Nel dopo Angelus la preoccupazione del Papa per la zona insidiata da focolai di instabilità e il suo appello al dialogo e alla legalità internazionale

Appello al dialogo costruttivo e rispetto della legalità internazionale. E’ quanto invoca Francesco, al termine dell’Angelus,  per il Mediterraneo orientale: (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Seguo con preoccupazione le tensioni nella zona del Mediterraneo orientale, insidiata da vari focolai di instabilità. Per favore, faccio appello al dialogo costruttivo e al rispetto della legalità internazionale per risolvere i conflitti che minacciano la pace dei popoli di quella regione.

I motivi della tensione

Le tensioni cresciute nelle ultime settimane del Mediterraneo orientale tra Grecia e Turchia ruotano attorno ai vasti giacimenti di gas e petrolio scoperti una decina di anni fa. I due Paesi che recentemente hanno stretto degli accordi marittimi – lo scorso anno la Turchia con la Libia, un mese fa la Grecia con l’Egitto – sono in contrasto in sostanza sull’interpretazione dei rispettivi confini delle acque territoriali e dunque sul diritto di esplorazione e di utilizzo delle risorse energetiche.

I recenti sviluppi

La tensione tra Ankara e Atene è salita dopo il 10 agosto con il dispiegamento della nave da ricerca turca Oruc Reis. L’Ue ha avvertito la Turchia che potrebbe affrontare nuove sanzioni, comprese misure economiche dure, a meno che non si compiano progressi nella riduzione delle tensioni. Mercoledì scorso la Turchia si è detta disponibile a colloqui con la Grecia senza precondizioni, anche se ieri ha annunciato nuove manovre di addestramento militare per altre due settimane. I Paesi dell’Unione Europea stanno cercando da parte loro di evitare l’inasprimento del confronto. “È importante risolvere la disputa sul Mediterraneo tra Grecia e Turchia, non possiamo restare indifferenti”, ha detto venerdì scorso la cancelliera tedesca Angela Merkel. Dagli Stati Uniti anche il presidente Donald Trump ha affermato che i due alleati della Nato devono impegnarsi per il dialogo.ù

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