Quando una parte importante dell’Assemblea non è presente in momenti cruciali è da considerarsi sempre un vulnus della democrazia. Non spetta a me dettare giudizi o attribuire responsabilità. Quello che è successo è sicuramente frutto di una dialettica magari fin troppo accentuata all’interno della maggioranza, a cui ha fatto seguito una protesta dei gruppi di opposizione dovuta, a mio avviso, ad incomprensioni sopravvenute nel corso di un franco e leale confronto istituzionale. Comprendo le ragioni di entrambi gli schieramenti, ma sono sicuro che in tutti prevarrà il senso di responsabilità istituzionale che ci ha consentito, appena qualche settimana fa, di correggere con umiltà un errore che rischiava di scavare un solco profondo tra l’Istituzione che rappresentiamo e l’opinione pubblica.
La vita del Consiglio regionale deve andare avanti. La costituzione delle commissioni consiliari, al netto dei ritardi e delle modalità di elezione, normalizza l’assetto istituzionale e ci permette di metterci al lavoro su una serie infinita di delicate questioni che riguardano la Calabria e il suo futuro.
C’è bisogno dell’apporto di tutti, non solo della parte maggioritaria. C’è bisogno di un equilibrio tra potere legislativo e potere esecutivo che consenta all’Assemblea di legiferare e controllare, al Presidente Santelli e alla sua Giunta di governare.
Non ho dubbi che questo mio richiamo unitario troverà sensibilità in entrambi gli schieramenti perché ho avuto modo di registrare in questi primi passi della legislatura grande tensione politica e civica in tutti i Consiglieri regionali.