Per il lancio, oggi, del Decennio delle Nazioni Unite sul ripristino dell’ecosistema, Francesco indirizza un Messaggio all’Onu, letto in un video dal cardinale Parolin: il degrado “è un chiaro risultato di una disfunzione economica”

Con creatività e coraggio facciamo in modo di diventare una “generazione del Ripristino”. “Ripristinare la natura che abbiamo danneggiato”, infatti, significa in primo luogo, recuperare “noi stessi”. È l’esortazione del Papa rivolta in un Messaggio letto in inglese, in un video, dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, e indirizzato a Inger Andersen, direttore esecutivo dell’UNEP, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, e a Qn Dongy, direttore generale della FAO. Lo sguardo è diretto alla Giornata Mondiale dell’Ambiente, che ricorre domani. Una celebrazione particolare, perché si svolge nell’anno in cui inizia il Decennio delle Nazioni Unite sul ripristino dell’ecosistema.

Poco tempo, non continuare con distruzione

“Ci resta poco tempo – gli scienziati dicono i prossimi dieci anni, il lasso di tempo di questo Decennio delle Nazioni Unite – per ripristinare l’ecosistema”. Da qui l’importanza di prendere impegni decennali intensificando gli sforzi per invertire il degrado degli ecosistemi, da troppo tempo sfruttati. “Rischiamo inondazioni, fame e gravi conseguenze per noi stessi e per le generazioni future” e, dunque, è necessario “prenderci cura gli uni degli altri e dei più deboli tra noi”. “Ingiusto e sconsiderato”, invece, continuare sulla strada della distruzione dell’uomo e della natura. “Questo ci direbbe una coscienza responsabile”, evidenzia ancora il Papa nel Messaggio.

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