di Mirella Violi

“…. Scusi,… e giù in tutte le lingue più o meno parlate, in un caos di pronunce, talvolta blese come certe espressioni  a contorno di facce  viste sempre più spesso in TV di questi tempi.

La domanda è sempre la stessa….può indicarci dove trovare  ….. e noi, apostrofati  in qualità di privilegiati abitanti  della Capitale dell’universo conosciuto, questa Roma dal grandioso e senza fine cuore pulsante di monumenti e storie e architetture,  pronto a battere nonostante i mille problemi che ne affaticano la circolazione, ci disponiamo , con la gentilezza che il caso richiede, a indicare con  relativa dovizia…  il Colosseo…no, errore, Fontana di Trevi…ancora no…riprovare…Piazza di Spagna….macché….ci siamo .. San Pietro, a colpo sicuro,…ecxuse me, si sente l’ambascia , sorry…la “Bocca della Verità”, distorcendone il nome quanto basta per farsi capire!

Ogni volta  si rimane sconcertati  dalla deludente pochezza della meta agognata…ma il turista insiste mostrando i riferimenti storico-archeologici,contenuti nelle quattro,di numero,righe del depliant di agenzia….hai voglia a spiegare che,in realtà, ciò vale nella migliore come nella peggiore (vada per quest’ultima) delle ipotesi,  si tratta nientemeno che ….di un tombino,chiusino,cloaca, nell’ordine, previsto sull’originario percorso  della cloaca maxima, sempre quel mattacchione di latino, con  su stampato il  bel mascherone marmoreo di divinità fluviale, mentre invece di fronte si ergono due  templi, gioielli di età repubblicana,l’uno ,”ammirate” ,cercando di coinvolgere il renitente uditorio, intitolato al dio Portuno,  l’altro  a pianta  circolare, custode del sacro fuoco  di Vesta, ove di quando in quando,cioè in occasione del suo incarico di Pontifex,pare sia capitato, per qualche controllo di passaggio, perfino Giulio,l’unico  “Cesare” ancora a  disposizione dopo millenni, e per un attimo  un barlume  di interesse accende lo sguardo areflessico dell’interlocutore…. vano e invano…con monotona caparbietà di nuovo chiedono se davvero a metterci  dentro la mano  vi sia  pericolo di restarne  privi…già si levano  gridolini deliziati all’idea di riempire i social all’uopo dedicati con foto di truculenti moncherini!

Insomma non ci si schioda da questi livelli  rasoterra che certo non migliorano  con lo smart- ricorso alle  tecniche di  un sapere  spicciolo, tutto in palmo di mano,lodevole e utile,per carità,ma quanto irrisorio,in  qualità delle informazioni così ottenute, ché sulla quantità  dubbi non ve ne sono: strabocchevole!

Il fervorino  di inizio  sta un po’ prendendo la mano ma  risulta necessario ai fini di ciò che va evidenziato come ulteriore aspetto,neanche tanto marginale,  della  contemporary emergenza generale, diamole una patina internazionale perché così  dev’essere, nella gran piria,vocabolo grecanico,(all’uopo consultare una volta tanto i romantici dizionari con qualche spruzzatina di greco antico),  riferibile al sanguigno magma solare nel suo culmine di incandescenza,  di notizie informazioni,comunicazioni ,contraddizioni,imperativi loro malgrado allarmastici,emanazioni normative, attese le  legittime consultazioni  prescritte dai decreti delegati, risaliamo volentieri al “mitico” DPR n.616/’77 , nonché in presenza  di “vacatio”,sia pure in termini urgentemente ridotti,   nobile istituto di civiltà giuridica da Ulpiano in poi, con funzioni sia formali,sia sostanziali .

Dove eravamo rimasti?!…  sicuro…volevamo rammentare le oceaniche  moltitudini turistiche organizzate in code compatte, sotto i solleoni agostani cosi come sotto piogge scroscianti, in avvicinamento alla celeberrima “Bocca della Verità” per piazzare la mano, just so,come sopra narrato,  entro il  capace ghigno che fa da cavità tranciante…. a rischio  quella  dei bugiardi,secondo la notoria leggenda, il che non  sempre costituisce necessariamente un danno,sia concessa una punta,solo una,di cinismo!

Ebbene,roba da non credere, già  prima delle  lamentate restrizioni di spazio e tempo, essa appariva desolatamente priva di visitatori, offrendosi pertanto in una malinconica  sconsolata visione di vuoto sbarrato,  transennato , addirittura inquietante,termine che  non manca mai nei lessici  più  aggiornati ,peraltro un  segnale vero e proprio da considerare con estremo raziocinio  tra i più  tangibili in questa attuale congerie mediatica dovuta alle  nuove incalzanti necessità.

Dovendo,a quanto sembra,rassegnarsi , obtorto collo, a modelli di mobilità  specialmente virtuale che, osiamo sperare, non si protrarranno  oltre il necessario, disponiamoci di buon animo a trascorrere nella serenità domestica  gran parte del giorno,  magari da indirizzare  verso sopiti bisogni come quello di riposare con più tranquillità del solito,dopo aver gustato del buon cibo per una volta cucinato a dovere , a cominciare dai soliti brodini di pollo di campo,passando per le ormai avventurose lasagne al forno, più sublimi forse le tagliatelle con il ragù, da concludere in compagnia della torta di mele, perché non  indulgere anche con quella al cioccolato, tutto preparato con amorosa devozione dalla premiata ditta che fa capo alla indistruttibile nonna, la quale, da approfittarne subito, non fa mai turni, sempre presente al  posto di combattimento/fornelli, altroché!

Che conforto un buon pranzetto casalingo,  comodamente seduti al desco delle meraviglie, ovviamente mantenendo la distanza regolamentare che ,fra l’altro,ulteriore vantaggio, consente talvolta di restare lontani da commensali non sempre  sintonici  : si può fare…basta disporre  di un lungo tavolo baronale nel salone avito  e intanto acconciarsi ad  ampi sorrisi  a destra e  a manca ,in totale assenza di cordiali strette di mano  per non parlare di  baci e abbracci, giustamente al bando, discutendo amabilmente con il megafono  da un capotavola all’altro!

Più che accettabile in questi tempi di fretta parossistica che obbliga a “consumare”, come sempre in piedi,pietanze irrituali, pur presentate con le migliori intenzioni culinarie.

Dopodiché, circondati   dalle ultime spudorate tecnologie, per esempio robotica e IOT vari, ormai  da utilizzare al  top, pare auspicabile trasformarsi  con il beneplacito universale in ….

“Io e Caterina”,ah il grande inarrivabile Albertone!, con la complicità  del divano di prammatica,tra pizzi trinciati dall’uso e ricami a vista… quest’ultima idillica immagine  in diretta da  “signorine gozzaniane”, non deve necessariamente entrare in conflitto con le icone hightech di cui appena sopra…anzi si può ricevere mutuo soccorso indifferentemente dalle une  e dalle altre!

Il difficile sarà coinvolgere tutti i gradi dell’esistenza quotidiana senza frastornare il comune sentire o, su di un altro versante, senza troppo immedesimarsi in solitarie scalate in verticale.