno socio-culturale: Nino Surace, Giovanni Caridi, Pietro Tuscano, Mimmo Fiorenza, Cristina Larizza, Giuseppe Tuscano, …