Si è svolta questa mattina una cerimonia commemorativa in occasione del 37° anniversario della morte del Carabiniere Romano Radici, Medaglia d’Argento al Valor Civile, ucciso il 6 dicembre del 1981 da un terrorista nei pressi della Piramide Cestia a Roma.
Dopo gli onori militari resi dalla Guardia d’Onore, il Colonnello Francesco Gargaro, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Roma ha deposto, a nome dell’Arma dei Carabinieri, una corona di alloro alla lapide che ricorda il militare, situata all’ingresso della caserma del Nucleo Radiomobile di Roma, in Via dell’Oceano Indiano.
Alla cerimonia, oltre alla vedova e ai figli del Carabiniere Radici, erano presenti una rappresentanza delle istituzioni e delle forze dell’ordine della Capitale, ex colleghi, una delegazione della Rappresentanza Militare e 40 alunni dell’Istituto Scolastico “Via Giuliano da Sangallo” di Ostia, nel corso dell’anno già ospitati presso la caserma dei Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma nell’ambito di un incontro per la “Cultura della Legalità”, che hanno intonato l’Inno Nazionale.
Il Carabiniere Romano Radici nato a Roma il 5 agosto del 1943, il 6 dicembre del 1981 si trovava in compagnia di un altro militare, di servizio a bordo di una gazzella del Nucleo Radiomobile in zona Piramide Cestia. Durante il controllo di due giovani sospetti, uno di questi, rilevatosi poi un pericoloso terrorista, ha estratto la pistola colpendo a morte il militare.
Per quanto sopra Radici è stato insignito della Medaglia d’Argento al Valor Civile con la seguente motivazione:
CARABINIERE ROMANO RADICI, MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR CIVILE.
“Conduttore di autoradio di Nucleo Radiomobile, già distintosi nella lotta contro la delinquenza organizzata, mentre con responsabile impegno procedeva alla identificazione di due giovani in atteggiamento sospetto, veniva mortalmente raggiunto da colpi d’arma da fuoco proditoriamente esplosi da uno dei malviventi, identificato poi in un pericoloso terrorista, sacrificando la vita ai più nobili ideali di coraggio ed alto senso del dovere”