Quale?                                                                                                                          E c’è da chiedere !?

Si attende davvero un’ ovvia  risposta a tale  quesito nascosto tra le acque talentuose, ci potrebbe stare anche impetuose,nonché spesso impietose quanto a correnti  ascendenti e discendenti,dello Stretto?

Fra le incessanti e innumerevoli camurrie, ormai divenute una liturgia vera e propria, tutto il resto è noia, da sciorinare  al sole  della solita campagna elettorale di più o meno fondamentale rendimento, un solo manufatto nella nostra opulenta di bellezze naturali, paesaggistiche,  cultural/letterarie, artistiche e più che si può, Italia, è capace di scatenare brame di visibilità a buon mercato, chè tanto continuare a discuterne non reca danno, anzi !

Pure gli antichi blateravano sul “repetita iuvant”a oltranza e allora si proceda  senza falsi tentennamenti  a ripetere, nel senso di ripercorrere, con qualche probabilità di riuscire convincenti su di un  piano il più rigoroso possibile, le annose tappe di questa odissea ,non a caso  il tanto osannato  Stretto ove sorgerebbe il Ponte è proprio quello  percorso da Odisseo/Ulisse, fremente all’idea dell’agognato ritorno ai lidi itacesi,  che hanno permeato  il vissuto messinese, a livello sociale,ingegneristico, sentimentale…

 Si vedano in proposito quelle sublimi gite  delle domeniche in famiglia, a Punta  Faro, perché non denominarlo senz’altro Capo Peloro dal nome del mitologico sparto  o invitto guerriero,  il punto più radente in faccia alla costa calabra, ribollente di onde e vento anche con il solleone.

 Come d’incanto, prendeva corpo il solito ritornello del genitore : “ecco ragazzi,qui verrà costruito il Ponte, abbatteranno questo arcaico Pilone Elettrodotto e la vita  cambierà…

A distanza di decenni il Ponte è ancora saldamente  sospeso  nella agiografia collettiva, in aspettazione  delle  ultime novità  planetarie che in effetti ancora una volta non hanno tardato a  manifestarsi tramite il solito linguaggio politichese di dubbia provenienza!

Subito da chiarire  che  non è intenzione di chi scrive, nativa dei luoghi, quindi  oggettivamente troppo scontato dovendo giocare in casa , rifare il verso alle intricate problematiche del… si può fare, forse no

Sopratutto perché, visto da una diversa visuale che vale la pena rammentare, come già asserito in altre occasioni anche da questa medesima sede, del Ponte Calabro-Siculo,così definito all’epoca, si era già occupato il fondatore del Partito Popolare don Luigi Sturzo il quale,  a partire dagli anni’50, si era posto alcuni fondamentali quesiti sulla  sua eventuale realizzazione , partendo dalle ricerche preliminari di fattibilità  in rapporto al costo complessivo del progetto, sull’onda,è il caso  di dirlo, di una inedita prospettiva di  sviluppo economico-sociale del mezzogiorno .

Pertanto la mano passerebbe al Ponte, novello incaricato di assicurare passaggi rapidi e super veloci al riparo dalle infide correnti che circondano queste terre notoriamente ballerine , ciò valga anche per le coste calabre, e c’è da giurare che perfino le Sirene di ulissiana memoria usciranno dal loro glauco regno per ammirare da vicino il nuovo  sovrumano “monstrum”, magari rassegnandosi a incantare,come da prassi, i futuri “naviganti” , che  lo attraverseranno  grazie ai moderni mezzi di trasporto sempre più high-tech.

E proprio su questo corre l’obbligo di formulare qualche  considerazione, giusto poche righe,  tanto per dovere di completezza….

Udite,udite… le ultimissime ,come da titolo,burle , ovviamente in  streaming, si potrà aggiungere l’aggettivo istituzionale!? ,ormai chiamato a nobilitare tutte le buone cause che impegnano da tempo le prosopopee  di vertice, non sempre coadiuvate dall’uso di  appropriate costruzioni, restando in tema, sintattiche, che sarà mai nel Bel Paese  che intanto si accinge alle gloriose celebrazioni del settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta, avvenuta a Ravenna nel settembre del 1321…

Bah…

Oltre all’esilio perpetuo adesso Gli sarebbe,a Lui Dante, toccato di scrivere qualche  diversa Comoedia, sì alla latina, avente  per oggetto,(linguaggio ufficiale,non mette conto), il Ponte infinito sullo Stretto di Messina ove  ancora Ulisse naviga  a modo suo, sballottato di perenne tra i gorghi di virtute e conoscenza!

Non si divaghi , tornando difilato al problema della percorrenza sulle numerose,del Nostro, corsie, in entrata  dal Continente,in uscita verso lo stesso …

E la Sicilia da collegare a tutti i costi!?

Sta come sempre  in mezzo al mare essendo un ‘Isola, bella tra le belle, a volte subendo circostanze esistenziali non sempre favorevoli, anzi decisamente spinose, come i succosi  frutti  di ficodindia che ne caratterizzano spontaneamente la geografia assieme a monti e valli ,in ciò accomunata alla regione gemella per  indubbie vicinanze storico/ culturali,se è lecito così chiamarla,la Calabria!

Nei tempi più recenti si è giunti felicemente a enunciare, da parte dell’attuale governo pro tempore, tra le svariate possibilità di attraversamento, anche quella di usufruire di  piste ciclabili in ausilio alla…. trasportistica: una cosa alla volta, per favore, mugugni compresi!

Non c’è dubbio che coprire i circa 7 chilometri di lunghezza, tra andata e ritorno, del Ponte a campata unica ,finalmente disteso tra  le coste calabresi e quelle siciliane, certo non costituirebbe  una fatica esiziale per gli appassionati di bici, in definitiva rasentando meno,molto meno, di una qualsiasi tappa del nostro Giro.

Semmai verrebbe da obiettare che si vuol cominciare dalla fine,essendo ancora l’opera interamente da progettare e poi da eseguire e poi…ennesima Commissione a vista da istituire…..

Non mettiamo limiti alla Divina  Provvidenza ,mai come in questo caso auspicabile  un Suo intervento per  assistere con un occhio di riguardo  le umane imprese a ciò indotte!

L’unico elemento di disturbo, ma non è detto perché nel corso dei millenni ne ha già viste e sentite parecchie, potrebbe essere rappresentato dall’irrefrenabile sghignazzo, a intervalli regolari, di Colapesce,generoso pescatore protagonista dell’omonima leggenda squisitamente messinese, che da sempre lo racconta impegnato a reggere uno dei tre pilastri su cui poggia la Trinacria , in balia di gorghi marini e sottofondi vulcanici.

Pare  che ,non vorremmo esagerare,ogni qualvolta il Nostro decida di sgranchirsi  braccia e gambe anchilosate dalla infelice posizione, lo faccia a discapito della stabilità di case e abitanti che affollano la terra,detta ferma,esattamente sopra di lui!

Non male come interpretazione scientifica  del verificarsi dei terremoti che in quel di Messina a volte si respirano insieme all’aria ma questa è un’altra puntata della storia vera che fa capo a queste affascinanti contrade.

Quanto a Scilla, che sempre latra  al di là delle coste calabre, e Cariddi, al di qua di quelle sicule,  alle prese con i suoi  vortici da procella, secondo le ultime informazioni in loco, si stanno attrezzando per dare un benvenuto come si conviene al nuovo nato  nella già affollata mitologia di questo braccio di mare, omerico per definizione!

Ciò detto, rimane da occuparsi concretamente del sistema dei trasporti atto a rendere maggiormente competitivo l’uso del futuro Ponte,ovvero, principalmente su rotaia e su gomma.

Per quanto siano state compulsate  diverse tipologie di vocabolari e  dizionari,più o meno enciclopedici e sinonimici,  a cominciare dal primo Tommaseo,  compilato ormai nel lontano ‘800, non è stata rinvenuta traccia del termine trasportistica.

Si deve pertanto addurre la creazione di un enfatico  neologismo coniato sul campo, dopo essersi lasciati trasportare dall’entusiasmo che sempre genera l’argomento Ponte sullo Stretto di Messina,per una volta  lo si chiami con nome e cognome!

Nell’attesa  fatidica, i diretti interessati,ovvero gli abitanti della città  falcata, potrebbero esprimere il loro democratico parere ,magari attraverso un referendum ad hoc,uno in più, uno in meno non si nega a nessuno, contribuendo a porre un freno alle più esilaranti fantasie sulle modalità di realizzazione dell’eternamente erigendo Ponte.

E se infine ,è ora di concludere, si riesumasse dal racconto del geografo Strabone  il favoloso esempio del ponte di botti vuote, legate a due per volta,quello con le barche è già più banale, ideato  dal Console Lucio Metello,intorno al 250 a.C, per trasportare sul Continente nientemeno che gli elefanti conquistati ad Asdrubale,fratello del più famoso Annibale?

Segno che il  morgano miraggio di riuscire dopotutto nell’impresa di edificare comunque  un Ponte sullo  Stretto più chiacchierato del mondo non cessa di avvincere con le sue mirabolanti disavventure fin dall’antichità.