A fior di passionate emozioni 

Preludio per una sinfonia 

Improvvise le note della canzone si levarono da un autoradio lì accanto:nell’animo scese una malinconica esaltazione che la perdeva in solitari e personali abbandoni,refrattari a qualsiasi sollecitazione esterna,almeno per qualche minuto.

 Preso dal testo anche il suo accompagnatore tentava la carta dell’ironia nei confronti di tutti quei poveracci che si illudevano,impossibile concludeva scettico,di non finire nella folta schiera dei c….

Il termine rimaneva nell’aria con mefitica precisione pur se loro evitavano di pronunciarlo chiaramente…

Certo era  forte quel Battisti!

“E va bene” faceva poi la ragazza,lei pure improvvisamente più conciliante

“Perché voi maschi dovete vederci puzza di bruciato?

Cos’era in definitiva? Coda di paglia? Incalzava osservando l’ira contenuta del suo accompagnatore che invano si sforzava di non ribattere.

“Oppure” continuava imperterrita “ mancanza di fiducia in chi o che cosa?!”

Coltello nella piaga…in fin dei conti potevano ben sussistere delle rassomiglianze,nulla di più semplice,abbiamo dei sosia in giro…è risaputo…finta ingenua prima dell’affondo quasi in punta di fioretto per godersi il sincero smarrimento del ragazzo.

“E quindi  più che ovvio che non fosse…Francesca!!”

Dandogli ulteriore corda senza il tempo di ribattere,quale donna non decide prima o poi di possedere un vestito rosso nell’armadio?

Fa così colpo e anche a lei il rosso piaceva da matti, terminando battagliera ma quasi tenera e simpatica una volta tanto….               Omissis

Ancora la cassetta girava nell’autoradio dispensando canti liberi ed emozioni a raffica,pensieri e parole su prossime conturbanti suggestioni libertarie …..

Intanto il proprietario dell’autoradio,sbrigate le commissioni,si accingeva a ripartire lasciando dietro di sé un nugolo di sensazioni  sulle ultime note roco-sensual di un Battisti particolarmente raucedinoso  interprete di Anna,involontario stridor di gomme e di corde vocali in un crescendo ossessivo all’indirizzo di loro due  ancora fermi ad ascoltare.

                            Sullo sfondo del racconto una  primaria colonna sonora. 

Ore 15.00 in punto di una  giornata come altre. Da un po’ di tempo in qua si faceva udire il trillo del telefono ….lo sguardo materno….omissis…dava ad intendere  di aver chiaramente individuato il nome della persona che con fastidiosa puntualità disturbava la quiete post-prandiale.

La ragazza sollevava  il microfono al quarto o quinto squillo appollaiandosi  sullo scomodo sgabello nel corridoio.

 Sapeva già che non la voce del suo consueto, per quell’ora,interlocutore le sarebbe giunta all’orecchio ma l’altrettanto solito corteggiamento a base di note battistiane che descrivevano per nulla innocenti ,bensì lietamente peccaminose evasioni in un piccolo capolavoro di ironica condiscendenza verso il fedifrago della storia .

Le chiacchiere fluivano sin dall’inizio,leggere e voluttuose,come s’adagiassero anch’esse fra cuscini vermigli e spumante in ghiaccio inneggiando agli amori transfughi rapidamente evocati dalla melodia scorrevole in sordina…….Omissis….

Ore 11.00 di una mattinata azzurra e gloriosa di sole in faccia al mare tardo-primaverile, incappucciato di orli spumosi in cima alle onde che spiattivano sulla spiaggia ancora deserta di maggio…..Gita fino a Punta Faro….ad ammirare i marosi dello Stretto…..in sontuosa  compagnia delle gelide e turchine,anche d’inverno,fauci di Cariddi….

Il suo accompagnatore rimirava immalinconito il  panorama dal posto di guida mentre la musica squillava potente odorando a volta a volta di fiori di pesco e acque azzurre e chiare e  fatali come quelle che riempivano lo sguardo in quella giornata troppo solare,troppo radiosa,troppo….

                                                   Ancora omissis

Ogni angolo della città gli avrebbe rimandato l’immagine di quella sfortunata storia d’amore mai nata!

Automaticamente il ragazzo girò la manopola dell’autoradio e la cassetta inesorabile gli suggerì quello che sarebbe da ora  il suo destino amaro e solitario….sequela immediata di tristi e ancora recenti ricordi sul ritmo di quello struggente….mi ritorni in mente…. forse ancor di più….

Illuso e sciocco e vanesio ad aver pensato che potesse bastare un pomeriggio qualsiasi con l’inutile corollario di un incontro da strapazzo in discoteca per cambiare la sua, la loro vita!

La rabbia che fino ad allora lo aveva sostenuto svaniva al tempo con le note profetiche della canzone…

                                                            Con epilogo  inevitabile

“E ho visto la tua fine sul mio viso” *

                                                            Brevi  note esplicative

I brani sono tratti dal racconto “Vent’anni in riva ad una canzone” pubblicato dalla scrivente presso Libro Italiano ed. Ragusa 2004 dove per riva s’intende quella dello Stretto messinese  sull’onda delle canzoni di Lucio Battisti al quale si rende presente omaggio in occasione del 25° anniversario della morte .

                                                                              Mirella Violi