Il presepe vivente, una forma di rappresentazione della natività che coinvolge attori umani nei ruoli di personaggi della storia della nascita di Gesù. Questo evento è stato allestito nell’antico Borgo di Bova Marina, un Borgo che se opportunamente rinnovato – si aspetta sempre, siamo forti ed esercitiamo la speranza – ha tutte le caratteristiche morfologiche per rientrare nel novero dei borghi più belli.

Questa forma di presepe offre un’esperienza coinvolgente e realistica per i visitatori, permettendo loro di immergersi nella storia della nascita di Gesù grazie alla presenza di “attori” che interpretano i vari ruoli e la presenza di animali da fattoria e attrezzi e costumi d’epoca per creare un’ambientazione autentica. . Qui al borgo si sono impegnati più con la fantasia e con le risorse umane e materiali disponibili – i bovesi se sollecitati e motivati non si tirano mai indietro – che con i mezzi a disposizione. Un’occasione per riflettere sul significato del Natale e sulla storia della natività in un modo più coinvolgente rispetto al presepe tradizionale.

A conclusione di questo periodo che ha avuto l’abbrivio con la nascita di Gesù arriva l’Epifania, una festa cristiana che commemora la visita dei Re Magi a Gesù bambino e la loro adorazione di lui come Figlio di Dio. Il termine “epifania” deriva dal greco “epiphanéia”, che significa “apparizione” o “manifestazione”.

Questa festa ha un significato profondo all’interno della tradizione cristiana, in quanto rappresenta la rivelazione della divinità di Gesù agli uomini. La venuta dei Re Magi, che erano considerati come sapienti e potenti, rappresenta la promessa che il Messia non sarebbe stato solo per il popolo ebreo, ma per tutta l’umanità. La loro adorazione di Gesù simboleggia l’accettazione universale della sua divinità.

L’epifania è anche associata al concetto di “illuminazione” o “rivelazione”, poiché rappresenta il momento in cui la verità divina si rivela agli uomini.

In conclusione, l’epifania ha un significato sia religioso che spirituale. Rappresenta la manifestazione della divinità di Gesù e la sua universalità, così come la ricerca della verità e della saggezza nelle nostre vite. È un momento di riflessione e di illuminazione, che invita le persone a cercare la verità e la luce nella propria esistenza.

Ma pochi adulti ci pensano e i bambini non possono che concentrarsi sulla Befana.

La Befana (da Epifania, dal greco ἐπιφάνεια, epifáneia, poi bifanìa e befanìa)  è una vecchia donna che consegna doni e dolciumi ai bambini in tutta Italia alla vigilia dell’Epifania (la notte del 5 gennaio) come Babbo Natale e i Re magi. Li lascia nelle calze, a volte aggiunge carbone con valenza di monito per qualche marachella compiuta.

La nostra memoria si rivolge al passato quando ogni sera appendevamo ad una lunga corda le calze scegliendole tra quelle più capienti, attendendo il mattino con le gradite sorprese

Secondo la leggenda, la Befana era una donna molto ospitale che un tempo viveva sola e quando i Re Magi chiesero il suo aiuto per trovare il cammino verso Betlemme per portare doni al bambino Gesù, lei rifiutò. Successivamente, pentita del suo gesto egoista, andò a cercare i Magi e i loro doni, ma non li trovò mai. Da allora, la Befana vola di casa in casa, lasciando regali ai bambini nella speranza di trovare Gesù.

La figura della Befana rappresenta la fine della stagione natalizia e l’inizio del nuovo anno, oltre che la possibilità di redenzione e di perdono. La sua presenza durante l’Epifania è considerata un forte legame con la tradizione popolare e attribuisce un significato simbolico alla festività.

La festa della Befana ha origini pagane legate alle festività romane delle Calende di gennaio, che celebravano il nuovo anno e l’inizio del periodo agricolo. La figura della Befana potrebbe derivare da antiche divinità pagane legate alla fine dell’inverno e alla nascita di un nuovo ciclo stagionale. Successivamente, la tradizione si è mescolata con elementi cristiani, diventando parte delle celebrazioni dell’Epifania.

Quello che conta è il significato profondo:

L’Epifania sottolinea l’importanza della ricerca spirituale e dell’apertura verso gli altri, in quanto i Re Magi provenivano da Oriente e da culture diverse, alle quali sono poi tornati, e sono stati accolti con gioia e rispetto dalla Sacra Famiglia. Questo messaggio di accoglienza e inclusione rimane attuale soprattutto oggi, e l’Epifania è un’occasione per riflettere su come possiamo accogliere e riconoscere la presenza di Dio nelle persone e in tutte le culture diverse.

ECCO L’INTERPRETAZIONE DI ROCCO CRISEO

Ed eccoci alla fine di questo percorso festivo che tra il sacro e il profano ci ha portato al nuovo anno. Per la gioia dei piccoli ma anche dei grandi c’è un altro giorno di festa da vivere:

      E RRIVA A BEFANA

Passau Natali e rriva a Pifanìa,

finir’i jorn’i spassu e d’allegrìa,   

cu spasi di buffeḍḍi e di petrali,

nd’jinchimm’a panza a son’i pasturali.

Ndavimu tutti u stomacu pisanti

e nc’è na festa ancora ccá davanti,

u sei gennaiu è u jornu da Befana,

na vecchjareḍḍa ch’esti propriu strana.

Gira lu mundu e vola cu na scupa

e non nc’è versu mai mi si sdirrupa,

trasi nte casi e cerca cazzettuni,

si sciala quand’i jinchi di carbuni!

S’a guardi non ti faci simpatìa,

ca tutt’i festi si li porta via

e a notti s’u celu esti stiḍḍatu,

nta luna vola iḍḍa di filatu.

Veni di prescia cu li scarpi rutti

e nu regalu voli fari a tutti,

chi teni a ncoḍḍu nta lu so burzuni,

è nu misteru pe tutti li persuni.

“Befana, si a cazzetta avi un pertusu,

è megghju mi ti menti e fai lu fusu,

ca ripezzandu passa a fantasia,

cusí stu’ jornu lu cacciamu via!

Ca nta’ chist’annu novu nui rrivammu 

e di li festi ormai ndi sazijammu,

fandi u favuri, non ndi siḍḍijari,

ca è l’ura mi si torn’a travagghjari.”

Mi guarda cu ḍḍu nasu a form’e beccu

e dici a mmia: “Quantu tu si sceccu,

ma non capisci chi sta festa mia,

tuttu lu mundu jinchi d’allegrìa?”

          Rocco Criseo