23 anni fa, il Regno Unito e il mondo intero piangevano la morte della dolce Lady D. Un terribile incidente strappò alla vita una donna, icona di bellezza ed eleganza. Ma si può mai davvero spegnere la luce di un sole che diffonde meraviglia e ammirazione? Eterno simbolo di una favola rosa.

Lady D nacque come Diana Frances Spencer, figlia dei Visconti Spencer. Ancora giovanissima, durante una battuta di caccia, conobbe Carlo, i due convolarono a nozze il 29 luglio 1981; Lady Diana indossava un abito in taffetà e seta color avorio, ornato da pizzi antichi e con uno strascico lungo sette metri.

Ma la favola durò solo qualche anno, per finire definitivamente il 28 agosto del 1996, quando venne ufficializzato il divorzio tra il principe Carlo e Lady Di; Diana perse il titolo di Altezza Reale ma mantenne quello di Principessa di Galles, in quanto madre del futuro erede al trono.

Verso la metà degli anni ’80, la principessa fu madrina di numerosi eventi di beneficenza e sviluppò notevole sensibilità per delicate cause, quali l’AIDS e la lebbra, appoggiando, appunto, campagne sulla prevenzione dell’AIDS e visitando malati in tutte le parti del mondo. Ma si interessò anche alla campagna contro l’uso delle armi, nota quella contro le mine antiuomo; Jody Williams, leader americana del movimento, invitò Diana in Angola, a farsi fotografare dalla stampa mentre ispezionava un campo minato. Nel 1997, proprio pochi mesi dopo la sua morte, la campagna vinse il premio Nobel per la pace.

Come portavoce di importanti associazioni benefiche, stesse vicino ai senza tetto, ai giovani soli e ai tossicodipendenti; ma si preoccupò anche degli anziani, tanto da essere presidente del Great Ormond Street Hospital for Children di Londra e, nell’inverno del ‘92, si recò a Calcutta a far visita ai malati di Madre Teresa, con la quale instaurò un forte legame personale, tanto che la suora divenne guida spirituale di Lady Diana.

Il 31 agosto 1997, a Parigi sotto il tunnel del Pont de l’Alma, la Mercedes sulla quale viaggiavano Diana e il suo compagno Dodi Al-Fayed, andò fuori strada… a soli 36 anni moriva la tanto amata Principessa del popolo. I Britannici, in lacrime, spinsero la casa reale ad accettare le pubbliche esequie. La Regina Elisabetta, rimasta in Scozia, dopo gli attacchi della stampa e del popolo, issò a mezz’asta la bandiera sul palazzo reale e tornò a Londra.

Il 5 settembre, in una diretta televisiva, omaggiò la nuora ricordandola come un essere umano straordinario, che non aveva mai perso la capacità di sorridere. Le esequie proseguirono nell’abbazia di Westminster, dove Elton John cantò Candle in the Wind e il fratello ricordò Diana quale essenza del dovere, bellezza, stile e compassione, la principessa che in tutto il mondo era il simbolo dell’altruismo verso i più piccoli.