Si apprende a mezzo stampa, secondo le indicazioni dell’Assessore comunale Irene Calabrò, che alcuni spazi dell’istituendo Museo della Città saranno dedicati alla “Rivolta del 1970” . A tal proposito sarebbe gradita cosa  conoscere quale sia lo status quo dei locali con annessi e connessi. Piace anche ricordare, evitando così eventuali pennacchi spagnoli di paternità a riguardo idee progettuali et similia, i precedenti a riguardo la proposta di un museo della rivolta, come memoria storica della Città, come senso di appartenenza e non come divisione tra buoni e cattivi o se vogliamo tra idealisti o fessi, e volpi o volpini. Queste brevi premesse per ricordare prima a noi stessi prima che agli altri, che tale offerta culturale, indirizzata ad una idea di “museo della Rivolta”,  scaturì nel corso di un ciclo di incontri aventi come tema “Reggio 1970-2000: trent’anni dopo” che si articolò durante l’arco di cinque giornate dedicate alla “Protesta” di Reggio. Quell’appuntamento, organizzato dal Circolo Culturale “L’Agorà” che io rappresento,   fu caratterizzato dalla presenza di diverse testimonianze che hanno avuto il merito di regalare dei momenti particolari, offrendo una interpretazione inedita dei fatti di Reggio, facendo quindi vivere qualcosa di veramente coinvolgente. Quelle giornate di studio hanno rappresentato un momento di riflessione (e non un’occasione per  nuove ed inutili spaccature e/o partigianerie ed ostentazioni varie). Quell’incontro confronto fu una valida occasione di una “agorà”, costituita da diverse anime e da distinti orientamenti politici. Furono graditi ospiti tra gli altri, il sindacalista Giuseppe Aprile, l’onorevole Piero Battaglia (sindaco della Città in quel contesto storico), il dott. Giuseppe Vittorio Canale, i consiglieri provinciali Giuseppe Galtieri e Vincenzo Rogolino, il marchese Felice Genoese Zerbi, l’onorevole Giuseppe Reale, il  docente universitario Pasquale Amato,  l’onorevole Francesco Catanzariti, l’onorevole Fortunato Aloi, l’armatore Amedeo Matacena senior, l’ingegnere Eugenio Castellani, il senatore Renato Meduri, il dirigente dello SDI Carlo Colella,  l’avvocato Francesco Arillotta, il presidente dell’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria Antonio Cosimo Calabrò, i giornalisti Franco Bruno ed Aldo Sgroj, Gimo Polimeni (Assessore comunale alla cultura), lo studioso Francesco Scarpino, e non per ordine d’importanza il sindaco prof. Italo Falcomatà, che, pur se non presente per motivi istituzionali, ne avallò la valenza e la pluralità di quel programma. In quell’occasione venne avanzata da questa Associazione la proposta dell’istituzione di un museo della Rivolta, idea che solo oggi trova un minimo di riscontro nell’idea avanzata dall’Assessore Irene Calabrò. Quanto evidenziato per l’amore della verità. f.to Gianni Aiello (Presidente Circolo Culturale “L’Agorà”