1. Il Consiglio ricorda la Dichiarazione dell’Alto rappresentante del 9 ottobre 2019 a nome dell’Unione europea ed esorta nuovamente la Turchia a cessare la sua azione militare unilaterale nella Siria nordorientale e a ritirare le sue forze.
2. L’UE condanna l’azione militare della Turchia che compromette gravemente la stabilità e la sicurezza dell’intera regione, causando un aumento della sofferenza dei civili e ulteriori spostamenti e ostacolando gravemente l’accesso all’assistenza umanitaria. Rende molto più difficili le prospettive del processo politico guidato dalle Nazioni Unite per raggiungere la pace in Siria. Inoltre mina significativamente i progressi compiuti finora dalla coalizione globale per sconfiggere il Daesh, sottolineando che il Daesh rimane una minaccia alla sicurezza europea e alla sicurezza turca, regionale e internazionale.
L’Unione europea rimane impegnata per l’unità, la sovranità e l’integrità territoriale dello stato siriano. Ciò può essere garantito solo attraverso un’autentica transizione politica in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e il comunicato di Ginevra del 2012, negoziato dai partiti siriani nell’ambito del processo di Ginevra guidato dalle Nazioni Unite.
3. La Turchia è un partner chiave dell’Unione europea e un attore di fondamentale importanza nella crisi siriana e nella regione. Le preoccupazioni di sicurezza della Turchia nella Siria nord-orientale dovrebbero essere affrontate con mezzi politici e diplomatici, non con azioni militari e in conformità con il diritto internazionale umanitario.
4. Sono urgentemente necessari i continui sforzi della comunità internazionale, anche in sede di Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, per fermare questa azione unilaterale militare. Il Consiglio chiede una riunione ministeriale della Coalizione internazionale contro il Daesh per esaminare come proseguire i suoi sforzi nel contesto attuale.
5. In questo contesto, e tenendo conto del fatto che l’azione militare della Turchia con le sue drammatiche conseguenze è ancora in corso, l’UE ricorda la decisione presa da alcuni Stati membri di bloccare immediatamente le licenze di esportazione di armi in Turchia. Gli Stati membri si impegnano a rafforzare le posizioni nazionali in merito alla loro politica di esportazione di armi in Turchia sulla base della disposizione della posizione comune 2008/944 / PESC relativa al controllo delle esportazioni di armi, compresa la rigorosa applicazione dei criteri 4 sulla stabilità regionale. Il pertinente gruppo di lavoro del Consiglio si riunirà entro questa settimana per coordinare e rivedere le posizioni degli Stati membri in materia.
6. L’UE ricorda che non fornirà assistenza per la stabilizzazione o lo sviluppo in aree in cui i diritti delle popolazioni locali sono ignorati o violati. L’UE continua a impegnarsi per affrontare efficacemente la grave crisi umanitaria e dei rifugiati alla luce delle esigenze in evoluzione.
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