In una intervista a Famiglia cristiana il cardinale segretario di Stato afferma che prima di tutto le armi devono tacere: se a prevalere sono gli interessi di parte “siamo destinati a non avere un futuro” Leggi Anche 12/10/2022
La salvezza del pianeta è in fondo una questione di schemi. Ci sono gli schemi del confronto, del dialogo realistico, del “gesto di fiducia” capace di superare le rigidità dell’odio e le ferite che ogni conflitto infligge ovunque. E ci sono gli schemi di guerra che fomentano l’opposto, gli interessi di parte, “la violenza, la prevaricazione, le colonizzazioni economiche e ideologiche, a legge del più forte”. Per il cardinale Pietro Parolin non c’è dubbio che con il secondo schema l’umanità rischia di “precipitare in una spirale senza ritorno, dalle conseguenze catastrofiche”.
Non c’è giustizia senza perdono
Il segretario di Stato parla a Famiglia cristiana, in una intervista che il settimanale pubblica sul numero di domani. Lo spunto sono gli appelli che con insistita puntualità il Papa rivolge da febbraio per chiedere la fine del dramma che ha sconvolto l’Ucraina. ”Non solo ritengo la tregua plausibile, ma la giudico necessaria e urgente”, sostiene il segretario di Stato, il quale ribadisce che “la pace si costruisce sulla giustizia e sul diritto” e, citando Giovanni Paolo II, che tuttavia “non c’è giustizia senza perdono”. A sua volta il perdono “richiede la conversione, ossia un cambio di atteggiamento che si rispecchi nelle azioni”.
“Far cessare il crepitare delle armi”
Il cardinale Parolin non fa previsioni. “Non sono in grado di dirle quale pace sia possibile”, osserva, ma certamente “far cessare il crepitare delle armi, i bombardamenti, le distruzioni, è un primo passo necessario”. Un passo che sia “accompagnato e favorito – sottolinea – da gesti non di minaccia, ma di fiducia e di buona volontà, che creino le condizioni per il dialogo e aprano la strada a negoziati. Il Papa su questo è stato chiaro”. Purtroppo, rileva il porporato, “ci siamo quasi abituati alle notizie sulla guerra: non solo ritengo la tregua plausibile, ma la giudico necessaria e urgente. Speriamo e preghiamo che l’appello di Francesco sia ascoltato”.
Aperti a un incontro nonostante tutto
FONTE VATICAN NEWS