La riflessione del vescovo di Mazara del Vallo, dopo la disgrazia avvenuta al largo della Libia, la peggiore del 2020. C’è una congiura, fatta di silenzi e di omissioni – afferma – che sta insanguinando questo mare

 

All’origine della morte di 45 persone, ci sono ritardi e omissione di assistenza: OIM e Unhcr imputano qualunque responsabilità nel peggior naufragio del 2020,  a  quegli Stati che, con il loro inaccettabile comportamento, mettono “vite umane in situazioni di rischio evitabili”. Dopo l’ennesima disgrazia al largo delle coste libiche, lo scorso 17 agosto, le due organizzazioni esprimono dolore e angoscia per la morte di queste persone, chiedono che si riveda l’approccio politico alla gestione dei soccorsi nel Mediterraneo e denunciano “l’assenza di programmi di ricerca e soccorso dedicati e a guida Ue”. Senza un intervento in questa direzione, il rischio è sicuramente che si verifichino ulteriori tragedie.

La coscienza umanitaria è messa a tacere

Ma dove è oggi l’Europa dei diritti? L’interrogativo da qualcuno viene ancora sollevato. “Più andiamo avanti e peggio vanno le cose, si sta attenuando molto quella coscienza umanitaria nei confronti di queste persone che cercano di salvare se stesse”, monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, comune siciliano affacciato sul Mediterraneo e non estraneo agli sbarchi, è una voce che si fa sentire. “La cosa tragica è che mentre Europa e Italia, purtroppo, stanno a guardare, Libia e Malta sembrano trovare tutte le scappatoie per riportare nei campi di detenzione quelli che, pagando, tentano di poter raggiungere le nostre coste per ridare speranza alla loro vita. C’è una congiura, fatta di silenzi, ma anche di omissioni gravi, che stanno veramente insanguinando questo mare, al di là di qualsiasi aspettativa”.

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