Ei fu….

Con inevitabile timore reverenziale, una volta si sarebbe così definito ….

Difficile,quasi del tutto impossibile trovare nel linguaggio letterario ormai acquisito nelle memorie culturali di  tutti i tempi e latitudini , una tale icastica stringatezza  che  repentinamente individui l’uomo e i suoi folgoranti decenni di potere  alla fine disfatti  da un castigo di solitudine inumana a cui la Storia  ha già reso misericordiosa  testimonianza .     

Stette la spoglia immemore / orba di tanto spiro….

Così si provava a recitare  da scolaretti alle prime armi,  diligenti al volere allora imperante dell’ingollare a memoria, posa compunta ed eretta,  ma per poco….

Man mano che ci si addentrava nel ripetere con dolce atonia versi infarciti  di astruserie, si finiva,  chi non ha avuto una tal ventura,pochi e sparuti, che si faccia  pure riconoscere !, con il dondolare da un piede all’altro  nel più bell’imbarazzo scordarello, giungendo alla chiusa con il massimo del sollievo subito dilapidato all’incontro con il severo sguardo dell’insegnante da  dietro la fatidica cattedra….

”Non è questo il modo di accostarsi  al Nostro …”

Aleggiava il nome del celebrato scrittore/poeta, autore della celeberrima ode “5 Maggio”, spauracchio delle italiche generazioni studentesche,di ieri e di oggi,  come dichiarazione di guerra in piena regola…..

Il capolavoro manzoniano sta di  perenne  a ricordare  che dietro  quelle due sillabe scolpite nell’infinito della pietas epitaffica, si erge la figura di Napoleone Bonaparte,condottiero dalle , per lunghi anni , invincibili gesta guerresche  al modo  antico di Alessandro e insieme precorritrici di una  gestione civile e amministrativa,  vale quanto Scienza dello Stato al modo  hegeliano, ossia a  indifferibile completamento di  glorificate  conquiste sui  campi  militari   nel divenire della Sua epopea.

In realtà non di tutto ciò si vuole informare il lettore, si spera più che  interessato,  essendo  tali eventi facilmente reperibili in qualsivoglia manuale di storia ,si può ben dire dal sussidiario in poi, data la universale fama del personaggio, quanto da  dove provenga,  fattore spesso opportunamente  trascurato nella attinente narrazione storica ,la stirpe che ha dato i natali a Napoleone,un po’ meno francese di quel che si crede  di solito,  al contrario parecchio più italiana come è doveroso che si sappia ,una volta appurati   tutti gli elementi cognitivi a riprova dei fatti.

Continua….come fosse una estrosa favola ma non é…..

Che ci  si sposti quindi, in  Lunigiana, terra di castelli, che ad ogni tornante apuano svettano tra le conche di marmo carrarino .

Soprattutto terra di Durante Alighieri,ove con il solo scudo  del  sommo nome abbreviato in Dante , il Poeta soggiorna, spesso  ospite , suo malgrado,di gran lignaggio e  indiscusso valore, nonostante la  perpetua condizione di esule.

 E infine, stando a quanto è ormai noto, terra d’origine inscritta   in  confini tosco-liguri che recingono in maniera,per così dire mobile,  ovvero alternandosi  tra l’una e l’altra regione,peraltro senza apparente rivalità tra usi e idiomi diversi….della famiglia B(u)onaparte,esattamente quella di cui fece parte il   suo più osannato membro, Napoleone,  futuro imperatore dei francesi,nonché re d’Italia, anche allo scopo di non recidere del tutto il legame con la vera patria dei suoi avi !

Ora è il momento, come si addice ad aulico linguaggio d’altre epoche, di abbeverarsi alle fonti  della storiografia locale,peraltro ben supportata da coloro  che, nativi di questi luoghi,  da sempre si confrontano  in modo del tutto connaturato  con la veridica  certezza sulle origini italiane,toscane per la precisione ,ancorché nobili,  di Napoleone.

Le prime notizie  accreditate anche dal Nostro ,già al momento delle  strepitose vittorie  ottenute  durante la Campagna d’Italia,negli anni 1796/97, rimandano alla città di Firenze ove gli avi del condottiero,proclamatisi di  fede ghibellina,  si è nel pieno del  1200,vengono esiliati presso S. Miniato al Monte,  conclamato sito abbaziale  del romanico fiorentino, dalla vincitrice fazione guelfa.

Direttamente dopo il periodo di esilio, un ramo della famiglia,   quello che in effetti interessa ai nostri fini, si  ritrova sulle sponde del fiume Magra che lambisce sinuoso le province di La Spezia e Massa Carrara, acquartierando la propria esistenza di avita prosapia dapprima  in un piccolo borgo , Stadano, cui  recentemente,si  è aggiunto l’illustre cognome di che trattasi,ovviamente nella versione che elide  la u, a beneficio della  pronuncia francesizzante.

Quasi subito, i Buonaparte, ancora  con il cognome per intero,desiderosi di incarichi pubblici di un qualche rilievo  professionale che, in ultima analisi, possa consolidare il loro prestigio con riguardo alla professa nobiltà , si spostano nella vicina Sarzana, considerata dagli storiografi erede dell’antica città romana di Luni, che filo da torcere aveva a suo tempo dato ai conquistatori latini, dopo essersi alleata con il  loro nemico Annibale.

Dal tardo cinquecento,  il comune, sede vescovile già in età medievale, viene  posto sotto il dominio  della Repubblica Marinara di Genova  e in tale contesto la famiglia Buonaparte  rafforza la propria posizione socio-economica,attestata dalla presenza in Sarzana della cosiddetta “Casatorre Buonaparte”,edificio storico/gentilizio, presumibile magione del casato,come ricorda una targa apposta sulla facciata principale.

Si giunge al fulcro degli eventi…

 Nel fare un passo indietro, la Repubblica Genovese detiene saldamente il  dominio sull’isola di Corsica fin dal 1284, sia pure in mezzo a crescenti difficoltà dovute alla necessità di tenere a bada i ribelli corsi che  a più riprese si rendono protagonisti di moti sempre più sanguinosi,sotto la  guida del valoroso generale corso Pasquale Paoli  con l’unico obbiettivo di sancire l’indipendenza dell’isola,contesa, anche per naturale vicinanza geografica,  dalla corona di  Francia, regnante Luigi XV.

Il  momento epico vuole che ….

entrino finalmente  in scena i genitori di Napoleone ,Carlo Maria Buonaparte (Ajaccio 1746/Montpellier1785), avvocato e diplomatico, e  Maria Letizia Ramolino (Ajaccio 1749/ 50,data non certa, Roma 1836, Palazzo Bonaparte,sito  in Piazza Venezia, negli ultimi anni di vita rifugio di Madame Mére ), donna di austeri costumi appartenente a famiglia nobile e benestante, che incarnano ambedue esemplarmente l’essere  corsi  italiani,essendo l’isola,come poco sopra  rammentato, ormai da secoli sotto la dominazione genovese.

Dal 1763 in poi il padre di Napoleone si ritrova ad Ajaccio con un alto  incarico diplomatico, mentre si va compiendo il destino della Corsica che la Repubblica di Genova,pressata da debiti fuor di misura contratti con la Francia cui aveva chiesto aiuti militari per domare i ribelli  ha  infine ceduto ai francesi   con il trattato di Versailles del 1768.

Pertanto ne consegue che, alla data  presunta del 1769 ,luogo  Ajaccio in Corsica , Napoleone Bonaparte  nasca inequivocabilmente  di nazionalità francese,da stirpe italianissima!

 Di certo, continuando a soggiacere,ancora dopo due secoli ,al fascino delle sue imprese ,tra vittorie incommensurabili e  crudeli sconfitte,  non  si potrà fare a meno di evidenziare che, dopotutto, anche il fulmineo ardimento del Generale si riconosca in modo imperituro  in quello splendore del genio,  sovente   intravisto dalle parti del Bel Paese.