Si presenta venerdì 24 maggio 2019 alle ore 18,00, presso la Sede di BCsicilia Centro studi Giudici, via Minneci a Mussomeli, il volume di Rosario Perricone “Oralità dell’immagine. Etnografia visiva nelle comunità rurali siciliane”. Ne parlerà con l’autore Rita La Monica, Vice Presidente regionale BCsicilia. La manifestazione è promossa da BCsicilia, l’Associazione che si occupa di salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali e ambientali in collaborazione con l’Università della Terza Età di Mussomeli. Per informazioni: Email: segreteria@bcsicilia.it – Tel. 346.8241076 Fb: BCsicilia – Tw: BCsicilia.
L’opposizione ipotizzata fra tradizioni orali e scritte, che prevale in antropologia, è ingannevole: in primis perché tende ad annullare l’orale nel contrario dello scritto, e non ne comprende il modo di funzionare specifico; in secondo luogo perché non contempla la possibilità che, tra gli estremi dell’orale puro e dello scritto puro, esistano molte situazioni intermedie. Paradossalmente oggi, nella nostra società così impregnata di immagini, l’oralità è ritornata ad assumere un ruolo centrale proprio per la produzione e la comprensione del codice visivo. Questa “oralità dell’immagine” è connaturata nei nostri comportamenti quotidiani e per questo motivo risulta difficile individuarla e analizzarla.
In questa opera Rosario Perricone propone un profondo rinnovamento, tanto dell’«oggetto» fotografia quanto dello sguardo antropologico su di essa. Un volume ricco di fotografie ricavate da collezioni appartenenti a famiglie rurali siciliane; realizzate tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento ritraggono individui, gruppi o momenti cerimoniali e rispecchiano la «concezione del mondo e della vita» propria di quella società contadina. Ci si rivolgeva al fotografo per certificare i momenti fondamentali della vita, dalla nascita alla morte, affidandogli il compito di suggellare la gioia degli eventi lieti o di colmare lo strazio della lontananza e della separazione. Molte fotografie ritraggono gruppi parentali, destinati a divenire «insegne» di una identità familiare radicata nella continuità dei legami, travalicanti perfino i limiti della lontananza (parenti emigrati o impegnati nel servizio militare) e dell’assenza (parenti defunti, ovvero «antenati»). Se queste immagini rimandano a vicende che appartengono ormai al passato, ogni nuova visione operata dai possessori innesca sempre processi rammemorativi di varia estensione e qualità. È grazie alla narrazione di questi ricordi, integrati ad altre fonti documentali (sia scritte che orali), che questo corpus di immagini può essere valutato secondo una moderna prospettiva storico-antropologica.
È nella loro «storia di vita», nel loro passare da una generazione all’altra, da un certo tipo di rappresentazione di relazioni a un altro, che queste fotografie rivelano in pieno il loro essere un particolare tipo di «oggetto biografico» capace di sollecitare narrazioni attraverso il ricordo dei suoi possessori. Trascorsi gli uomini che ritraggono, le fotografie continuano a rievocarne le storie: l’inevitabile scolorire delle immagini si stempera allora nella vitalità delle voci che ne ripercorrono le vicende.
Rosario Perricone insegna Antropologia culturale e Museologia nell’Accademia delle Belle Arti di Palermo. È Presidente dell’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari e Direttore del Museo internazionale delle marionette «Antonio Pasqualino» di Palermo. Ha scritto tra l’altro: Il volto del tempo. La ritrattistica nelle culture popolare (Calamonaci 2000), I ricordi figurati: «foto di famiglia» in Sicilia (Torino 2006), Death and Rebirth: Images of Death in Sicily (Londra 2016).