Mirella Violi

Dove,e quando?!….Giusto per avere un’ idea delle tante  diàt(t)esis, da vagliare, scomodando tranquillamente improbabili parallelismi alla Plutarco su vite spericolate d’altri antichi tempi, tuttora  ne fa fede il venerando dizionario ,in realtà di greco/tedesco da convertire nella lingua italiana che vanta una 1° edizione 1908 e segg. in Leibnitz, compagno rinomato di sudate versioni liceali nella perennemente mitica Città dello Stretto!

Senza por tempo in mezzo scopo attuale è quello di indicare ragionevoli criteri  possibilmente non  macchinosi   per riprendere a cantare come si comanda, ovvero fidando   nelle migliori composizioni per voce(sì, sempre lei)  ancora esistenti in giro tra spartiti  e orchestrazioni  strumental/musicali.

                                                        Interludio o intermezzo

 Un passo obbligato  in base all’incedere o meno  della  melodia, dea o musa, per cui non rimane che calare da subito  il classico asso  nella manica con tutto il peso da novanta che ne consegue

Inutile rigirare il coltello nella piaga e relativo sadomaso cum sale sulle ferite-gorgheggi (tali son?) impilati uno sull’altro a salvamento  del salvabile.

 E dunque avanti tra una fiera e un festival, questo sempre più somigliante alla prima quale mera esposizione di prodotti da far conoscere al meglio,nelle apposite  irrimediabilmente melense serate/scansie per la merce che fa bella mostra di sé in questi raffazzonati consessi,pare di stampo musicale, duellando fino all’ultimo stridio di corde vocali! 
A discolpa si può invocare che dopotutto hanno  cominciato negli ambienti ufficiali a riproporre  irraggiungibili modelli reverenziali , Rai medesima assolutamente concorde nel  richiamare alla memoria i  cinquanta anni dall’epocale duetto tra un eterno ritroso Battisti e una eterna straripante Mina verso l’apice delle rispettive  carriere di canta- autori- interpreti , al secolo   in uno Studio 1  impregnato di rarefatta  simbiosi tra  estasiate ovazioni di pubblico in sala e quelle che par di sentire    da parte dell’ intera Italia canora  incollata in sul momento al teleschermo .

 Virtuosismi e  struggenti modulazioni   in forma di voce,ormai leggenda, sconfinando con pura gioia interpretativa nella certezza  di  comunicare  espressioni  emotive così disarmanti  nella loro limpida  linfa evocativa da risultare ancora al loro ineguagliabile posto dopo i suddetti decenni,

come  umanamente sogno accanto alla brava  per eccellenza!

Per non farsi mancare nulla, si ha notizia che dall’anno venturo l’ opera lirica italiana dovrebbe ,se la domanda  della nostra Commissione   per l’Unesco verrà meritoriamente accolta ,divenire patrimonio immateriale,fermo restando che in questa peculiare branca della musica universale,includendovi a piene mani note e  raffinate melopee , risulta  più difficoltoso berciare senza conseguenze immediate per la tenuta del cosiddetto Bel Canto ,da che mondo è mondo esclusivo orgoglio delle nostre contrade.

                                          Ritornello  con almeno un’oncia di armonia

A questo punto,ben  vero che gli inizi sono duri,talvolta durissimi ,per gli esordienti di tutte le discipline e aspirazioni del genere/scibile umano ma perché peggiorare scientemente l’involuzione del processo cognitivo, peraltro scopo non particolarmente periglioso da raggiungere con tutti i più moderni ritrovati della  scienza e della tecnica a disposizione di questi tempi!!,  in un settore cosi lineare come quello di intitolarsi tra nome e cognome.

”E adesso  signori e signore ecco a voi  ….

Più che lecito usare  qualche  connotazione d’arte  nel campo delle ugole più o meno d’oro , spinti  dall’ambascia di  perseguire l’originale,l’unico, insostituibile , insuperabile, impareggiabile, introvabile e simili sinonimi, di solito quegli stessi,se passa l’indebito paragone , sparati a squarciagola,tramite  megafono, per  amplificare la felicità di solerti signore che abbisognano di  veloci riparazioni domestiche a domicilio,da idraulico a stagnino, arrotino, ombrellaio e via continuando….

Ancora adesso si odono per la strada… un giorno sì e l’altro pure,parola di usi e costumi che fan tanto Capitale con i suoi propri  rioni storico- popolareschi!

Dopo quanto appena illustrato  sembra lapalissiano individuare quale sia, o debba essere , il rio destino di coloro alla spasmodica ricerca di  denominazioni che non siano quelle anagrafiche, impantanando  mente,anima e cuore  con grossolana improvvisazione  di  lemmi,sta per vocaboli/termini ,nella scelta lambiccata dei suddetti ,a sostituzione/guisa dei  preziosi sostantivi che designano le persone in modo esclusivo rispetto a terzi….

Tutto chiaro ? Nemmeno per sogno ….

Cosicché,facendo passare in secondo piano  il possesso di  eventuali  doti con cui eseguire un  cantabile,esergo di ballabile, sempre con ovvia grazia, ne esce fuori una serie al completo di allunga-stiracchia-sbrindella-menti  su testi  in lingua ,dicesi di ultima  generazione,manomissione è meno opinabile.

In effetti,l’arcaica costruzione di Babele rimane un caposaldo in  questo parapiglia linguacciuto  che da qualche tempo con alterne fortune ha invaso il mondo della canzonettistica  nostrana,di cui il salmodiare  lagnanze petulanti e  invarianze monocorde  con improvvisi  alti picchi di  volume verso destinatari  inconsapevoli di tanta attenzione, difficilmente si riscontra nella realtà  di ogni giorno a meno di non ricorrere a quella sorta di mugugno  più o meno salariato ,  a seconda dell’intensità di brontolio concesso  da remoto presso i camalli  genovesi!

Si raccomanda borsetta di genere al seguito,dopotutto non proprio una novità,quantomeno per i meno giovani che  qualche decennio addietro  si portavano disinvoltamente   appresso il borsello per le piccole spese.

                                                  A quadro ultimato,ovvero epilogo

 Niente a pretendere,ci mancherebbe , rispetto a in qualche  funambolica trasformazione alla citarista  che intona acconci versi lirici, da un eccesso all’altro non fa conto, però di tanto in tanto non guasterebbe  qualche melodica strofa che ,con il sacrosanto permesso dell’uditorio, torni di nuovo a recitare di sole e amore e cieli azzurri e abbracci e …si spera dopo tutte le drammatiche restrizioni patite e non ancora (de)finite!

 Insomma “ canta se la vuoi cantar “,tutti d’accordo ad ascoltare  insieme a Nannarella.