Venerdì 21 gennaio 1921 un folto gruppo di uomini uscì dal teatro Goldoni di Livorno. Era mattina, pioveva, e si racconta che i loro passi fossero scanditi dall’Internazionale, il più famoso inno socialista e comunista. Un altro gruppo più numeroso era invece rimasto nel teatro, in aperto contrasto con quelli che erano usciti: entrambi i gruppi erano stati fino ad allora membri del Partito Socialista, che esisteva già dal 1892. Ma a partire da quel 21 gennaio, il partito si spaccò in due: chi era uscito si riunì in un altro teatro, fondando il Partito Comunista d’Italia.

Cent’anni fa avvenne quella che di fatto fu la prima scissione della storia della sinistra italiana, usata spesso per interpretare e raccontare le successive divisioni interne. Il Congresso di Livorno – il XVII del Partito Socialista – ancora oggi viene citato nelle discussioni intorno ai destini della sinistra, spesso a sproposito.

Sono tante le scissioni che hanno caratterizzato la storia della sinistra italiana, ma questa è certamente la più importante e gravida di conseguenze.

A fronte di questo inizio di diaspora si inserisce il martirio del parlamentare Giacomo Matteotti, che invece ha sempre sostenuto la necessità della riunione delle forze riformiste non sono della sinistra in sé, ma anche dell’area liberale, per far fronte ai prevaricazioni del fascismo, vero problema della sinistra.

A discuterne Martedì 15 Giugno ore 16,30, presso la Galleria di Palazzo San Giorgio,

il Segretario provinciale del PSI Federazione provinciale di Reggio Calabria,

il Segretario provinciale di Articolo1 Alez Tripodi

ed il Prof. Vincenzo Musolino, ricercatore UniME.

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rene Calabrò