La città di Tropea ne celebra la memoria

            Il Filosofo e il Missionario. Pasquale Galluppi e Giuseppe Lo Cane, compiuta espressione di eloquenza, di rinnovamento intellettuale-socio-politico e di impegno civile.

            La città di Tropea richiama una sua stagione illuminante, nel 250° anniversario della nascita del filosofo Pasquale Galluppi e dei 17 anni della scomparsa di Giuseppe Lo Cane, docente pedagogista di trincea. Suoi concittadini illustri, i quali, pur in epoche distanti della storia, diedero definizione all’esaltazione del principio del “bene”. Valore senza tempo.

           Sceglie un manifesto, il sindaco della città, Giovanni Macrì, per celebrare le due ricorrenze, farne memoria, divulgare il messaggio di pensiero e di vissuto. Se il linguaggio costituisce la forma di esplicitazione della dialettica metafisica, l’azione rende visibile l’elemento rappresentativo. Il Pensatore tropeano fonda la sua eloquenza sul principio del “bene” come conciliazione dell’essere; il Professore missionario ne elabora la mappa concettuale, ne fa modello e paradigma della sua vita.

          “Io percepisco il me, il quale percepisce un fuori di me”. Il filosofo Galluppi così riassume e disvela, in unità articolata, principi universali che appartengono all’uomo. La loro comprensione, implicita o consapevole, contrassegna il complesso di significati e di valori nei quali epoche e persone si incarnano e si identificano.

L’essere, il senso dell’essere, il principio del “bene”. L’Infinito, nella visione cosmica del bene; e il finito, nella riflessione soggettiva connessa all’esistenza dell’uomo, che se ne appropria, lo fa suo e lo vive.

E’ il “bene” che sorregge l’Universo e il corso temporale delle Nazioni; è il “bene” che dà significato alla storia degli uomini , che supera gli smarrimenti umani e si proietta in un ordine cosmico, ideale eterno di giustizia e di fratellanza.

             “Io mi servo della parola “bene”” (P.Galluppi, La Filosofia della volontà) : un assioma, un postulato sul quale riflettere; nel quale immergersi, restare fermi, creare sinergie di intenti e di azioni per avviare un processo di vera rinascita.

               E’ la luce del “bene” che vince ogni buio. Luce di vero Natale in questo tempo attraversato da tante  afflizioni.

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