M. Violi

La tragica vicenda fa in un lampo  il giro di  tutte le redazioni dei quotidiani pubblica

sulla faccia del  mondo conosciuto,soprattutto di quello che gravita intorno alle inossidabili trasmissioni della radio, il sempre magico apparecchio dispensatore di notiziari stringati,  forse prevedibili ma  esaurienti che troneggiano da decenni nelle case, pur se in quei fausti anni ’60  del tanto declamato sviluppo socio-economico italiano si comincia  timidamente  a far posto ai primi schermi televisivi rigorosamente in bianco e nero, di  certo  non ancora in grado di subentrare con l’esuberanza tecnologica, magari anche un tantino pervicace, che contraddistingue l’attuale  valanga delle comunicazioni di massa.

 Alle ore 4.30 di una mattina d’agosto che a Los Angeles si preannuncia caldissima , il cinque di

questo mese estivo per eccellenza viene ritrovata morta nella  camera da letto della sua villa situata al n.12.305 di Fifth Helena Drive, Marilyn Monroe , icona  di  ultrasogno  proibito, già nell’atto  di sillabarne il nome,  inosabile perfino nella “sua” Hollywood, dove, fino a quel momento, aveva fluttuato eterea e voluttuosa, intrigante e fatale, vaporosa  sempre, di vesti e di sembiante,  svaporata spesso, un po’ per finta un po’ no, anzi  con un’insospettata vena di candore che catturava  l’umano sentire per quel  modo di interpretare la  vita, la sua, ovviamente, issata   di perenne su di un set approntato per un  film fantastico e lussureggiante come i suoi sogni d’autore…. Aveva solo trentasei anni, gia in parte consumati tra le anguste maglie dell’insicurezza esistenziale  con qualche sprazzo di luce  di quando in quando“rubata” a quei medesimi  “migliori amici delle ragazze “ a dar retta a ciò che la stessa diva, tutta in  rosa magnetico cantava,omaggiando  nella famosa  canzone i diamanti, co-protagonisti  sulla scena, musical o fiaba che importa , dal titolo praticamente  cucito indosso a Marilyn  e a lei sola , da surclassare perfino una star della stazza di  Jane Russel alla quale,  da bruna incendiaria qual’è ,almeno fino a quel momento, adesso non resta che  rassegnarsi all’apparire di ….”Gli uomini preferiscono le bionde…. Pare  inevitabile nel 1953, anno di  proiezione del film sugli schermi mondiali!

                                                          Caducità terrene  

Ora,deposti nella memoria  questi lontani eventi intrisi di  fama e gloria così avidamente desiate e infine raggiunte , bisogna misurarsi con un presente  terribile di morte e consunzione terrena! 

Un’ incommensurabile tristezza mista ,come sempre in questi casi, a suprema e insieme compassionevole incredulità si diffonde da subito….bisbigli dal piccolo mondo isolano…. Per un attimo l’azione  si sposta in un condominio di città all’imo confine del sud …   non può essere, come fa una diva a morire?! Suicidarsi poi… il vocabolo evocatore di  fosche tragedie inenarrabili stenta  a concretizzarsi  tra le signore vicine di pianerottolo…Sssss…  I toni si abbassano per non turbare  le delicate impressioni di figlie alla prima adolescenza, alcune, con la tipica esuberanza dell’età, già  attente e appassionate lettrici come le madri….precauzione presto rivelatasi inutile dato il rapidissimo propalarsi della notizia  accompagnata dai minimi particolari o almeno da quelli che possono considerarsi ,come suol dirsi ,secondo  barocca esposizione dei fatti sempre  in uso   “di pubblico dominio” !  “E poi una di quelle che più  americana  non si può, una che ….. Lei,proprio Lei?!…” così continuando a scambiarsi enfatici, nondimeno, pareri, forse giudizi non sempre generosi…si starebbe volentieri ancora un bel po’  in crocchio a parlottare desolate, rievocando nel contempo le “apparizioni” della diva ogni volta tanto ammirata sulla copertina della rivista preferita o, per le più  fortunate, in prima visione al cinema, magari mentre indossa qualcuna delle sue sfarzose  stole di visone candido assolutamente improponibili  nei tiepidi inverni isolani ! Un sogno…nient’altro! Solo che le incombenze domestiche incalzano con urgenza peregrina…bisogna imbastire qualche buona pietanza per i mariti che rientrano per il pranzo accaldati, affamati…tutto sommato   poco interessati alla gravità planetaria dell’accadimento…”Mari…chi ?!“ neanche dandosi la briga di far compitare il nome per intero alle afflitte consorti… “Ah si,la famosa attrice americana… se non ricordo male,” tanto per dare un contentino prima di andare  a tavola, “l’abbiamo vista di recente in quel film… peccato,così giovane” e  magari avrebbero volentieri aggiunto,stavolta con vero rammarico,badando di non  far torto alle loro  graziose consorti, “così  provocante e fascinosa, una spuma bionda e flautata ,una nuvola di raso e tulle  e agghindature “ di broccati e lamé in carne ed ossa …il tutto, ovvero già è molto, distraendosi immediatamente  al pensiero delle quotidiane problematiche,quali per esempio, dover tornare subito dopo il riposino pomeridiano in ufficio per la  consueta riunione di lavoro. “Ma insomma”, a quanto pare le signore  non intendono demordere ,” forse non è chiaro…con partecipazione quasi accorata,  “stiamo parlando di  Marilina”…. per inciso , a ben pensarci , incanta ancora adesso l’italica trasposizione frutto del solito  estro  meridionale disegnata indosso all’attillatissima  deliziosa andatura traboccante di gonne e sottogonne,fino a tre o quattro in  un colpo solo, tenute su a forza di numerose inamidature, in modo da aumentarne  il volume e sopratutto il fruscio come di seta … Solo Lei se le può concedere senza  compromettere di un etto la splendida linea…. Sguardo maschile vagamente perplesso, “sì noi, “ decisamente perentorio, “ l’abbiamo  ribattezzata così !”   Di sicuro è più agevole da pronunciare…”,attendendo consensi. Anche la figliolanza segue interessata…. La scena ,come si potrà appurare in seguito ,si ripete identica in più di una abitazione. Che dire?  Vediamo intanto  di proseguire con le sospirate pietanze …più che un’osservazione vera e propria é un auspicio e una speranza ultima a morire: dopotutto la  giornata si sta rivelando faticosa, chi l’avrebbe mai pensato?   

                                                               Splendori  passati

Sembra vero, la vulnerabile Marylin/Marilina, come ci si rivolgesse ad un’  amica  a volte scopertamente  infelice,  conquista uomini e donne di tutte le generazioni passate e future ,  soggiogate dall’ineffabile favola  di tenerezza e bisogno di infanzia e sorrisi lumeggiati sullo sfondo di un’anima pervasa a dirlo con il senno del poi, da un’ insondabile sofferenza, che malgrado i lustrini di turno, tracima da qualche intervista, da qualche foto meno rutilante … da qualche inquadratura meno effimera delle altre…più  tenera e umana ,via… Intanto, nessun dilemma  di quelli che nei prossimi cinquant’anni dalla morte riempiranno fino allo stremo  rotocalchi e trasmissioni, inchieste e  “rivelazioni” mediatiche   sul “fu  davvero suicidio” di Norma Jean, in arte fragile Marylin, può reggere il confronto nella mente delle persone,  ora come allora , di fronte all’ epilogo  che pone una chiusa tragica alla sua  storia di donna, portata a  convincersi  di essere un’attrice che ,in primo luogo ,vuole considerazione come persona.

Ecco,sta tutta qui l’intuizione che  racchiude meravigliosamente l’essenza del suo apparire  di tenue e insieme vivida trama,   travalicando  il grande schermo per giungere alla realtà in bilico tra recita , a volte addirittura poesia, e coscienza di sé.

 Marilyn di versi  tristi e consapevoli,comunque unici,  nascosti con cura  nei cassetti,ne ha davvero scritti e alcuni sono giunti , chiaramente postumi ,a conoscenza del pubblico  a indicare l’incolmabile solitudine che le faceva invocare strenuamente di essere difesa dalla vita che s’avvicina mentre tutto ciò che ella vuole é…morire! E però non lasciamoci trarre in inganno da questo smarrimento ben presto superato da una stilla di  sospirosa certezza: alla fine sul viso si metterà “qualcosa di splendente” , da  leggere tra le righe ,ovvero la solita maschera per divenire ancora e sempre Marilyn Monroe!

                                                           Niente epilogo per l’eterna Marylin

In principio fu ,era, è il Mito…….non quello stra-abusato che  dalle origini si accentra intorno  a questa denominazione di origine protetta, no,  non quello che gronda di sacrali eventi  millenari tramandati ad onore e gloria degli dei tutti , i quali, dalle parti  del  monte Olimpo  si fanno ancora guidare da quel burbero dispensatore di fulmini  che più classicamente  a ciel sereno non si può….   quel Giove tonante nato Zeus  dalla Grecia in poi, il quale,con indolente  capricciosità continua ad  elargire  le sue rocambolesche, nonché “divine”trasformazioni a cospetto dell’umana bellezza da cogliere in tutte le più squisite sue rappresentazioni ,trasvolando  da un  sembiante all’altro in un  delirio da noblesse oblige. No, qui  siamo di fronte a ben altro di immateriale leggerezza che sconfina in una radiosa leggiadria senza tempo ….. 

 Pertanto a questo punto  della storia potrebbe, ma non è detto, sorgere vaghezza di un interrogativo, più che altro  una fantasticheria  del tutto innocente:  proviamo a chiederci in cosa o in  chi  il Padre degli dei  avrebbe pensato di mutare il suo aspetto maestoso  se, puta caso, si fosse imbattuto nella nostra diva , bella come una dea, tanto vale definirla  Venere in diretta: forse di nuovo  in cigno come  per una novella Leda o,più prosaico ma non meno prezioso, in quella pioggia d’oro che  stregò a suo tempo Danae …..ipotesi  di certo suggestive ma ce n’è una che le sopravanza di molto: con impareggiabile sfoggio di potenza,  l’immaginifico Nume avrebbe deciso di   cangiarsi in quella goccia di Chanel n. 5  che di notte  Marylin amava indossare…non male… ed ecco   il Mito si riforma davanti ai nostri occhi  avviluppati entro  immagini antiche   come antico il culto del Bello, luminose e struggenti come un presente  che si riappropria della realtà una volta che la proiezione del film è finita e si riaccendono le luci in sala….andando via non rimane che sentirsi orfani di tanto sfolgorio appena goduto, fin da subito anelando alle prossime  occasioni in cui ritrovarsi ancora a tu per tu con |l’infinito stellare inquadrato da una macchina da presa che filma la rappresentazione dell’esistenza solo per la nostra gioia di spettatori. Neanche la stessa dea dell’amore  potrebbe fare di meglio…..                                    Dal Mondo  di Pannunzio…..

“Una rosa per Marylin “, così intitolò un breve  omaggio in morte della diva  un  settimanale letterario,politico,economico , zeppo di firme autorevoli, nonché   prestigiosamente di moda all’epoca,  peculiarmente aggiornate nel raccontare i primi eventi e le prime riscosse nell’Italia dei remoti, ormai, anni ’50 , peraltro collezione privata di felice proprietà della scrivente che ha salvato gli splendidi fogli de “il Mondo” di Pannunzio dalla nefasta dipartita, scovandoli ,già pronti per il macero,accanto ad un capace bidone in cui si trovavano ammassate altre opere in precedenza conservate presso una biblioteca  prossima alla chiusura.

Sic.. Vi domanderete il nesso….Presto detto : abbiamo voluto riprendere una testimonianza del tragico evento assolutamente discosta da tutti gli altri più o meno monotoni e  incensanti   articoli alla bellezza e sensualità  della star hollywoodiana ,per giungere in poche righe all’essenziale  tanto in vita rincorso e che avrebbe riempito di consolazione la diva, ovvero  l’universale riconoscimento delle sue doti di attrice di elezione , nata ed esclusivamente tale fin dai primi passi sul set  che Ella/ Lei calcava  quindi con  naturalezza imperiosa, simile ad una immagine di arte.

Tale affermazione ci trova in perfetto accordo!

ndr: Da Wikipedia