Pubblicata la seconda parte dello studio Horizon Shift (la prima parte, diffusa a maggio, disponibile qui). L’industria aeronautica ed aerospaziale europea punta sempre più al green: il 77% delle aziende ritiene che le prestazioni ambientali saranno un elemento chiave, il 91% ammette che la riduzione della CO2 sta avendo un impatto sul loro modo di gestire le aziende.

(09-09-2020) Il secondo capitolo dell’indagine Horizon Shift – che raccoglie l’opinione dei leader dell’industria aerospaziale e aeronautica europea – sottolinea come più di tre quarti (77%) delle aziende intervistate siano convinte che la “credibilità ambientale” sarà la principale chiave di differenziazione nel futuro. Inoltre, il 72% è convinto che i nuovi materiali daranno la spinta nell’abbattere le emissioni e rendere i voli più sostenibili.

Il 65% crede che gli investimenti in innovazione capaci di ridurre le emissioni dovrebbero continuare nonostante la pandemia, con un 42% che sta già trasformando la supply chain in ottica di riduzione delle emissioni di anidride carbonica. I dirigenti del Composite Technology Center, del Gruppo Schiebel e di Tecnam sono stati tra gli 80 senior leader recentemente intervistati per capire come questo mercato di importanza strategica stesse cercando di riprendersi dall’enorme impatto della diffusione del corona virus: l’ultimo sondaggio è stato condotto a giugno, dopo un primo sondaggio che ha coinvolto 325 leader dell’industria condotto a febbraio e marzo, proprio in concomitanza con le prime fasi della pandemia.

Quest’ultimo report presenta una visione unica del settore, in particolare per quanto riguarda i cambiamenti intervenuti a seguito della crisi. Oltre ai miglioramenti relativi all’ambiente, le aziende non nascondono di attendersi un sostegno da parte dei governi, con pacchetti di stimolo per aiutarle a creare nuovi flussi di reddito, incorporare l’innovazione nella catena di fornitura e portare rapidamente sul mercato nuovi prodotti. Il 39% crede che gli investimenti in infrastrutture siano urgenti, mentre 1 su 3 vorrebbe una politica fiscale più favorevole con agevolazioni fiscali o sovvenzioni per gli investimenti in ricerca e sviluppo.

“Le crisi rappresentate dal cambiamento climatico e dal lockdown stanno cambiando l’industria aerospaziale,” commenta Bjoern Klaas, Vice Presidente e Direttore Generale di Protolabs Europe, il produttore più veloce al mondo di prototipi e componenti prodotti in volumi ridotti. “Emergeranno aerei, modelli di business e supply chain sempre più innovative. La sopravvivenza non sarà una transizione rapida, ma si fonderà sulla resilienza a lungo termine e, in parte, la produzione della prossima generazione di aeromobili vedrà una migliore aerodinamica, minore peso e più efficienza dal lato consumi: saranno in definitiva meno inquinanti.

E prosegue: “Il nostro ultimo report Horizon Shift lo mette chiaramente in evidenza. Il 77% delle aziende ritiene che le prestazioni ambientali saranno un elemento chiave di differenziazione, con un aumento di 9 punti percentuali rispetto a quando abbiamo posto la stessa domanda nel nostro sondaggio iniziale, poco prima del lockdown”. Il 91% dei leader intervistati ammette che la riduzione della CO2 sta avendo una qualche forma di impatto sul modo in cui gestiscono le loro aziende e la buona notizia per il settore aerospaziale europeo è che sembra che abbiano deciso di affrontare la sfida trasformando le supply chain e sviluppando nuove tecnologie e materiali. Un esempio: all’inizio di quest’anno, Airbus ha confermato il suo impegno per la riduzione dell’anidride carbonica, facendo da apripista di un’industria aeronautica mondiale più sostenibile – impegno che riguarderà necessariamente tutta la sua supply chain.

Il report Horizon Shift approfondisce le sfide che la supply chain deve affrontare e i miglioramenti che il settore sta adottando per vincerle. In cima alla lista delle preoccupazioni da qui a 2 anni sono l’ottemperanza alla normativa ambientale, seguita dalla mancanza di flessibilità e dei lunghi ritardi della supply chain (69%), la lentezza dei processi di certificazione (60%) e la volatilità dei costi delle materie prime e la loro reperibilità (57%). Dalla ricerca è emerso che le aziende si prefiggono di utilizzare tecniche di produzione avanzate per migliorare la produttività e la produzione, realizzando una gamma più flessibile di prodotti (63%) e consegnando più rapidamente i pezzi o l’aeromobile stesso (58%).

L’evoluzione della stampa 3D, da tecnologia di prototipazione a tecnologia di produzione consolidata, è stata anch’essa presa in considerazione nell’indagine Protolabs: le aziende la utilizzano per aumentare la rapidità di produzione, ridurre gli scarti e concentrare singoli componenti da assemblare in un unico pezzo stampato in 3D di minore peso.

Bjoern Klaas conclude: “Le aziende che stanno attraversando un momento di difficoltà finanziaria in seguito alla pandemia da Sars CoV-2 si stanno concentrando su vincite veloci e rapidità di accesso al mercato. Un modo per pianificare il futuro è creare nuovi flussi di entrate, ma per farlo è necessario ottimizzare la supply chain ed essere più rapidi. Nel lungo periodo, la nostra indagine sottolinea come l’industria aerospaziale e aeronautica assumerà talenti, implementerà nuove tecnologie, impiegherà nuovi materiali ed espanderà le sue competenze nella manifattura. Potrebbero inoltre ottenere inaspettatamente alcuni risultati positivi dalla crisi: la flessibilità data da catene e processi di fornitura innovativi potrebbe essere la soluzione vincente che risponde alle crescenti pressioni per produrre aerei sempre più ecologici.