Non siamo vicino Nimes dove Le Pont Du Gard, un ponte romano a tre livelli, retaggio di uno dei più grandi popoli della Terra che ha lasciato come attrattore turistico e risorsa economica a quella provincia dell’antica Gallia.

Siamo nella Città Metropolitana di Reggio Calabria, in quel di Caulonia, dove l’esuberanza del centro sorto in marina ha fatto dimenticare il paese più interno, meta al massimo per i curiosi di borghi del passato, in vena della riscoperta nostalgica dell’artigianato della seta che non c’è più o quasi, considerato che una professionista coriacea lo ripropone ai contemporanei perché non dimentichino la grandezza della vivacità passata.

E non siamo neanche a Caulonia Superiore, bel centro storico e balcone suggestivo sullo Ionio

Siamo in una frazione di questo comune, San Nicola, la dove l’alveo della fiumara Allaro si insinua nella vallata omonima creando suggestioni. L’alveo è sinuoso in mezzo al verde, si nasconde sotto le chiome degli alberi, facendo intravedere a stento i giochi di nuvole del cielo.

L’acqua poca all’inizio, ma molta se si considera la sua natura di fiumara, scorre timidamente, quasi una melodia della natura, scivola sulle pietre del letto, mormora, poi aumenta di volume saltellando di pietra in pietra che accarezza e leviga, poi improvvisamente si allarga, dal suono di pochI solisti diventa orchestra con tutti gli strumenti che diffondono musica. Il rigagnolo prende energia, si allarga, precipita con una meravigliosa cascata con la quale si confondono i corpi di bagnanti spericolati che, a discapito del “no dive” – rigorosamente in inglese lingua corrente in Calabria!- si tuffano nel laghetto che si forma sottostante.

Poi il corso dell’acqua continua rallentato da una schiera di massi, un altro salto, si ricompone, scorre lentamente accarezzando e salutando i bagnanti che godono rigenerandosi con la sua acqua pulita e freschissima o, sulla riva attrezzata con ombrelloni e sedie sdraio a schiera, si godono il sole e si inebriano con un’aria salubre squarciata dai profumi che vengono dalla cucina o dalle grigliate della zona libera attrezzata per picnic.

Il corso d’acqua continua sparisce dalla portata dei bagnanti, ancora tra gli alberi, gli arbusti, poi come per incanto sparisce, si nasconde nel subalveo, la sua esibizione è finita, restano gli applausi.

Un applauso certo per il luogo, il relax in mezzo alla natura, i momenti conviviali, le suggestione paesaggistica, l’opportunità di fare delle foto istantanee ambientate nei luoghi, ma anche la ricerca di inquadrature artistiche per stupire gli amici e gli amatori delle belle immagini.

Un capitolo a sé i cibi che i gestori forniscono contro ogni regola consueta: niente porzioni da chef, quelle che si vedono per il tempo di un boccone e poi spariscono dal piatto, ma abbondanza e buona cucina. Oserei dire un piatto basterebbe per due, ma qui siamo in Calabria e i Calabresi a tavola non scherzano. Che dire! spaghetti allo scoglio che esibiscono pomodorini, gamberi, vongole, cozze, totani, senza limite; non si può lasciare niente. Grigliata gigantesca ipercalorica che non lascia spazio a pentimenti, carbonara sontuosa, cremosa, interrotta da un guanciale che fa capolino tra la pasta coperto di pecorino come neve sul prato, e poi una composizione quasi pittorica, come solo la natura sa fornire, con pennellate di zucchine, melanzane e una decorazione quasi timida di basilico, come dire agli altri ingredienti: “voi date la sostanza, io il profumo e il vostro fiore all’occhiello”

E che vogliamo di più. Ritrovarsi con gli altri, senza fretta, godersi l’aria buona che fa digerire più facilmente e ritempra lo spirito, in un palco della Scala, la buona musica dell’acqua che scorre e parla e dice: “Ricordatevi che cosa è la natura e pensate che vale la pena rispettarla”.

Prima del rientro, con una piccola deviazione, un momento di sosta, dal belvedere di Caulonia Superiore, lo sguardo proteso verso il mare della nostra memoria storica il Mediterraneo, pensando alle navi greche, fenicie, romane, che lo solcarono, e pensando anche a noi, novelli Ulisse, alla scoperta di nuove terre dove approdare.

Ora la musica è finita, una chitarra stanca si compenetra con la panchina, invita al riposo.

Siamo al 126esimo viaggio dal lontano 1989-90, primo anno accademico dell’UTE-TEL-B, Università per la Terza Età e per il Tempo Libero della Bovesia – Area Ellenofona della Calabria.

Eravamo in 17 a fondarla e da allora ne sono il presidente.

Ora alla prossima, dopo il rallentamento causa Covid c’è l’esigenza di muoversi, i confini comunali sono stretti., l’offerta per il tempo libero è asfittica, le iniziative estive concentrate in un breve arco di tempo sembrano concepite per altri non per i concittadini, non lasciano il segno e soprattutto non promuovono il paese alla classe successiva. Parafrasando un linguaggio scolastico d’altri tempi: “Ha buone capacità, ma non si impegna abbastanza”.

Ma questo è un altro discorso, lo faremo un’altra volta. E’ un problema di strategie per indurre motivazione e far pervenire agli obiettivi. Fantapolitica alla nostra latitudine.