“Sono giunti finanche con autobus organizzati da Trebisacce, Montalto Uffugo, Fuscaldo, Isola Capo Rizzuto, Mammola, Bovalino, Condofuri. Una Calabria rappresentata in lungo e in largo da sindaci, amministratori locali, dirigenti scolastici, docenti e tantissimi genitori”.
Lo afferma in una nota il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale.
“Alla presenza delle massime autorità religiose, militari e civili di Reggio e della Calabria – prosegue Marziale – hanno così inteso dare consenso al lavoro, faticoso e stimolante, che l’istituto del Garante ha voluto sintetizzare pubblicamente nell’“Auditorium Calipari” di Palazzo Campanella, gremito ben oltre l’ordine dei posti”.
Marziale – alla presenza del governatore della Regione Mario Oliverio e di Nicola Irto, presidente del Consiglio – ha esposto la lunga lista delle iniziative che aveva messo in cantiere, “come la Terapia Intensiva Pediatrica, poiché la Calabria era l’unica regione d’Italia a non averne una; come il contenimento della dispersione scolastica al quartiere ghetto “La Ciambra” di Gioia Tauro, dove tantissimo rimane da fare ancora; come l’individuazione e la formazione di tutori per minori stranieri non accompagnati, ben ottocento in Calabria. Perché davanti al bambino – ha detto Marziale – cittadino del mondo, soprattutto se sofferente, non un solo porto della Calabria resterà chiuso”.
In tema di formazione di tutori per MSNA la Calabria è seconda solo al Lazio, che ne ha circa mille: “Ma nel Lazio vi sono cinque milioni di abitanti – ha sottolineato il Garante – e i calabresi residenti sono meno di due milioni”.
Il Garante, inoltre, ha ricordato il proprio impegno “di cerniera istituzionale” tra Tribunale per i Minorenni e Parlamento, allorquando è riuscito a far incontrare il Presidente Roberto Di Bella con l’ex presidente della Commissione Giustizia del Senato, Nico D’Ascola, scongiurando di fatto la soppressione del Tribunale per i Minorenni in tutta Italia, come avrebbe voluto invece fare il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, contribuendo così a inverare il Protocollo “Liberi di scegliere”, strumento legislativo che aiuta i figli minorenni di famiglie mafiose ad affrancarsi dalla logica criminale e andare alla ricerca di nuove possibilità di vita. E sempre in tema di Giustizia, Marziale ha ricordato di essere il primo Garante nella storia, non solo italiana dell’istituzione, ad essersi costituito parte civile contro gli abusatori di una minorenne.
Ben ottocento le denunce-segnalazioni trattate dal suo ufficio ed il 90% andato a buon fine.
“Chiedo scusa a quel 10% di bambini per i quali non ho potuto ottenere risultati ha detto Marziale – e non solo per colpa della politica assente, piuttosto per responsabilità di burocrati incompetenti che credono di essere generali di corpo d’armata e ostacolano l’iter dei bisogni dei bambini trattandoli come “pratiche” e non già come soggetti”.
Marziale ha anche posto in evidenza una lunga lista di cose da farsi, invitando “la politica calabrese a spogliarsi delle casacche partigiane e vestire i panni della rappresentanza del territorio”.
I passaggi dell’intervento di Antonio Marziale sono stati ripetutamente interrotti da applausi, soprattutto quando ha evidenziato che “uno dei mali di questa nostra amata terra è la maldicenza, la calunnia. Niente di buono potrà esserci se la Calabria anziché dire grazie alle persone che lavorano, le attacca solo per il gusto di far male”.
Il Garante, a conclusione del suo mandato ha voluto anche conferire “encomi alla gente che mi ha aiutato. Attori istituzionali che hanno agevolato la risoluzione dei problemi rappresentati”.
“Quando Antonio Marziale fu proposto all’incarico di Garante dell’Infanzia – ha detto nel corso del proprio intervento il presidente Mario Oliverio – ebbe l’accoglienza e il consenso da parte dell’intero consiglio regionale per le sue qualità non solo di sociologo come lui ama ricordare, ma anche di comunicatore e di uomo che ha sempre dedicato grande attenzione ai problemi dell’infanzia e per la quale ha saputo affermarsi a livello nazionale e oltre. Ottocento denunce e segnalazioni – ha ricordato Oliverio- non sono poca cosa, perché esse non riguardano una sfera ordinaria e normale dal punto di vista culturale, ma una dimensione molto delicata, a volte privata, spesso tesa ad essere nascosta, mantenuta nell’anonimato. Il Garante dell’Infanzia ha saputo porsi come punto di riferimento ed è diventato interlocutore di un mondo che spesso non ha il coraggio di venire allo scoperto”.
Nel suo intervento, il presidente del Consiglio Regionale, Nicola Irto, ha rivendicato “la ferrea volontà di puntare sul curriculum di tutto rispetto di Marziale, credendo nel merito e non certo nella logica della lottizzazione politica. La scelta ci ha premiati e siamo legittimati a dire che il Garante ha prodotto risultati che tracciano un solco e demandano al futuro un’eredità pesantissima che al momento pone la Calabria all’avanguardia in tema dei diritti universali dei minori”.