E’ una condizione di sospensione tra terra, cielo e mare, di finito-infinito, quella che occhi ed anima percepiscono, percorrendo i sentieri che attraversano il “Giardino Botanico Santicelli” di Soverato.

Un promontorio di sporgenze e rientranze, che racchiude un’ampia terrazza, incastonata come fine smeraldo, tra trasparenze di cielo e brezze di mare.

Pellegrino di bellezza, il visitatore, nelle sue erranze, qui scopre il sussurro e il respiro della natura, e le narrazioni della storia e dei miti. Qui, può trovare il senso cui votarsi, per un vissuto ieratico nelle più magiche delle solitudini. Il paesaggio che si stende alla vista, è santuario che ospita la vita e la vita le emozioni.

Bisogna attendere i chiari di luna per assorbire l’eco suadente della maliarda Calipso; le albe chiare per ascoltare i palpiti della dolce Nausicaa; e le notti fonde per avvertire il brusio delle anime che si eleva dalle sottostanti grotticelle funerarie, di età protostorica, scavate tra le pareti di roccia arenaria.

E’ sospeso a 50 m di altezza dal livello del mare e la sua superficie si estende per 57000 mq , a margine di un territorio, che, tra luci, ombre, ritardi e latitanze, rende il giusto tributo di straordinaria bellezza, mantenendo vivo il senso di appartenenza e alimentando energia evocativa.

Voluto dall’Azienda Forestale dello Stato, il “Giardino Botanico Santicelli” fu realizzato negli ultimi anni del ‘900 dalla stessa Struttura e negli anni a seguire è stato curato dai costanti interventi da parte dell’AFOR.

Oggi è esempio  di tutela e conservazione delle biodiversità. Più di mille piante, “di specie jonico-mediterranee autoctone ed altre esotiche”; tutte contrassegnate da didascalie e specifiche nomenclature scientifiche e  delimitate da staccionate, tra sentieri e vialetti, appositamente creati, per favorire percorsi guidati di sicuro effetto visivo e conoscitivo. Vera area protetta , in uno dei luoghi più suggestivi, tra il Golfo di Squillace e la Baia dell’Ippocampo, essendo oggetto di studio, poiché inserita nella “Convention International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora”.

L’Oasi è anche custode di Storia: racconta vicende legate al Secondo Conflitto Mondiale, quale “postazione strategica di una batteria antinave e antiaerea”. Ne sono visibili i resti e quattro piazzuole collegate tra loro da un tunnel.

Da qui, si eleva la Torre di Carlo V: imponente struttura di avvistamento contro le invasioni dei Turchi, risalente al Regno di Napoli.

Un luogo, dunque, che ben si configura quale patrimonio vivente per la città di Soverato, che, allo stato, non vive lo splendore di “Perla dello Jonio”. Un luogo, che, se oggi non è disconosciuto, non è sicuramente posto alla giusta attenzione e considerazione. Anche dei  numerosi turisti,  che, a Soverato, non cercano soltanto mare e spiaggia incontaminati, ma tanto altro ancora.