Quest’anno, tra gli abitanti estivi di Marinella, la zona litoranea di Bruzzano Zeffirio, qualcuno dei più affezionati frequentatori del posto manca all’appello, assente per improcrastinabile appuntamento in altri lidi, su spiagge più curate, bagnate da un appagante mare d’infinito, dove non esiste il rigore invernale né l’afa estiva di questi ultimi giorni di luglio 2019, ma “il vivere è calma, è senza morte”. Il grande assente tra le belle conversazioni politico-culturali che sapeva intavolare e condurre, nel rispetto delle opinioni di tuti gli amici del posto e di fuori che ruotavano intorno a lui, è Pippo Amato, stimato figlio di Bruzzano, giornalista pubblicista, deceduto a Roma, dove stabilmente abitava, un mese fa all’età di 78 anni, dopo breve malattia. Filippo Antonio Amato, detto Pippo, terminati gli studi liceali nella Locride, si trasferì a Roma nel 1960, dove ha ultimato gli studi di sociologia presso l’Università “La Sapienza “, mentre alla LUISS studiò scienze sociali e giornalismo. Ha conseguito, inoltre, varie specializzazioni: sociologia sanitaria presso l’Università di Bologna; direzione di servizi socio-sanitari presso La Scuola Superiore di Pescara. Convinto socialista,  amico di Giacomo Mancini e di Francesco Principe, concreta espressione del socialismo nella Calabria del tempo, dal 1957 Pippo militò nelle file del P.S.I., ricoprendo nella capitale incarichi a vari livelli di responsabilità. Fu, infatti, nell’esecutivo del C.D. regionale del Lazio; ricoprì il ruolo di Vicesegretario della Federazione Romana; nella Giunta Carraro fu Assessore alla casa, distinguendosi per la sensibilità e la profonda umanità con cui riuscì a sanare spinose quanto annose problematiche legate alle case popolari, settore di cui specificatamente si è occupato. Lavorò fino alla quiescenza, in qualità di dirigente,  presso la struttura ospedaliera San Camillo – Spallanzani di Roma, vicino ai più bisognosi di aiuto, sensibile alle richieste di soccorso da parte di chiunque, paesani e sconosciuti, grazie alla grande carica umana di cui era naturalmente dotato, alla generosità di cuore che l’ha sempre caratterizzato nel suo nobile agire, doti per le quali fu amato e stimato da chiunque l’avesse conosciuto. Bruzzano Zeffirio ma anche la comunità di Ferruzzano, da cui discendeva il padre, paesi dell’anima, di solido riferimento per Pippo, ai quali era profondamente legato, in occasione del trigesimo, gli hanno dedicato un sentito tributo di affetto e di stima, esprimendo la propria vicinanza alla sorella, prof.ssa Maria Vittoria. Caro a tutto il paese per la sua semplicità, il suo ottimismo e la disponibilità a prescindere, Pippo Amato vivrà nel ricordo e nel cuore di tutta la comunità di Bruzzano Zeffirio, tra la quale serenamente ogni estate trascorreva le sue vacanze, parte attiva, comunque, gradevole, del contesto umano e socio-culturale della sua amata terra d’origine.