Giustizia e verità è quanto invoca Francesco in occasione dell’Angelus alla vigilia del decimo anniversario del massacro di migranti a San Fernando, in Messico. Il Papa ricorda anche le vittime di persecuzioni a causa della fede e prega per la situazione nel nord del Mozambico, dove il terrorismo internazionale sta causando migliaia di sfollati

In questa XXI domenica del Tempo ordinario, lo sguardo del Papa nelle parole seguite alla preghiera mariana dell’Angelus si allarga come consuetudine al mondo intero. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

In particolare Francesco si rivolge al Messico alla vigilia del decimo anniversario di un sequestro e di un massacro ancora avvolti dal mistero. Il 24 agosto del 2010 infatti furono trovati i corpi di 72 migranti a San Fernando, Tamaulipas, nel Messico centrale, a partire dalla segnalazione di un ragazzo ecuadoriano riuscito a scappare. Tra quelli identificati c’erano i corpi di honduregni, salvadoregni, guatemaltechi, ecuadoriani, brasiliani e una persona dell’India. Un livello di violenza efferata, tale da far parlare nel tempo del coinvolgimeto del narcotraffico.

Solidarietà alle famiglie

“Cercavano una vita migliore”, afferma il Papa esprimendo tutta la sua solidarietà alle famiglie:

Erano persone di diversi Paesi che cercavano una vita migliore. Esprimo la mia solidarietà alle famiglie delle vittime che ancora oggi invocano giustizia e verità su quanto accaduto. Il Signore ci chiederà conto di tutti i migranti caduti nei viaggi della speranza. Sono stati vittime della cultura dello scarto.

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