Si è svolta sabato presso l’Accesso Point di Roghudi la presentazione del Libro dal titolo “L’Afrique c’est chic” di Michelangelo Bartolo organizzata dal movimento Politico-Culturale “una città da #cambiare” assieme alla Dott.ssa Antonella Surfaro.
Ottima la risposta di pubblico che ha potuto ascoltare, dopo l’introduzione di Carmelo Minniti, esponente di una città da #cambiare e consigliere comunale, che, da ingegnere clinico si è soffermato anche su alcuni aspetti tecnici relativi alla Telemedicina, ed i saluti istituzionali del Sindaco di Roghudi Pierpaolo Zavettieri e dell’Assessore del Comune di Condofuri Carolina Nucera, gli interventi dei relatori d’eccezione della serata.
A scandire il ritmo degli interventi ci ha pensato Peppe Toscano, giornalista della Gazzetta del Sud, che ha messo in luce con sagacia e sensibilità gli aspetti più interessanti del libro del Dottore Bartolo. Il primo intervento quindi è stato quello del Dott. Annunziato, meglio noto come Tito, Squillaci, che ha ripercorso alcuni momenti veramente toccanti delle sue esperienze da cooperatore in Uganda evidenziando come in alcuni villaggi, dello sterminato continente africano, ci sia bisogno non di qualcosa in particolare, ma veramente di tutto, per poter garantire delle aspettative di vita e di salute appena accettabili.
A seguire l’intervento del Dott. Giovanni Schipani che attraverso il racconto di alcuni aneddoti frutto delle sue esperienze presso il Centro Simama di Kisangani nella repubblica Democratica del Congo ha rappresentato le difficoltà incredibili anche per la realizzazione delle attività di diagnosi e cura ma anche di riabilitazione dei pazienti del Centro, ma allo steso tempo l’operosità e la fantasia che spesso sopperiscono alle carenze: come nel caso dei deambulatori realizzati artigianalmente con parti di biciclette, carrozzine e quant’altro.
Infine, prima del dibattito che ha visto confrontarsi in maniera diretta, coinvolgente e partecipata i tre protagonisti di queste magnifiche esperienze, il Dott. Bartolo ha rapito il pubblico presente con la sua verve, ironica al punto giusto, spesso auto-ironica, raccontando in maniera leggera, ma mai banale, le esperienze più disparate occorse durante le sue tante missioni in Africa: spaccati di vita locale, come la storia di Isaac, bambino di strada del Togo, o l’incontro con Salimu, ragazzino in cura in un ambulatorio tanzaniano, o ancora la scoperta di un patologia cardiaca ad un medico italiano, cooperante volontario in una missione, nel corso dell’inaugurazione di una postazione di telemedicina in Centrafrica, lanciando spunti di riflessione ed emozionando gli uditori. Ha inteso quindi “parlare di storie, di volti, di persone; perché in un’epoca in cui si parla spesso per categorie, è fondamentale tornare ad appassionarsi, a conoscere chi ci sta davanti, e quindi a volergli bene.”
In conclusione di serata l’autore del libro si è soffermato a colloquiare con il pubblico e ad autografare le copie del libro, il cui ricavato sarà interamente devoluto alla raccolta dei fondi necessari per una delle 16 richieste di istallazioni di postazioni di Telemedicina in diversi stati africani, già programmate ed in attesa di realizzazione proprio per la mancanza di finanziamenti.