NEL MARZO DEL 1945 LA NOBILDONNA GIULIA FLORIO D’ONTES PRINCIPESSA DI TRABIA E BUTERA NOMINAVA IL CAPO MAFIA CALOGERO  VIZZINI “UTILE GESTORE” DEL FEUDO MICCICHE’.A QUESTO  PASSO LA PRINCIPESSA ERA STATA INDOTTA DAL DUPLICE PERICOLO CHE MINACCIAVA LA SUA PROPRIETA’:IL BANDITISMO E L’AGITAZIONE DEI CONTADINI DEL VILLAGGIO VILLALBA CENTRO DI MISERIA COSTRUITO SUL RAPIDO PENDIO DI UN COLLE CON CASE MISERE CHE PRENDEVANO LUCE DALLA PORTA.NEL LETTO DI PAGLIA DORMIVANO ADULTI,BAMBINI E ANIMALI.QUI LA MAFIA DEL FEUDO IMPERAVA.I CONTADINI  ASSOCIATI NELLA COOPERATIVA LIBERTA’ AVEVANO CHIESTO L’ESPROPRIO DEL FEUDO PERCHE’ IN PARTE INCOLTO E IN PARTE MAL COLTIVATO. LE LORO RICHIESTE SI RIFERIVANO ALLE LEGGI 13 FEBBRAIO 1933 E 2 GENNAIO 1940 CHE PREVEDEVANO LA COSTRUZIONE DI 65 CASE COLONICHE E LA DEMOLIZIONE DEI TUGURI MENTRE,IN REALTA’ LA NOBILDONNA FLORIO NON AVEVA FATTO COSTRUIRE NEANCHE UNA MA PRETENDEVA IL PAGAMENTO DEL CANONE D’AFFITTO CHE DOVEVA RISCUOTERLO DON CALO’.L’ONOREVOLE SALVATORE ALDISIO ALTO COMMISSARIO PER LA SICILIA AVOCO’ A SE LA PRATICA E DI SUO PUGNO SCRISSE A MATITA ROSSA SULLA COPERTINA DEL FASCICOLO DA NON FAR PROSEGUIRE E ARCHIVIARE.LA COOPERATIVA LIBERTA’ DEI CONTADINI SI SCIOLSE E DON CALO’ NE COSTITUI’ UN’ALTRA CHE INSIEME AI SUOI FRATELLI PRETI E AI SUOI DUE ZII ARCIVESCOVI LA DOMENICA USCIVANO IN PROCESSIONE E I LORO AMICI GRIDAVANO A SQUARCIA GOLA VIVA LA MAFIA,VIVA LA DELINQUENZA,VIVA DON CALO’,VIVA I NOSTRI AMICI ITALO AMERICANI. AMMINISTRARONO I BENI DELL’ARISTOCRAZIA AGRARIA CHE SI RITIRAVA DALLE CAMPAGNE E ANDAVA A VIVERE NELLE CITTA’ SICILIANE LASCIANDO ALLA MAFIA IL COMPITO DI RISTABILIRE L’ANTICO ORDINE DEI PRIVILEGIATI E DELLA SERVITU’ SCHIAVIZZATA PER CUI OVUNQUE NASCEVANO SPONTANEI CORTEI DEI CONTADINI CHE VENIVANO FERMATI DALLA MAFIA CHE COMMETTEVA OMICIDI,RAPINE E UCCIDEVA CARABINIERI E SINDACALISTI DI SINISTRACHE STAVANO ALLA TESTA DEI CORTEI.IL PARTITO DI DESTRA DEL MOVIMENTO CATTOLICO NON SI SCHIERAVA PER APPOGGIARE LA LOTTA DEI CONTADINI E SI AFFIANCAVA AL CLERO.COLONNE DI CONTADINI A CAVALLO E A PIEDI ACCOMPAGNATI DALLE LORO MOGLIE E FIGLI,CON LE BANDIERE DELLA CAMERA DEL LAVORO SI RECAVANO NEI FEUDI E PROCEDEVANO A SOMMARIA LOTTIZZAZIONE SIMBOLEGGIATA DA UN SOLCO O DA UNA LINEA DI CONFINE FORMATA DA ALCUNE PIETRE POSTE IN FILA.LA CORTE DI CASSAZIONE CHIARI’ CHE L’OCCUPAZIONE DI TERRENO RIVOLTA A SOLLECITARE LA PRATICA LEGALE DI CONCESSIONE RIENTRAVA NEI RIGORI DELLA LEGGE.ANCHE I MINATORI DELLE SOLFATARE E I FERROVIERI EBBERO UN PESO DETERMINANTE NELLA LOTTA DEI CONTADINI.NEI LORO CORTEI SVENTOLAVANO LA BANDIERA ROSSA CON FALCE,MARTELLO E STELLA.ANCHE ALCUNI PRETI ABBRACCIARONO QUESTA  CAUSA.NELLE ELEZIONI POLITICHE DEL 1946 LE SINISTRE CONQUISTARONO QUASI TUTTE LE AMMINISTRAZIONI COMUNALI.CI SI ILLUSE CHE ERA ARRIVATA LA FINE DELLE VECCHIE STRUTTURE FEUDALI CORROTTE E VIOLENTE CONTRO I LAVORATORI.LA MAFIA INCOMINCIAVA A NON ESSERE CIRCOSCRITTA NELL’AMBITO DEL FEUDO SICILIANO E ASSURGEVA A FENOMENO NAZIONALE CON RAPPORTI COL GANGSTERISMO INTERNAZIONALE E SI AVVIAVA A DIVENTARE LA TESTA DI PONTE DEL TRAFFICO DELLA DROGA CHE DAL PACIFICO,VIA MEDITERRANEO,DIROTTAVA PER L’ATLANTICO.LA MAFIA NON ERA PIU’ FENOMENO ISOLANO,DIVENTVA PARTE INTEGRANTE DEL MOVIMENTO CRIMINOSO DEL BACINO DEL MEDITERRANEO.PANTALEONE NEL 1958 PUBBLICO’ NELL’ORA DI PALERMO,NELL’ESPRESSO E IN ITALIA DOMANI DI ROMA LE SUE INCHIESTE E L’INDAGINE STORICA PER CHIARIRE E DOCUMENTARE DI VOLTA IN VOLTA IL MANIFESTARSI DEL FENOMENO MAFIOSO NEI VARI SETTORI (AGRUMICOLTURA,CANTIERI,ABIGEATO,AREE PREFABBRICABILI,STUPEFACENTI ECC…)EVIDENZIANDO UNA SEMPRE PIU’ PREOCCUPANTE RECRUDESCENZA DEL FENOMENO MAFIOSO CHE ASSUMEVA PROPORZIONI MAI PRIMA REGISTRATE.UNA PARTE DELLA CLASSE POLITICA DIRIGENTE DI DESTRA OSTENTAVA DI IGNORARE O ADDIRITTURA NEGAVA LA GRAVITA’ DEL FENOMENO,E QUASI TUTTA LA STAMPA D’INFORMAZIONE NAZIONALE E ISOLANA TENDEVA A MINIMIZZARLA,MENTRE LARGA PARTE DEL POPOLO SICILIANO SI ADATTAVA O SI RASSEGNAVA ALL’IMPRESSIONANTE CATENA DI CRIMINI.IL MARESCIALLO DEI CARABINIERI PIETRO PURPI CHE ADDIRITTURA AVEVA CONTROFIRMATO I DOCUMENTI PER LEGITTIMARE IL PORTO D’ARMI VENNE UCCISO.

Il primo maggio 1947 in contrada Portella delle Ginestre si consumò la famosa strage del bandito Giuliano che sparò sui lavoratori in festa con raffiche di mitragliatrice americana,sparò sui contadini che erano accorsi dai tre paesi della provincia di Palermo San Giuseppe Jato,San Cipirello,Piana degli Albanesi già Piana dei Greci sui variopinti carretti siciliani per festeggiare la festa dei lavoratori.Seduti a piccoli gruppi sulle rive del laghetto artificiale mangiavano pane e formaggio e favette fresche.Attendevano gli oratori che dovevano far comizi.Si sentirono spari e credettero che si trattasse di mortaretti ma ben presto le urla dei feriti,i corpi caduti,le bestie a terra sanguinanti rivelarono la vera natura degli spari,non si trattava di mortaretti di festa per l’arrivo degli oratori ma di raffiche di mitragliatrice che durarono per circa tre minuti e alla fine giacevano sul terreno 11 morti e 56 feriti oltre un certo numero di quadrupedi abbattuti.Questo non fu il solo delitto di Salvatore Giuliano anche se fu il più clamoroso.La sua banda si accanì contro gli iscritti delle organizzazini sindacali e delle sedi dei partiti di sinistra.Più volte tentarono di uccidere l’onorevole comunista Li Causi.I due sindacalisti Vincenzo Lo Iacono e Giuseppe Carubia morirono bruciati da due bottiglie di benzina in fiamme lanciate nei locali dell’associazione dei contadini di Partinico.Piana degli Albanesi era controllata da una potente famiglia mafiosa il cui capo,don Ciccio Cuccia era addirittura il Podestà.Quando il Duce Mussolini,scortato da ingenti forze di polizia,si recò a visitare il paese don Ciccio gli fece da accompagnatore e,ad alta voce per farsi ascoltare dai paesani disse al Duce:che bisogno c’era di tanti sbirri che vi fanno da scorta?Voscenza accanto a mia non ha da temere niente perchè tutta la zona la comando io e poi rivolto ai suoi uomini disse:nessuno tocchi un capello a Mussolini il mio migliore amico.Mussolini rimase allibito perchè il prefetto mandato da lui per stabilirvi l’ordine fascista aveva messo lui sotto la protezione della mafia.Due mesi dopo don Ciccio si recò a Roma dal Duce che diede ordine al prefetto di arrestarlo quando don Ciccio si sarebbe imbarcato per ritornare in Sicilia.Ciò avvenne e don Ciccio fu condotto a villa Mori come allora la gente ironicamente chiamava il carcere dell’Ucciardone.I decreti dei ministri dell’agricoltura Gullo (comunista) e Segni (democristiano) avevano dato una nuova base di legalità al movimento spontaneo per l’occupazione delle terre e per rendersi conto partecipavano alle riunioni dei lavoratori che tenevano le  loro assemblee.Diventava sempre più chiaro che il latifondo siciliano era un’offesa per la civiltà dell’isola e la mafia una macchia criminale per il popolo siciliano.Si cercava di arrivare ad un patto di concordia e collaborazione tra proprietari e contadini che dovevano pagare la giusta rendita che spettava ai proprietari ma non doveva esserci l’intermediazione del gabellotto mafioso che divenne autorevole procacciatore di voti politici e accompagnatore dei deputati della destra clericale.All’indomani di un efferato delitto di mafia in parlamento un deputato della destra osò dichiarare che la mafia non esisteva se non nella fantasia dei comunisti nemici dell’isola.Avvenne anche che tale deputato si recò personalmente presso il commissariato di polizia per far scarcerare i due individuati esecutori dei delitti dei due sindacalisti perchè erano galantuomini  e suoi amici.Il commissario e il maresciallo erano ben consapevoli che se non avessero eseguito gli ordini avveniva,se erano fortunati,un trasferimento in altra sede senza la propria famiglia.Il capo della mafia siciliana don  Vito Cascio Ferro possedeva una flottiglia di pescherecci su cui veniva imbarcato il bestiame rubato per essere portato in Tunisia dove emissari di fiducia si incaricavano della vendita.Con tali pescherecci anche i mafiosi che clandestinamente emigravano in America per sfuggire ad una sentenza o ad una vendetta venivano trasportati in alto mare per essere poi trasbordati su bastimenti più sicuri alla navigazione.Don Vito, semianalfabeta,di bell’aspetto era ossequiato da altissime personalità che facevano la fila per baciargli la mano.Il solo delitto di cui si vantò fu quello del poliziotto italo americano venuto clandestinamente a Palermo per studiare da vicino la mafia ed individuare i legami di essa con la mano nera.Si trattava di Jack Petrosino che venne tradito dai due volontari siciliani che lo accompagnavano e che indicarono ai loro amici criminali la vera identità dell’italo americano.In America l’italo americano Lucky Luciano aveva fatto grande fortuna con le truccate corse dei cavalli e la prostituzione.Fu incarcerato ma rilasciato per recarsi in Sicilia a preordinare le operazioni dello sbarco degli alleati (14 luglio 1943) in cambio doveva essere messo dalle autorità americane in libertà.Molti furono i gangsters venuti in Italia con le truppe alleate in veste di liberatori.Seppero ben insegnare ai mafiosi tutti i metodi e la tecnica moderna della delinquenza americana.Parlavano il dialetto siciliano e facevano salire sui carri armati i più notevoli fidatissimi della mafia che tenevano sgombra la via da un mare all’altro tanto che le truppe avanzavano nel centro dell’isola con un notevole margine di sicurezza.Si rafforzava il movimento politico separatista appoggiato dall’aristocrazia agraria che aspirava a far diventare l’isola territorio degli Stati Uniti d’America.Don Calò fece parte del movimento separatista ma quando esso fu liquidato passò alla Democrazia Cristiana.La confluenza della mafia nella Democrazia Cristiana cominciò a farsi avvertire nel momento in cui tramontava l’astro politico del capo del movimento separatista Andrea Finocchiaro Aprile.E’ stato quello il momento in cui la mafia ha cominciato a guardare la Democrazia Cristiana come un porto di sicuro rifugio per sbarrare la strada all’avanzata dei comunisti e lo sviluppo delle camere del lavoro.I due massimi esponenti della D,C,Mattarella e Aldisio decisero di risolvere la situazione costituendo sezioni del partito al confine delle provincie di Caltanissetta e Agrigento notoriamente zone di mafia.Credevano che la loro vittoria avrebbe sedato i contrasti tra le varie correnti democristiane ma ciò non avvenne.Fu la mafia che con il suo grande potere riuscì a creare l’unità elettorale della Democrazia Cristiana.Don Minzoni,arciprete antifascista,di Argenta ,venerdì 23 agosto 1923 fu ucciso a bastonate dai sicari fascisti.Ma chi era Don Minzoni?Da quale dinastia ideologica proveniva?Un prete politicamente animoso,imprudente oppure qualcosa di diverso e di più complesso?Le lotte agrarie sempre più violente ed aspre dalla Sicilia di Portella delle Ginestre alla Romagna fascista si colloca in questo quadro l’opera di Don Giovanni Minzoni che non è frutto di un focoso parroco,frutto dell’imprudenza,dell’ingenuità e impulsività,ma il risultato di un rifiuto morale ed ideologico consapevole intransigente della violenza razzista del regime fascista.La sua fede era incrollabile nell’azione,straordinaria era la sua umanità per cui oggi dovrebbe essere un punto di riferimento per la comprensione della storia del fascismo.Stupende sono le sue preghiere,tra le tante scelgo questa:O vecchia terra agitata dal soffio dei nuovi tempi,sul vecchio tronco delle tue memorie fiorisca anche per te,per il sangue dei tuoi figli una nuova vita.Non le lotte violente,non l’odio che divide ed opprime ma giustizia e pace cui aspiriamo per vivere non come bruti ma come fratelli uniti dagli ideali religiosi laici e politici.Argenta quel venerdì fu in lutto.Tutti i negozi chiusi.Sicuramente l’opinione della piazza preoccupò non poco le autorità politiche fasciste se la sera stessa quando non era stata fatta l’autopsia al cadavere si vide sui muri cittadini il seguente manifesto firmato dalla federazione fascista di Ferrara.Diceva:cittadini,fascisti Don Minzoni è stato ucciso vittima di un criminale efferato delitto.Alla memoria di Don Minzoni che fu un coraggioso avversario noi diamo il tributo del nostro cordoglio.Durante la notte alcuni cattolici strapparono il manifesto.Il sabato mattina a Ferrara,in piazza,veniva distribuito il seguente foglietto dattiloscritto:la famiglia dell’ucciso ha espresso vivamente il desiderio che i fasci non siano rappresentati ai funerali.I fascisti implicati per il massacro furono:Italo Balbo capo dello squadrismo agrario ferrarese e comandante generale della milizia mandante del delitto;Beltrani Tommaso capo delle spedizioni punitve.E’ lui che tradisce Balbo e poi vende ai repubblicani per settemila lire il retroscena dell’assassinio di Don Minzoni,Forti Raul e Ciaccia Carlo squadristi.I complici furono:Maran Agusto maestro elementare,Caranti Alessandro,Guaraldi Agostino centurione della milizia RAS,Lanzoni Antonio staffetta dei sicari impiccatosi nel 1947.Gli esecutori furono gli squadristi Molinari Giorgio,ucciso in una rissa e Casoni Vittore morto sotto il treno in un passaggio a livello.E’ proprio vero ciò  che nel 1876 la commissione parlementare d’inchiesta condotta dal procuratore di Girgenti scrisse a proposito della mafia:se capitano dei poveri disgraziati che non hanno protezioni,impegni,denari nè appartengono alla mafia,si può stare sicuri,non troveranno indulgenza alcuna,e si avranno verdetti severi e giusti.Bel altro è poi se gli imputati appartengono alla classe agiata,ovvero alla mafia;per qualunque atroce crimine si può stare sicuri di ottenere verdetti di incolpabilità.Luca Tescaroli procuratore della repubblica che si occupò della strage di Capaci,dell’omicidio di Calvi,dell’inchiesta mafia capitale e delle brigate rosse afferma:individuare e punire i reati commessi dai cosiddetti colletti bianchi (avvocati,notai,imprenditori,impiegati,politici corrotti) è paticolarmente importante in democrazia.La sistematica impunità è espressione di profonda disuguaglianza sociale eppure i provvedimenti da prendere sono semplici basterebbe la volontà politica di chi ai posti di potere non è implicato in affari di corruzione.Marco Lillo giornalista investigativo  vice direttore del Fatto Quotidiano scrive:da quando la mafia ha fatto la sua comparsa sulla scena pezzi importanti della politica e delle classi più abbienti hanno mostrato di non avere alcuna intenzione di debellarla.Il mafioso è un malandrino e vuole essere rispettato.Se è offeso non ricorre alla giustizia,alla legge se lo facesse darebbe prova di debolezza e offenderebbe l’omertà.Forti sono i legami tra mafia e massoneria.I giornalisti Gianni Barbacetto e Marco Maroni sono concordi nelll’affermare che condoni fiscali edilizi,amnistie e indulti costituiscono una macchina che in Italia è sempre in moto.E’ partita nella prima repubblica e ha continuato a correre nella seconda.E’ stata guidata disinvoltamente dal centro destra ma anche dal centro sinistra.Ed è arrivata sbuffando fino ad oggi.Ognuno ha i suoi da salvare e da tirarli fuori dai guai.La giornalista e scrittrice tedesca Petra Reski afferma:la Germania rappresenta per le organizzazioni criminali italiane il luogo ideale dove fare affari.Non solo per la sua solida economia che la caratterizza,ma soprattutto per la completa sottovalutazione della presenza mafiosa nel suo territorio e per il lacunoso quadro legislativo esisente in materia.Una situazione che va a vantaggio non solo per cosa nostra,drangheta,sacra corona unita e camorra ma anche dei ceti imprenditoriali tedeschi che fanno finta di non vedere  i metodi usati dai loro amici d’affari italiani.E dopo la caduta del muro di Berlino la mafia ha rivolto lo sguardo verso la Germania dell’Est.Dalle approfondite indagini coraggiose della Bocassini e di Nicola Grattieri per la Lombardia la mafia calabrese è la seconda casa in Italia.La Germania lo è per l’Europa.Fiammetta Borsellino,a ragione afferma:se mio padre fosse stato adeguatamente sostenuto e difeso dallo stato al cui servizio lavorava,sicuramente non avrebbe fatto quella fine.Molti furono i depistaggi successivi al suo omicidio avvenuto il 19 luglio del 1992.L’avvocatessa di Cassazione Caterina Malavenda afferma:ci sono diversi modi per mettere a tacere un giornalista.Uno è sicuramente la violenza esplicita espressa con chiarezza e precisine inequivocabile fatta di minacce e aggressioni:Un altro,ben più subdolo è l’uso pretestuoso della querela per diffamazione strumento che in un periodo caratterizzato da una grande incertezza lavorativa per i giornalisti diventa ancora più efficace.Il precariato,infatti,coniugato con il pericolo di dover risarcire di tasca propria è un mix capace di fiaccare chiunque.Saverio Lodato,giornalista e scrittore per lUnità scrive:la mafia è sempre stata il risultato di un gigantesco assemblaggio di pezzi dei più svariati poteri criminali di assassini,affaristi nemici della collettività e dei suoi sacri diritti.Il magistrato in pensione Giancarlo Caselli che si occupò di terrorismo,mafia-massoneria scrisse:Piersanti Mattarella era un esponente di rilievo nazionale della Democrazia Cristiana convinto sostenitore di una fase politica di apertura a sinistra.Avviò una campagna moralizzatrice all’interno del suo partito volta all’allontanamento dei personaggi più compromessi con la mafia e al ripristino della legalità nella gestione della pubblica amministrazione specie in materia di appalti.Venne ucciso con tre colpi di pistola la mattina del 6 gennaio 1980 a Palermo.Pochi mesi prima dell’omicidio Piersanti si recò a Roma per denunciare la gravità e la drammaticità del proprio isolamento.Così avvenne per il prefetto Carlo Alberto Della Chiesa isolato e ostracizzato dalla corrente andreottiana da lui individuata come uno degli assi portanti del sistema del potere politico-mafioso.Del polipartito Andreotti facevano parte Vito Ciancimino responsabile dello scempio urbanistico di Palermo.In una notte firmò 4000 licenze edilizie tutte a favore di un carrettiere digiuno di calce e mattoni.Salvo Lima fu punto di riferimento di varie famiglie mafiose che a lui si rivolgevano anche per l’aggiustamento dei processi.I cuigini Salvo,massoni e mafiosi possessori di un impero economico finanziario gestito dalle loro esattoria private.Michele Sindona riciclava il denaro per cosa nostra.Fu il mandante per l’uccisione di Giorgio Ambrosoli che si era opposto al salvataggio di Sindona bancarottiere.I due processi Andreotti e Dell’Utri si possono leggere in parallelo.Andreotti protagonista assoluto della vita politica italiana,Dell’Utri protagonista decisivo di quella imprenditoriale politica.Operava come mediatore contrattuale tra cosa nostra e Silvio Berlusconu.I fatti gravissimi che riguardavano Andreotti sono stati cancellati per prescrizione o stravolti.Di Dell’Utri si parla solo delle sue condizioni di salute per la richiesta degli arresti domiciliari.Il 1974 si è aperto con una sgnificativa iniziativa partita dalla magistratura e sancita dal governo di chiaro segno antifascista.Con una sentenza senza precedente l’organizzazione neo fascista di ordine nuovo fondata nel 1956 dal deputato missino Pino Rauti è dichiarata fuori legge e condannò a pene consistenti i suoi dirigenti che si danno alla macchia.Il verdetto è dello stesso magistrato romano che nella sentenza di rinvio a giudizio contro Valpreda aveva dedicato un intero capitolo convinto che erano false le accuse contro ordine nuovo.Tre anni di lavoro,di ricerche e di esperienza lo hanno persuaso del contrario.Emanò oltre 40 condanne,100 mandati di cattura o di comparizione contro gli ordinovisti.Molti di loro hanno avuto a che fare con altre organizzazioni analoghe che formarono il tessuto ragnatela delle trame nere che hanno affiancato i boia chi molla della sommossa di Reggio Calabria in cui l’ordine pubblico viene turbato da continui disordini ed attentati.Si crea nello stato una breccia così vasta con barricate sfruttando una disputa campanilista con Catanzaro per la scelta della capitale della regione.Il gruppo principale dei facinorosi era guidato da Ciccio Franco che parteciparono nell’estate del 1964 ad un corso di addestramento paramilitare tenuto da ufficiali del Sifar in una località della Sila. Opervano indisturbati anche nei capoluoghi del lomnardo veneto.Negli scontri tra questi terroristi e forze dell’ordine fu ucciso l’agente Annarumma.Subito dapo la sua morte alcuni reparti delle forze dell’ordine si rifiutarono di uscire dalla caserma e prestare servizio contro questi terroristi che cantavano a squarciagola questi versi:il 25 aprile è nata una puttana le hanno messo per nome Repubblica Italiana.Don Andrea Gallo portò per oltre 50 anni,sempre sulla strada,sul marciapiede,sempre in mezzo agli ultimi con i suoi 6 personalissimi Vangeli,il messaggio di Gesù.Diceva:sono indignato,sono proprio incazzato,non si può dire ma è così.Sono indignato prima di tutto contro l’indifferenza di tutti coloro che continuano a far finta di niente e adesso invocano un cambiamento ma sono anche moralmente sollevato perchè una minoranza sempre più consistente che da tempo attacca il pensiero unico di falce  martello e stella sta avendo sempre più forza e prospettive per rinascere dalle ceneri.Forte sarà il desiderio di una nuova politica c’è un vento nuovo che darà la spinta.Per poter parlare di legalità e illegalità bisogna partire dall’idea di persona.Siamo capaci di sottrarci ai pregiudizi e uscire da una sub cultura che parla politichese e teologese?Per impostare una discussione su vita e politica bisogna porre prima di tutto la relazione tra persone.Se non si ha questo imperativo primario,si fa presto ad andare fuori strada in una società dominata dal signore denaro e giocata sulla competizione globale.Gli accampati sul greto,i lava vetri ai semafori,i giovani dei centri sociali,i precari,i cassa integrati,i senza casa,i disturbati mentali,i senza fissa dimora,chi non arriva alla fine del mese,i migranti irregolari,i tossicomani,sono innanzitutto persone,soggetti che hanno autonomia,diritti e responsabilità personale se non c’è questa prima regola si è nella illegalità,nella violenza strutturale che vuole annullare tutti gli emarginati come essere umani visti solamente in termini di problemi da risolvere.Pensiamo e meditiamo:l’illegalità mafiosa,l’illegalità della guerra,dei trafficanti di armi e di droga,l’illegalità del racket vengono poste sullo stesso piano dell’illegalità dei disperati ed emarginati.Quanto la pagarono cara coloro che si batterono per la salvezza dei valori umani del loro popolo! Pensiamo a Nelson Mandela,27 anni di carcere contro l’apartheid,alla disobbedienza civile e ai boicottaggi di Gandhi,a Rosa Parks che si rifiutò di cedere il posto ad un bianco come prescriveva la legge,favorendo la rivolta dei neri nel 1955.L a paura del diverso,la paura di perdere l’identità,la paura di perdere il lavoro:tutte paure oggettive,reali non si possono eliminare,ma la paura è un sentimento che interpella le nostre coscienze ed esige risposte di civiltà.Troveremo l’ottimismo di far rinascere la speranza con la preghiera semplice:dove sono le tenebre portiamo la luce abbattendo gli idoli e rendere visibile il Natale alle persone sole.A partire dal quarto secolo,la data della nascita di Gesù viene collocata per soppiantare la festa pagana del sole.Il nostro Natale arriva da lì.Nel nostro millennio con la minaccia di una catastrofe ecologica è un occidente fortezza che respinge emigranti dove i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri non si può festeggiare il Natale dove la ricchezza dei ricchi è diventata intoccabile.Dal 1850 al 1950 trenta milioni di italiani sono emigrati e noi oggi parliamo di invasione.Don Andrea Gallo può essere considerato il profeta dei nostri tempi anticipò con grande intuizione il cammino da percorrere per riscattare la dignità di tutti senza scivolare nel razzismo e nella xenofobia.Così egli spiegava il concetto di utopia:quando sei convinto che a 300 metri c’è quello che vuoi raggiungere ti rendi conto che  dopo averli percorsi essa è 300 metri più in la.Per questo dici a te stesso:allora l’utopia è veramente irrealizzabile.Invece no! Perchè c’è un aspetto positivo:si sta camminando e l’utopia si realizza strada facendo e porterà sobrietà,solidarietà,fede alla costituzione della Repubblica Italiana che non va rivista sconvolgendola perchè essa è democratica,laica,antifascista e segue il Vangelo lasciatoci da Fabrizio De Andrè ed Ernesto Balducci i quali ci insegnano che l’unica strada cristiana-civile possibile è incarnarsi nella vita dei poveri e degli esclusi,non per essere travolti e isolati ma per vivere insieme realizzando la loro liberazione.Don Gallo è stato definito anarchico,comunista,prete di puttane.transessuali,drogati che gira di notte per i carrugi di Genova.Per questo è stato scomunicato dalla chiesa senza voler capire che egli aiutava con fatti reali tutti i sofferenti con l’intento di cambiare il mondo per applicare non a parole ma nei fatti il messaggio di speranza evangelica.Egli è un prete rivoluzionario di amore e di pace non è tra quelli che leggono il Vangelo per poi immediatamente dimenticarlo.Nel 1960 Don Andrea fu inviato come cappellano alla nave scuola Garaventa che funzionava da riformatorio.La sua impostazione educativa non  prevedeva  metodi repressivi.Diceva ai giovani:la mia bussola così come la vostra deve essere la costituzione.Leggeva e rileggeva l’art.3 che recita:tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge,senza distinzioni di sesso,di razza,di lingua,di religione e di condizione personale e sociale.E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale,che limitano di fatto la libertà  e l’uguaglianza dei cittadini.Commentava sempre gli scritti di Antonio Gramsci per stimolare i giovani a scegliere da che parte stare.Tornanmdo alla strategia della tensione bisogna ricordare che nel mese di dicembre del 1969 Armando Calzolari uomo di fiducia di Juno Valerio Borghese scomparve e fu ritrovato ucciso.Sua moglie Piera Romano racconta che il marito era uscito la mattina di Natale come al solito alle otto con il suo cane setter inglese dicendole che sarebbe tornato verso le dieci.A mezzogiorno la donna comincia a preoccuparsi,si accorge che il marito aveva dimenticato a casa il portafoglio con i documenti.Alle ore 13 scende in strada,vede che la 500 bianca non è parcheggiata davanti casa.Prega un suo amico di accompagnarla al parco di Villa Doria Panphili e apprende dai guardiani che quella mattina non hanno visto il marito.Avverte un Monsignore del Vaticano di recarsi il Questura per denunciare la scomparsa del marito.Il giorno dopo i quotidiani romani danno la notizia in poche righe.Il cadavere di Calzolari viene scoperto un mese dopo dall’operaio di un cantiere edile che lo vede galleggiare insieme alla carogna del cane in un piccolo pozzo.I carabinieri non si erano spinti fin lì perchè la moglie categoricamente aveva escluso che quella non era la meta delle passeggiate di suo marito perchè era strada fangosa e troppo lontana da casa.L’autopsia esclude la presenza di tracce di violenza sul corpo in avanzata docomposizione affermando che si trattava di disgrazia.Senz’altro Calzolari,per salvare il cane caduto nel pozzo si era immerso  e non è stato più capace di uscirne.Piera Romano chiede che non venga fatta nessuna inchiesta sulla misteriosa morte del marito e di archiviare la pratica per non essere economicamente danneggiata.Fatto inspiegabile in quanto suo marito non aveva nessuna polizza assicurativa che le avrebbe permesso di riscuotere subito quanto le spettava.Venne scoperto che un noto carrozziere le aveva emesso un assegno consistente da riscuotere immediatamente.Chi era effettivamente Calzolari?Un ufficiale della marina mercantile promosso commissario di bordo.Procurava e in parte amministrava i fondi oscuri del Fronte Nazionale di Valerio Borghese.Le numerose amicizie all’estero,specialmente in Grecia e negli Stati Uniti,la conoscenza di diverse lingue e la facilità con la quale stringeva rapporti oltre alla sua provata fede di ex Marò della decima MAS facevano di lui un personaggio prezioso per le attività di Borghese.L’ipotesi di un delitto politico viene scritta in un articolo del quotidiano filo fascista di Roma (Il Tempo) che evidenzia che il Calzolari era a conoscenza di fatti molto compromettenti che avvantaggiavano gli avversari politici dell’estrema sinistra.Ci si chiese quali informazioni importanti poteva essere in possesso per castigarlo con la morte.Fidatissimi amici del partito fascista impediscono a Piera di dichiarare che conosceva i rapitori del marito e se ciò si fosse scoperto era pericolosissimo.Il Cardinale Tisserant  che prima di prendere i voti era un colonnello dell’esercito con un incarico di rilievo nei servizi francesi del Medio Oriente insieme al Cardinale della Curia romana Ottaviani e a Mons.Scalzotto assistente spirituale degli studenti dell’università cattolica quando era rettore l’ex fascista Padre Gemelli erano tutti d’accordo di far tacere la vedova Piera.L’irriducibile avversario del regime fascista Sandro Pertini nei suoi scritti ricorda:la mia passione è sempre stata di ordine morale,la mia violenza è sempre stata verbale non materiale.Non ho mai fatto a pugni con nessuno.Ho preso tante legnate dai fascisti,ma non gliele ho mai restituite.Ritengo normale che un uomo di fede abbia momenti di violenza verbale,perchè quando una cosa non va bene l’uomo di fede deve denunciarla.Quando fu confinato a Ventotene il funzionario di polizia addetto alla sorveglianza era Marcello Guida.Poco dopo la strage di Piazza Fontana,Pertini presidente della camera dei deputati si recò a Milano in visita ufficiale e incontrò il questore Guida che voleva stringergli la mano.Pertini si rifiutò e,ad alta voce,gli ricordò della sua ferocia contro i detenuti a Ventotene.Lo fissò gelido e di proposito gli voltò le spalle un gesto che ebbe forte rilievo mediatico.Pochi anni dopo Pertini intervistato dalla giornalista Oriana Fallaci aggiunse che a determinare quel gesto voleva significare la defenestrazione dell’innocente anarchico Pinelli estraneo alla strage di Piazza Fontana.Il cronista dell’Unità Aldo Palumbo ha assistito alla caduta e ha avuto il rapido pensiero:ma cosa diavolo stanno facendo lassù?Perchè buttano uno scatolone dalla finestra?Hanno perduto la testa gli agenti di polizia?Purtroppo non si trattava di uno scatolone ma del corpo di Pinelli.Finalmente si incomincia a fare luce in tutta questa oscura vicenda.Il giudice D’Ambrosio prende ad esaminare con serietà e coscienza la denuncia della vedova Pinelli e invia sei avvisi di reato contro Luigi Calabresi,Panessa,Caracuta,Mainardi,Mucilli e Savino Lo Grano.Tutti testimoni chiave su ciò che avvenne nella notte delle menzogne dal 15 al 16 dicembre 1969.Non si permise a quei magistrati troppo frettolosi ad archiviare la pratica.Pinelli non si è suicidato ma è stato vittima innocente di un vasto gioco crudele.Giuseppe De Lutiis è tra i più autorevoli studiosi del terrorismo e dell’eversione mette in chiaro che i due fenomeni furono finalizzati ad arrestare l’avanzata delle sinistre.Egli scopre molte vicende oscure e sconcertanti della struttura Gladio asociata ad altre associazioni paramilitari.Molti documenti furono distrutti dopo che Andreotti per salvare se stesso dovette accettare e rivelare al parlamento l’esistenza di queste associazioni politiche.Anche se molti tasselli del mosaico delle stragi commesse non esistono più è molto chiaro che a partire dagli anni 60 i terroristi della destra estremista furono gli artefici della strage di Piazza Fontana,di Piazza della Loggia e dell’Italicus.Il 12 aprile del 1965 gruppi di aderenti di avanguardia nazionale interrompono la lezione che Ferruccio Parri stava tenendo all’istituto di storia moderna dell’università di Roma.Lanciano in sala candelotti,lacrimogeni,aggrediscono gli studenti e spintonano Parri.Il Rettore Papi non interviene,non chiama la polizia perchè?L’attività terroristica tendeva ad esasperare l’avversario per costringerlo ad azioni di rappresaglia sempre odiose e impopolari che fortunatamente non avvennero per la responsabilità sia della sinistra che dei cittadini che incominciavano a capire da quale parte avvenivano le stragi.La nave scuola Cristoforo Colombo che doveva essere assegnata all’Unione Sovietica venne fatta saltare nel porto di Taranto dai terroristi di Ordine Nuovo al comando di Rauti.Venne organizzato l’attentato per eliminare il ministro Rumor nella sua abitazione di Vicenza,ciò non avvenne perchè la scorta di polizia che vigilava l’abitazione si rifiutò di accettare questa proposta della destra che naturalmente voleva innescare una reazione a catena.Il giudice Violante si interessò delle inchieste sulle vicende delle trame nere.Incriminò 70 terroristi nazisti fascisti e tra questi era incluso l’ex partigiano Edgardo Sogno.Grande fu lo stupore,gli perquisirono l’abitazione e non si presentò all’udienza,Definì la Repubblica Italiana uno stato di mafiosi e per questo stava lavorando all’elaborazione di una nuova costituzione.Si scoprì che i finanziamenti per tale progetto provenivano dalla Svizzera,dal commercio clandestino di ogni genere comprese droghe diverse.Altra sorpresa scandalosa fu quella di Andreotti costretto a consegnare alla magistratura il dossier informativo che gli possedeva sulle trame nere e al tentato colpo di stato di Valerio Borghese e alla strage dell’Italicus.Il giornalista dell’Unità Saverio Lodato scrisse:diciamocelo chiaramente ci eravamo illusi dopo il max processo,dopo le condanne che la mafia aveva i giorni contati;e invece con l’omicidio di Falcone e Borsellino,la mafia non solo non è stata sconfitta ma continua ad inquinare tutti i settori dell’economia e della politica.Giovanni Tizian giornalista dell’Espresso che si è occupato in numerose inchieste riguardanti la mafia e il terrorismo,vive sotto scorta.Egli scrive mafia capitale non è che l’ultimo tassello che si è andato componendo nel tempo.Per capire come è successo che ndrangheta e camorra si siano presi interi quartieri di Roma,è necessario seguire quel filo nero degli ultimi decenni della storia criminale italiana che unisce il paese da Palermo a Roma,da cosa nostra ai Casamonica passando per la banda della Magliana il terrorismo nero utilizzò i servizi segreti,la massoneria,i candidati alle elezioni politiche e i professionisti insospettabili miscela di mafiosi,corrotti e massoni.Passano gli anni,cambiano i governi,ma le organizzazioni sopravvivono a qualunque cambiamento del quadro politico. Livio Abbate vice direttore dell’Espresso scrive:quella di mafia capitale non è una mafia di importazione,è nata e cresciuta a Roma.Non controlla un preciso territorio,non impone il pizzo ai commercianti,non lascia (quasi mai) morti per la strada,non ha struttura rigida e come le mafie tradizionali preferisce sempre più esercitare il proprio potere attraverso la corruzione. Massimo Carminati,da vecchio fascistone,ha fatto parte dei nuclei armati rivoluzionari.E’ entrato e uscito dal carcere passando quasi indenne dai processi per omicidio,banda armata,terrorismo,rapina e depistaggio.L’apparenza e quella di uno sportivo vestito alla moda,sbruffone,sempre guardingo mentre le persone che incontra mostrano per lui atteggiamento di rispetto,stesse scene che si verificano in Calabria e in Sicilia.Carminati minaccia chi scrive ritenendoli responsabili dei suoi guai giudiziari.Conoscere per deliberare era il motto di Luigi Einaudi.E quindi è fondamentale informare,spiegare e approfondire.Non bisogna parlare solo delle buche nelle strade,ma delle altre voragini che rimangono aperte per poter muoversi contro la mafia e poter vivere in uno stato democratico di diritti e doveri.Il giornalista e scrittore Danilo Chirico scrive:l’antimafia è a un bivio.Il 30 giugno del 1995 Don Luigi Ciotti pubblica un appello su tutti i principali quotidiani italiani per lanciare una campagna da un milione di firme per la legge sui beni confiscati.E’ l’atto di nascita simbolico dell’antimafia sociale.Viene fondata Libera e l’antimafia diventa popolare,entra nelle scuole,si fa cultura diffusa e ottiene importanti risultati legislativi.A quasi 25 anni di distanza il movimento ha perso lo slancio iniziale.Bisogna quindi riprendere lo slancio e,secondo me,è necessaria una lotta decisiva condotta con le battaglie del Partito Comunista che dovrebbe organizzare una rivolta civile facendosi portatore di un nuovo concetto di democrazia che evita la degenerazione e la spaccatura tra istutuzione e i cittadini e nei cortei cantare a squarciagola O Bella Ciao e Bandiera Rossa così come faceva Andrea Gallo.La professoressa dell’università di Bologna Stefania Pellegrini scrive:il Nord Italia ha sempre rappresentato la zona del paese più ricca di opportunità per riciclare e reinvestire gli ingenti capitali frutto di traffici criminali.Ciò ha comportato un vantaggio reciproco tra imprenditori e gli individui legati alla criminalità i quali vivono in simbiosi ma indipendenti gli uni dagli altri.Errore gravissimo non denunciare ciò che sanno o fingono di non sapere.Diventano così elementi collusi con la mafia.Quegli imprenditori che rischiano il fallimento perchè le banche e le società finanziarie non li fanno accedere ai crediti per mancanza delle garanzie da loro richieste è preferibile accettare il fallimento e depositare i loro libri contabili in tribunale.Perchè non rivolgersi alle ricchissime banche vaticane che cristianamente hanno il dovere di assistere chi si trova in difficoltà prestando denaro a lungo termine senza chiedere interessi?Molti politicanti della destra ritengono che accogliere i migranti si ha un mutamento dell’equilibrio sociale.Molti emigranti sono da considerarsi per lo più vittime delle dinamiche mafiose che si servono di loro per commettere crimini.Si può affermare che le regioni del Nord stimolano l’interesse della mafia.Basta pensare al caso di Buccinasco,denominata la Platì del Nord dove la ndrangheta si è radicata e ha germinato organizzazioni criminali.Questa spirale si può spezzare? Si, come?Responsabilizzando imprenditori che devono costituire soggetti che difendono i principi dell’economia legale.Sinteticamente diamo uno sguardo ai giornalisti che lavorano sotto la protezione della scorta.Michele Albanese giornalista del Quotidiano del Sud racconta la sua storia fatta tra restrizione e paura.Egli dice:quando esco dal paese sono costretto a passare per il corso e per la piazza principale e ogni volta accade la stessa cosa:la gente vede passare la macchina sulla quale viaggio,blindata e per questo riconoscibilissima,e accompagna con lo sguardo fino a quando non giriamo l’angolo.Alcuni di quegli sguardi mi feriscono,perchè so quali sono a volte le loro considerazioni.Sono l’unico giornalista calabrese finito sotto scorte.Devi essere fiero di quello che stai vivendo,mi dicono sempre i ragazzi della polizia,divenuti miei fratelli.Amo la mia Calabria,la mia comunità e non sono io che devo andare via dalla mia terra.Ho iniziato molto giovane a fare il giornalista di inchieste.Non vado più al mare,e neanche ai funerali perchè rischierei di essere frainteso.Per molti sono un infame.Mi sono inventato tutto quello che ho scritto e adesso lo Stato paga la scorta che è un lusso.Vorrei che un giorno la mia gente non riverisse i mafiosi ma le persone che cercano di resistere e di contrapporsi allo strapotere di tutte le mafie.Non sto a scrivere dei giornalisti molto noti che vivono sotto scorta come Paolo Borromesi,Sandro Ruotolo,Roberto Saviano ecc..Sono una scampata dell’eccidio della strage di Piazza della Loggia gremita di compagni e di cittadini democratici accorsi alla grande manifestazione indetta dal comitato unitario antifascista e dai sindacati di sinistra.Sei furono le vittime ognuna delle quali esprimeva un preciso impegno nella lotta antifascista.Clementina Calzari la prof:che amava i fiori e che agli alunni chiedeva spirito critico era una mia collega sposata con Alberto Trebeschi.Nelle nostre riunioni Clementina portava in braccio il figlioletto Giorgio di appena un anno.Qualche giorno dopo,dopo i disperati tentativi dei medici,spirarono Luigi Pinto e Vittorio Zambarda lavoratore metalmeccanico che in quella tragica mattina doveva festeggiare insieme a noi,dopo la manifestazione,la sua prima pensione.A poche ore dall’eccidio un messaggio agghiacciante di anticomunismo e di follia nazista con deliranti accenni anti ebraici,firmato Ordine Nuovo,rivendicava la strage.Uno dei corrieri delle bombe costituite in gran parte da tritolo era Silvio Ferrari che non potette festeggiare insieme ai suoi il successo della strage perchè dieci giorni prima fu dilaniato da un ordigno che trasportava sulla vespa.Il P.C. insistette affinchè il  Governo dicesse tutta la verità di cui gli esponenti di estrema destra erano a conoscenza del tessuto delle trame nere.Il 30 maggiio del 1974 i Carabinieri in perlustrazione sorprendono un gruppo armato nei boschi di Pian di Rascino a pochi chilometri da Rieti.Ci fu un conflitto a fuoco e vengono catturati due giovani D’Intimo e Danieletti,un terzo,Giancarlo Esposti muore nella sparatoria.Era amico di Gianni Nardi che assassinò il Commissario Calabrese.Due ore dopo la strage il Vice Questore Aniello Damare mandò una squadra di pompieri per ripulire frettolosamente il luogo dell’esplosione con lo scopo di spazare via reperti e tracce di esplosivo prima che un perito potesse effettuare un sopralluogo.Il gettito dell’acqua volutamente fu rivolto verso di noi manifestanti con lo scopo di allontanarci e di impaurirci perchè potevamo essere testimoni di quanto era accaduto.Le istruttorie della magistratura del 1979 portarono alla condanna alcuni esponenti principali neofascisti fra cui Ermando Buzzi strangolato il 13 aprile 1981 dai suoi amici di merende,Pier Luigi Concutelli e Mario Tuti.Nel giudizio di secondo grado (1982) le condanne vennero commutate in assoluzione che vennero poi nel 1985 confermte dalla Corte di Cassazione.La seconda indagine a seguito di rivelazioni di alcuni pentiti mise sotto accusa altri personaggi della strage che,per insufficienza di prove,in appello furono assolti con formula piena.Ettore Bernabei con Giorgio Dell’Artui nel libro “L’Uomo di Fiducia” raccontano,da testimoni rimasti dietro le quinte per 50 anni,la storia italiana dei potenti democratici e non.Quando bisognava sondare un avversario o un alleato su una certa mossa da fare o da nom fare,quando era necessario favorire  un’alleanza o una rottura,farsi un’idea di una situazione,scegliere un nome per un incarico importante gli uomini di potere consultavano immancabilmente Bernabei mediatore perfetto,silenzioso e fidato.Un vero uomo di fiducia,appunto che senza essere un uomo di potere,era così vicino,così addentro al potere da rappresentare il testimone ideale di quel tempo e dei suoi retroscena più segreti.Secondo me questo libro dovrebbe essere studiato in tutte le scuole di ogni ordine e grado per far capire ai giovani quanto sia necessaria l’informazione per essere così consapevoli di ciò che è successo.E’ così che con il loro voto politico non appoggiano certe contorte teste di legno,fantocci razzisti che governano.Bernabei,per quanto riguarda  la campagna elettorale del 1948 prima ancora del voto,Togliatti e De Gasperi  si erano dati delle garanzie reciproche:se avesse vinto la D:C. i comunisti non avrebbero fatto la rivoluzione.Il governo provvisorio aveva convinto tutti i partigiani a consegnare le armi ma l’attentato a Togliatti riaccese la miccia dell’insurrezione.Togliatti non fu d’accordo e impose la calma ai suoi però ciò diede fiato ai democristiani di destra che chiedevano di mettere il P.C.fuori legge ma De Gasperi si era impegnato affinchè ciò non succedesse.Mosca riversò sui comunisti italiani un fiume di dollari affinchè i comunisti potessero organizrsi sul territorio.La grande industria finanziava la D.C. e gli altri partiti laici.La Chiesa scomunicava i comunisti.Chi professava e riteneva valide le teorie marxiste era  considerato fuori dalla cominità cattolica e quindi non potevano ricevere la camunione vero dramma per i laici comunisti credenti.In particolare la parte terza del libro descrive ciò che è successo in Italia dal 1974 al 1998.Ci fa conoscere la storia dei fondi neri dell’IRI che come tante altre aziende aveva delle riserve finanziarie che non le registrava in bilancio e perciò erano segreti.Cosa faceva l’IRI di queste risorse segrete?risposta:attività promozionale in Italia e all’estero investendo questi capitali in ogni settore redditizio.Per quanto riguarda l’ENEL mette in evidenza che il suo consiglio di amministrazione era fatto a spicchi e ogni consigliere apparteneva a un partito o a un’area di potere.L’ENEL prima della nazionalizzazione finanziava forze politiche di destra.La nazionalizzazione si fece per dare energia a basso costo alle industrie.Ciò costituì formidabili implicazioni internazionali e Mattei fu ammazzato.Da chi e perchè? Mattei insegnò a tutti i paesi produttori di petrolio,tipo Iran,che non si dovevano far fregare dalle grandi compagnie.Fece l’accordo con lo Scià e i grandi petrolieri fecero saltare lo Scià.Lui accolse lo Scià e la moglie Saraya a Roma e sistemò le sue sorelle in Svizzera.Quando lo Scià potè tornare a Theran gli inglesi attraverso i suoi servizi segreti fecero diventare lo Ayatollah Khomeini un personaggio avvolto dall’alone di santità e democraticità e riuscirono  far fuori lo Scià.Questa è la radice storica della situazione attuale.La scena politica è sempre stata un intreccio di conflitti.In ogni luogo prevale chi riesce a persuadere in buona o cattiva malafede una sufficiente coalizione di forze a schierarsi contro un nemico.Dove voglia andare il mondo moderno comandato dai robot è difficile capirlo.Paolo Flores d’Arcais filosofo giornalista fondatore principale di Micromega per una sinistra illuminata quando ha assistito  alla manifestazione di 12mila sardine in Piazza a Bologna ha esclamato:bisognerà vedere se si tratta di una fiammata o realizzeranno qualcosa di non effimero.Paolo nel 2002 è stato uno dei protagonisti della stagione dei girotondi attorno al palazzo di giustizia e ministeri e altri luoghi simbolici.Il movimento nacque per contrastare le politiche e le leggi ad personam di Silvio Berlusconi.L’intento era di dare una risposta forte a difesa della democrazia e della Costituzione.Secondo me le sardine in polemica con le sinistre governative non costituisce un movimento di massa nato spontaneamente,probabilmente il tempo farà luce su questo e sapremo chi c’è dietro le loro quinte che li manovra e li sovvenziona.Speculano sulla crisi del partito comunista e di quella della CGIL ed è per questo probabilmente che non sventolano le loro bandiere che,accostate,tornerebbero a far vibrare le corde della storia dei partigiani italiani che ci hanno liberato dal nazifascismo.I partiti di sinistra non devono essere riformati ma rielaborati per correggere gli errori commessi nel passato e nel presente per non più ricaderci.Bisogna far tornare la sinistra italiana nella società civile e mettere in pratica la nostra Costituzione senza il vaffa…di Beppe Grillo che cova rigurgiti nei fascisti.Al contrario della mia opinione Erri De Luca è convinto che la protesta nasce direttamente in strada e le sardine hanno il sogno di andare oltre i partiti.Il professore Gianfranco Pasquino studioso di politica italiana evidenzia che nel partito comunista si sfornavano proposte e si avanzavano critiche questo perno sociale non esiste più.Oggi esiste il Palazzo e il Popolo.Nel Palazzo è ritornato il PD,il Popolo se l’è preso Salvini seminatore di odio.La sardina Mattia Santori spiega il perchè insieme alle tre sardine Andrea Garriffa,Giulia Treppoloni e Roberto Morotti hanno scelto come simbolo questo pesce semplice,piccolo,indifeso ma quando si spostano insieme creano una massa che sfugge al predatore.Quale sarà il loro prossimo lancio spaziale?Arriveranno ad approdare sul nuovo pianeta della libertà,della giustizia.della corruzione pubblica e privata dopo aver sconfitto il demone razzista con tutti i suoi angeli protettori?Io credo proprio di no.Mi chiedo: è proprio vero che non hanno sete di potere politico e formare un loro partito?Che dire poi della la loro guerra partigiana che sperpera quattrini per far arrivare in piazza i loro credenti da tutta Italia?Da comunista convinta ritengo che,scendendo in piazza stipati come sardine, è difficile che prima o poi non possa scapparci il morto per eventuali scontri con il Truce.

20.1.2020  Virginia Iacopino (studiosa di geopolitica e dei millennari movimenti religiosi che in nome del loro Dio hanno scatenato crociate economiche espansionistiche)