Prologo o antifona….
Preferibile la seconda nella parte che prevede schermaglie tra due voci,l’una, anti,l’altra di entusiastico,se non altro all’apparenza, consenso…
Palese l’ ovvia necessità di non far torto alla celeberrima intimazione ,chi oserebbe,perfino di questi tempi spesso spregiudicati, scomponendo la frase in merito all’oggetto colà di natura squisitamente sentimental/ idillico che però non mitiga di una virgola la durezza della situazione così candidamente esposta nei noti termini manzoniani !
Di pari passo ci si metta nei panni della malcapitata cronista,da dove conviene ricominciare?
Probabilmente da quanto estesamente rappresentato già nel settembre 2020 a firma di chi scrive,nativa della falcata città dello Stretto proprio in questa medesima privilegiata sede, roba da far perdere il conto persino ai più convinti fautori del riciclo,nella specie i tanto lapalissiani (ri)corsi , e del resto c’è il solito Bignami di filosofia che ci pensa!
Per soprammercato oggi basta aggiungere il solito prefisso eco , importa poco a che proposito.con la (s) davanti sembra troppo severo,per ottenere l’effetto voluto.
Un bello scoramento nel dover ricincischiare già trite considerazioni, un po’ sul genere pizzicagnolo ,tra un ribollire e l’altro di polemiche,spesso nullafacenti, che smania di protagonismo,Lui,il Ponte intanto emerge metaforicamente a cavalcare le onde e soprattutto i secoli,da quello appena passato al nuovo,in questi primi passi/decenni.
“Da qui all’eternità”…
secondo una filmografia d’epoca,magari un po’ lacrimevole ma ancora di intatta efficacia evocativa, ad esempio nei racconti materni in diretta dalla sala cinematografica che ne aveva proiettato la pellicola a tempo e luogo debiti,giusto in una Messina post-guerra ,dotata per il sano svago dei suoi abitanti di parecchi cinema all’avanguardia nel captare drammoni, portati sullo schermo dai leggendari interpreti d’oltre oceano.
Si potrebbe andare avanti in virtù di auree ricostruzioni peloponnesiache quale contemporaneo terreno di scontro, piacerebbe ma non succede,tra riggitani –reggini e messinesi,i primi consci di possedere il dannunziano chilometro più bello d’Italia, i secondi di avere una qualche esclusiva su una intera serie di miti , ulissiadi comprese, ove Omero e Polibio si contendono il fascinoso proscenio con indiscussa credibilità storica.
E che dire circa la maestria di mettere alla fonda le navi,traghetti/ferryboats,più o meno gergale, in uno dei porti naturali universalmente apprezzati già da Federico II che decide di innalzare la città di Messina a capitale del regno accanto alla stessa Palermo,quale ulteriore strategico baluardo di difesa dell’Isola.
Storia di ieri mentre per l’oggi vale come prima il triste primato di terre ballerine con riferimento ai frequenti sommovimenti tellurici di Sicilia/Sicania in competizione,se si può,con la dirimpettaia costa calabrese,non certo equivocando sul sotteso significato di stelle,etoiles, scaligere.
Tra mille fole in conclusione
ciò aggiungasi che da tempi immemorabili,comunque sempre sospetti, esistono rapporti redatti da organismi di valenza istituzionale a volte sottaciuti se non quando diligentemente conservati in attesa che…
Stando ai dati in essi contenuti,si individua da sempre una costante nell’allontanamento dell’Isola da quella agognata “Aria del Continente”,fortunatissima commedia del genio martogliano!
Che vuoi che siano pochi millimetri l’anno….
Non resta che rivolgersi a “Tiramolla “, cappello e cravattino in resta,l’unico capace di assicurare con levità gommosa il giusto grado di elasticità alla mastodontica struttura,una volta innalzata sullo Stretto,se e quando…
Nel frattempo astengansi i commentatori della domenica senza prima avere esperito il necessario “veni vidi” …. e qui ci si ferma rimandando il resto a momenti icastici più che ambiziosi!
Foto da Wikipedia