C’è ancora tempo, dunque, per la dimensione umana.

C’è ancora tempo, dunque, per la dimensione umana. Anche la Perla dello Jonio, che nelle lunghe estati vacanziere espande i colori e i ritmi più vivaci, assorbe oggi le note del silenzio e le velature della tristezza. La città è avvolta in una silenziosità muta e le ombre si allungano nell’afa della sera.

Spenti i riflettori delle vivide luci; assenti i dispositivi acustici, trasmettitori di chiassose liturgie. E per una notte la Città di mare non espande scenografica immagine di vibrante ribalta off limits. La sinapsi elabora tensione emotiva forte, messaggi di potenziale umano sicuro. Collegati a doppio filo, il Paese delle Serre, luogo natale delle giovani vittime, dove il dolore ha scavato solchi profondi, e la Città trend delle notti brave, che pure disvela sensibilità di spirito.

Se c’è un tempo per tutto, esiste anche “un tempo per fermarsi e per riflettere”, scrive Carlo Maria Martini , per ritrovare, nel pensiero meditato, la dimensione umana dell’esistenza.

E se c’è un senso per tutto, c’è un senso anche per le cose che accadono.

La vita di Natale e dei due cugini Salvatore Farina, si è tragicamente conclusa sull’asfalto polveroso, all’alba di un nuovo giorno; e in un letto di ospedale ansima la vita di Gianfranco.

Vale la pena smarrire il vero senso della vita nei meandri effimeri di una notte brava?

Ogni evento è momento di riflessione, auspicata dalla natura stessa dell’uomo. Ciò, soprattutto, per chi esercita ruoli e per chi svolge compiti di responsabilità. Perché accenda lume in questa epoca di buio ed abbia “un intrinseco valore positivo e stimolante” (Mircea Eliade) .

La luna, intanto, osserva il copione della notte. Appare smarrita nell’infinito Universo. Veglia sulle fragilità e sulle paure umane, impercettibile complice del mistero e del senso della vita e della morte.