“Dopo avere evidenziato, in ogni sede, le grosse incongruenze nel servizio del 118 calabrese, sono stato invitato a visitare il Centro di simulazione medica avanzata CeSiMA istituito dall’Azienda Sanitaria provinciale di Reggio Calabria, con sede presso i locali della ex reparto di medicina del vecchio ospedale di Taurianova. Con grande piacere – continua Giannetta – ho potuto constatare che la nostra Asp è dotata di una struttura all’avanguardia per la formazione base e avanzata per tutto il personale ricadente nell’ambito del Dipartimento di emergenza-urgenza e anche per personale esterno, enti di volontariato e le scuole.
Un centro attrezzato delle migliori apparecchiature didattiche che consentono di riprodurre avvenimenti reali e di apprendere le metodologie per affrontare ogni possibile scenario di emergenza. Dal parto – illustra Giannetta – alle crisi del bambino appena nato, al soccorso di persone scomparse in montagna o in luoghi impervi, ad eventi traumatici, per citarne alcuni. Scenari – continua – che vengono riprodotti non solo in aule cablate che si avvalgono di regie multimediali, ma anche negli ambienti esterni. Come, ad esempio, in occasione delle simulazioni di soccorso alpino organizzate in Aspromonte e sulla Limina.
Un’offerta didattica di eccellenza, a cura, a volte anche con sacrifici economici personali, di professionisti medici di grande levatura, animati da spirito di abnegazione, e che contribuisce ad accrescere le competenze dei medici e di tutti coloro i quali sono a vario titolo coinvolti nelle operazioni di soccorso e di cui la nostra sanità deve avvalersi, per potenziare i propri servizi e contribuire a tutelare efficacemente il diritto alla salute dei cittadini.
Per tale motivo – conclude Giannetta – ho invitato il direttore dell’Asp di Reggio Calabria, Antonio Brai, a visitare questa realtà. Il percorso di attenzione sul tema della salute avviato in occasione dell’incontro avuto presso la commissione straordinaria dell’Asp Reggina, si deve nutrire non solo della mappatura dei bisogni ma anche della mappatura delle risposte ai bisogni. A partire dalla valorizzazione delle eccellenze territoriali perché vengano valorizzate ed integrate in un sistema sanitario, che impari a fare sistema”.