Oggi, in occasione della Giornata mondiale ed europea contro la pena di morte, l’Unione europea e il Consiglio d’Europa ribadiscono la loro opposizione alla pena capitale in ogni circostanza e ne chiedono l’abolizione universale.

Accogliamo con soddisfazione il fatto che il ricorso alla pena di morte continui a diminuire, il che conferma la tendenza generale verso l’abolizione universale. Nel 2019, per il secondo anno consecutivo, nel mondo sono state eseguite esecuzioni solo in 20 paesi. Si tratta di un minimo storico, ciò nondimeno si tratta comunque di 20 paesi di troppo. Cogliamo quindi questa occasione per invitare tutti i membri delle Nazioni Unite a sostenere la risoluzione relativa a una moratoria sul ricorso alla pena di morte nel corso della 75ª sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che si terrà nel dicembre 2020.

La Coalizione mondiale contro la pena di morte ha dedicato quest’anno al diritto alla rappresentanza legale effettiva. La violazione di questo diritto fondamentale colpisce in modo sproporzionato le persone più vulnerabili della società, che non hanno i mezzi per permettersi avvocati esperti o che possono non avere familiarità con il sistema giuridico. È essenziale che i sistemi giudiziari forniscano le risorse per preparare una difesa effettiva, compresi, se necessario, efficaci servizi di traduzione e interpretazione.

Gli autori di reati devono essere chiamati a rispondere delle loro azioni e puniti. Tuttavia, l’esperienza dei paesi abolizionisti ha dimostrato che la pena di morte non dissuade dal commettere reati violenti né contribuisce a creare una società più sicura. Al contrario, l’uccisione come punizione perpetua un ciclo di violenza senza senso.

Invitiamo gli Stati membri del Consiglio d’Europa che non hanno ancora aderito ai pertinenti protocolli della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e al secondo protocollo facoltativo al Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, miranti all’abolizione della pena di morte, a farlo senza indugio. Il Consiglio d’Europa e l’UE esortano ancora una volta la Bielorussia, unico paese europeo che ancora esegue condanne a morte, ad abolire la pena capitale e a unirsi alla grande maggioranza di nazioni che hanno abbandonato definitivamente questa pratica crudele e inumana. Invitiamo inoltre gli Stati osservatori del Consiglio d’Europa che non hanno ancora abolito la pena di morte a promuovere un dibattito aperto sugli ostacoli che bloccano il loro cammino verso l’abolizione.

Attendiamo con interesse l’adozione da parte del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa della raccomandazione relativa al commercio di merci utilizzate per la tortura e/o altri trattamenti o pene crudeli, inumani o degradanti, compresa la pena di morte. Incoraggiamo inoltre tutti i paesi ad aderire all’Alleanza globale per un commercio libero da tortura, un esempio significativo di cooperazione mondiale contro la tortura e la pena di morte, e a intensificare gli sforzi per stabilire norme internazionali comuni in materia di commercio senza tortura.

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