Il 6 gennaio: notte della Befana e giorno dell’Epifania. Liturgie di culto e apparato folcloristico. La Befana rinnova il rito di nostalgia e di seducente fantasia. Kermesse di attrazioni tutta italiana. Ed è spettacolo per tutti.

E’ sospeso nel tempo, nella dimora del nulla. Eppure, mai personaggio misterioso è invenzione così amata da tutti. Personaggio straordinario. La Befana. Prende i tratti della nostalgia e del magico stupore: evocazione di entità sepolta e rinata nel puro ricordo degli adulti; seducente costruzione fiabesca per i piccoli.

Nella rappresentazione più classica, è la “vecchina” non di bell’aspetto e attraente; vestita di stracci e facoltosa. Solca i cieli a cavallo di una scopa ed è capace di praticare il culto quasi sacrale della distribuzione di doni, con consegna a domicilio, lussuoso o povero.

La narrazione mitica si snoda, incrociando altri filoni della storia.

Il 6 gennaio: giorno dell’Epifania. Il culto cristiano celebra la rivelazione divina di Gesù all’umanità; nella tradizione religiosa segna la levata del Bambino dal presepe. E’ il giorno in cui la presenza esotica dei Re Magi rende fastosa la semplicità dell’apparato presepiale. Arrivano la sera precedente, guidati da una stella. E portano in dono oro, incenso e mirra. E’ la prima volta che i ricchi fanno dono ai poveri.

E mentre le liturgie nelle chiese profumano d’incenso, una kermesse tutta italiana di manifestazioni popolari, si sussegue, uguale e diversa, a concludere, con dovizia di passato e di presente, il periodo delle festività natalizie.

A Soverato, la Perla dello Jonio, la befana arriva dal cielo, tra magie e giravolte. Stemperano l’attesa, le note della Till street band ed un Brindisi di popolo sul Corso Umberto.

Nel pittoresco borgo di Davoli, il “Coro dei Piccoli Alberelli”  e le zampogne e la Banda Musicale accompagnano l’arrivo della Vecchina. E vino e zeppole a contrastare il freddo della gelida notte.

Ad ogni città e villaggio, ad ogni paese e comunità, le proprie usanze, le proprie tradizioni. Che restituiscono e diffondono il messaggio della Stella.

In fondo, nella storia della Grotta, dei re Magi, della Befana, c’è sempre una Stella che si accende nella cupola del cielo. Dominando qualunque buio. L’uomo è libero di credere e di non credere.

In fondo, è la storia di ognuno: rilegge le tappe della vita.

E quando tutto rientra nella sua destinazione sulle pagine del calendario, è la Stella che ha “messo un paio di gambe per camminare pazientemente sulla terra” (John Keats).

In fondo.