All’udienza generale dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico, Francesco prosegue il ciclo di catechesi sulla crisi del Covid-19 analizzando le gravi conseguenze di una crescita economica iniqua. Giustizia sociale e tutela del Creato sono imprescindibili, ripete, levando un forte appello per i tanti bambini che nel mondo muoiono di fame e non hanno accesso all’istruzione

In mondo solcato da profonde disuguaglianze sociali, aggravate dalla pandemia, e da un modello economico spesso indifferente ai danni inflitti alla casa comune, il Papa nella catechesi all’udienza generale esorta i cristiani a condividere i propri beni, mettendoli a frutto anche per gli altri, e si richiama, per questo, all’esperienza delle prime comunità cristiane che, anche vivendo tempi difficili, mettevano i loro beni in comune, “consapevoli di formare un solo cuore e una sola anima”. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

La pandemia ci ha messo tutti in crisi. Ma ricordatevi: da una crisi non si può uscire uguali. O usciamo migliori, o usciamo peggiori. Questa è la nostra opzione. Dopo la crisi, continueremo con questo sistema economico di ingiustizia sociale e di disprezzo per la cura dell’ambiente, del creato, della casa comune? Pensiamoci. Possano le comunità cristiane del ventunesimo secolo recuperare questa realtà, – la cura del creato e la giustizia sociale: vanno insieme… – dando così testimonianza della Risurrezione del Signore. Se ci prendiamo cura dei beni che il Creatore ci dona, se mettiamo in comune ciò che possediamo in modo che a nessuno manchi, allora davvero potremo ispirare speranza per rigenerare un mondo più sano e più equo.