Che ne sarà della chiesa “Santa Maria della Ceramia”? Una domanda a cui da tempo si aspettano delle risposte.

Al centro della Piazza Regina Margherita, poco distante dall’Olmo secolare (simbolo del paese laurentino), si trova la chiesa Dittereale intitolata a “Santa Maria della Ceramia”, attualmente in comodato comunale. Si tratta di una forte testimonianza della Calabria Greca, dove ancora sono visibili i segni della memoria storica, strettamente connessa alla icona della Madonna della Cappella.

Nel 2016 la struttura è stata restaurata e riaperta al pubblico come “Museo delle Icone Bizantine” ed è stata l’ultima chiesa della Vallata del Tuccio a rinunciare al rito greco. Tuttavia, è bene sottolineare che al momento risulta essere in totale abbandono ed a fine agosto 2020, la stessa è stata brutalmente vandalizza. Il parroco Don Domenico Nucara, nonché vicario zonale, ha denunciato prontamente il fatto alle autorità competenti.

In merito all’accaduto America Liuzzo – Presidente dell’Associazione Pettirosso” ha dichiarato: “Mi dispiace molto per l’infelice vicenda. È davvero triste vedere la chiesa dedicata a Santa Maria della Ceramia ridotta in questo stato, in quanto ha una grandissima rilevanza storica per la cultura greca – calabra ed è un punto di riferimento per la Valle del Tuccio.

 – conclude America Liuzzo – Spero che presto si possano realizzare dei tempestivi interventi di recupero e restauro della chiesa, essenziali per il patrimonio storico – culturale del borgo laurentino”.

Il tempestivo ripristino della chiesa è un problema, che ha interessa molto l’opinione pubblica, si sono registrati numerosi pareri e punti di vista sullo stato attuale della struttura, abbandonata all’incuria e alla disattenzione generale.

La Presidente America Liuzzo – Presidente dell’Associazione Pettirosso ha anche affermato: “Spesso e volentieri, in tempi passati, ascoltavo mia nonna paterna (classe 1902) mentre raccontava -in quel dialetto con cadenza strana- le antiche usanze del borgo di San Lorenzo vissute non solo nella sua infanzia e giovinezza ma anche tramandate dalla sua trisavola.

Tra i tanti tesori custoditi nella sua memoria, emergevano in alternanza con quelli della vita contadina, i ricordi delle chiese del paese, di cui riusciva ad enumerare ben ventisette.

Una di queste chiese era la “Dittereale”, volgarmente chiamata “Santa Maria della Ceramia”. Come punto focale attorno al quale venivano delimitati i confini della parrocchia di San Sebastiano, essa conservò (a dispetto delle imposizioni che alla fine del XVI secolo volevano a tutti i costi favorire la lingua latina) la pratica del rito greco fino agli inizi del ‘900.

Ma lo scoppio del primo conflitto mondiale fu un evento devastante per i custodi del rito greco, ed il popolo “borghiciano” del paese di San Lorenzo in Valletuccio, che spesso saliva in piazza presso la chiesa seconda alla Protopapale a pretendere la celebrazione della messa secondo le vecchie usanze, smise di farlo, anche perché ormai non era facile sfuggire alle persecuzioni cui erano sottomessi clero e devoti del antico rito religioso. I tempi costringevano tutti ad adeguarsi al nuovo ed “unico” rito latino.

Oggi però, la storia è cambiata. Chi viene a visitare il centro storico di San Lorenzo in cerca di sapere qualcosa in più sulla sorte della chiesa greca che sorge in Piazza Regina Margherita, si trova davanti all’enigma di un destino più che incerto e alla curiosità di conoscere la storia riguardo ad un periodo più recente che copre i secoli XIX e XX.

C’è tanto da riscoprire e raccontare ancora! Ed ecco il punto. La domanda è breve, semplice e concisa: “Che fine ha fatto Santa Maria della Ceramia?”.

Me lo chiedo anch’io e, mentre scrivo (e penso che fino a qualche decennio fa, nel mese di agosto durante i festeggiamenti laurentini, al centro di questa chiesa poggiava sull’altare -per la quindicina dell’Assunta- l’icona della “Cappella”), sono seduta qui, in piazza, sulla panchina adiacente la facciata laterale destra di una struttura ignota, spoglia, oltraggiata”.