Di seguito il programma:

  • ore 10:00 deposizione della corona di alloro in piazza “Condello-Caruso” di Taurianova, intitolata ai due Carabinieri;
  • ore 10:30, in Contrada Razzà, luogo dell’omicidio dei Carabinieri M.O.V.M. Condello e Caruso, deposizione di un cuscino di fiori sul cippo eretto in loro memoria;
  • ore 11.15 Santa Messa presso la Chiesa Matrice di Taurianova, officiata da S.E. Reverendissima Monsignor Francesco MILITO, Vescovo della Diocesi di Oppido – Palmi;
  • ore 12:15 in C.da Petrara di Cittanova ove verrà deposta una corona di alloro sul cippo posto in memoria del Vice Brig. M.A.V.M Rosario IOZIA

Alla cerimonia saranno presenti i familiari dei militari assassinati, che come ogni anno parteciperanno alla commemorazione dei loro cari. La loro presenza, insieme a quella dei vertici dell’Arma reggina, con la sentita partecipazione di carabinieri in servizio ed in congedo, dei vertici della magistratura del distretto reggino, delle massime autorità civili, militari e religiose provinciali, testimonia in maniera inequivocabile la volontà e la determinazione nel proseguire in quell’azione di promozione della cultura della legalità, mantenendo vivo il ricordo di quanti, fino all’estremo sacrificio hanno dato la propria vita per la difesa delle Istituzioni e dello Stato. Alla cerimonia religiosa prenderanno parte una rappresentanza di studenti degli Istituti Scolastici.

Rievocazione dei fatti storici

Appuntato Stefano CONDELLO, nato Palmi 1.4.1930 (di anni 47) M.O.V.M. alla memoria.

 

Carabiniere Vincenzo CARUSO nato Niscemi (CL) il 6.1.1950 (di anni 27) M.O.V.M. alla memoria.

 

Il 1° aprile 1977, alle 13.00 circa, l’Appuntato Stefano CONDELLO, ed i Carabinieri Vincenzo CARUSO e Pasquale GIACOPPO, iniziarono il loro turno quotidiano di lavoro. All’epoca i tre militari erano in servizio all’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Taurianova.

Una volta usciti dalla caserma, i tre militari percorrendo la Statale 101-bis in direzione di contrada Razzà di Taurianova notavano quattro autovetture ed una vespa parcheggiate sul lato della strada nei pressi della masseria di un pericoloso pregiudicato.

Il Carabiniere CARUSO riconobbe in una della auto l’appartenenza ad un noto pregiudicato della zona, il quale, alla luce di alcune notizie acquisite dall’Appuntato CONDELLO, era noto anche per aver favorito dei latitanti.

L’Appuntato CONDELLO ed il Carabiniere CARUSO decisero così di lasciare il Carabiniere Pasquale GIACOPPO a presidio del mezzo di servizio e si incamminarono sulla mulattiera in direzione della masseria.

Una volta giunti sul posto, si resero conto che due noti pregiudicati tra tutti quelli presenti erano armati di pistole. Ne nacque così una colluttazione, durante la quale l’Appuntato CONDELLO ed il Carabiniere CARUSO riuscirono a disarmare i malviventi, pur essendo comunque investiti da una pioggia di colpi di lupara e di pistola esplosi in loro direzione dagli altri pregiudicati presenti.

L’Appuntato CONDELLO rispose al fuoco ma venne ferito alle spalle. Il Carabiniere CARUSO lo raggiunse e riuscì a colpire gli aggressori del commilitone, ferendoli mortalmente. Ma al sopraggiungere di altri malviventi, anche il Carabiniere CARUSO finì per soccombere sotto gli incessanti colpi d’arma da fuoco.

Il Carabiniere Pasquale GIACOPPO, che nel frattempo aveva udito gli spari, decise di avvicinarsi ai colleghi, imbattendosi subito in tre individui armati di fucile: con loro ingaggiò un altro scontro a fuoco, per fortuna senza conseguenze per la propria incolumità, determinando la fuga dei malviventi.

Giunto sul posto e trovando i due commilitoni stesi a terra esanimi, il militare tornò immediatamente all’autovettura di servizio per dare l’allarme, ma il collegamento radio non funzionò e si vide così costretto a far rientro in caserma per chiedere aiuto.

Le indagini fecero piena luce sull’eroico comportamento dell’Appuntato CONDELLO e del Carabiniere CARUSO: quel giorno i Carabinieri avevano sorpreso in quella casa colonica ben undici mafiosi, che stavano tenendo una riunione di ‘ndrangheta. Si trattava di esponenti delle più potenti famiglie della Piana di Gioia Tauro, che si stavano confrontando per gestire i rispettivi spazi di potere e spartirsi appalti e tangenti.

Il 21 luglio 1981 la Corte d’Assise del Tribunale di Palmi condannò i responsabili dell’eccidio a pesanti pene detentive, ed in particolare a trent’anni di reclusione per omicidio continuato ed aggravato in concorso AVIGNONE Giuseppe, ALBANESE Girolamo, ZINNATO Vincenzo, LOMBARDO Domenico, FURFARO Francesco, D’AGOSTINO Domenico, CIANCI Domenico e CIANCI Damiano.

In relazione al comportamento dei militari, è stata loro concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria.

Rievocazione dei fatti storici dell’omicidio del V. Brig. Rosario IOZIA

Il V. Brig. Rosario IOZIA era giunto alla Stazione di San Giorgio Morgeto il 3 giugno 1985, ed in virtù delle qualità professionali e di carattere dimostrate, il 27 agosto successivo, appena venticinquenne, era stato trasferito alla Squadriglia di Cittanova, quale Comandante.

Nonostante la sua giovane età, si distinse da subito per la serietà, l’equilibrio e la correttezza del suo operato, sempre improntato all’imparzialità, alla rettitudine ed allo spirito di sacrificio.

Già a seguito di complesse indagini e servizi a lui delegati, era stato infatti menzionato sull’ordine del giorno del Comando dell’allora Legione Carabinieri di Catanzaro, per l’arresto di due malviventi ed il sequestro di quasi due chilogrammi di marijuana.

Anche per il sequestro di Angela MITTICA di Oppido Mamertina, ultimo verificatosi nella zona, aveva fattivamente contribuito ad impedire la fuga dei malviventi, fino a determinare la liberazione della giovane sequestrata.

Per tale azione, il 10 aprile 1988, nel primo anniversario dell’omicidio del V. Brig. IOZIA, il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri si era recato in Località Zomaro, agro del Comune di Cittanova e centro dell’Aspromonte, per consegnare un premio ai militari dalla Squadriglia di Cittanova, di cui aveva fatto parte il V. Brig. IOZIA all’epoca del sequestro.

Il V. Brig. Rosario IOZIA, alle ore 19.00 circa del 10 aprile 1987, in Località Petrara del Comune di Cittanova, mentre percorreva libero dal servizio la Strada Provinciale diretta a Polistena, all’uscita di una curva notò alcuni individui che attraversavano un uliveto armati di fucili a canne mozze.

Il militare, essendo un ottimo conoscitore dei luoghi e delle persone che gravitavano in quelle zone, intuì subito ciò che si era presentato alla sua vista, e arrestò la marcia della propria autovettura, impugnando la pistola d’ordinanza si poneva all’inseguimento di quei malviventi.

Non appena il militare si qualificò ed intimò loro di fermarsi, questi non esitarono a rivolgere le loro armi contro di lui, esplodendo due colpi di lupara e consentendogli di rispondere solo con un colpo della sua pistola.

L’evidente disparità delle forze che si erano contrapposte si rivelò fatale per il V. Brig. IOZIA, che cadeva esanime sull’asfalto dopo essere stato attinto da numerosi colpi di varie armi da fuoco.

La valorosa azione ha determinato la concessione della Medaglia d’Argento al Valor Militare alla memoria.