Lo riferisce l’inviata Elena Testi ad Appiano Gentile, Como, per La7 Tagadà, dove i medici di famiglia, tra i pochi in Lombardia, fanno i test rapidi per il Covid. Solo da una settimana è stato recepito l’accordo sindacale con due mesi di ritardo rispetto ad altre Regioni

Francesca Licordari, giovane medico trapiantato in Lombardia, fa la sua parte con il coraggio e l’abnegazione che le viene dal giuramento d’Ippocrate.

Spiega come opera, tramite una cooperative che si rivolge a determinati pazienti sintomatici o a pazienti che devono sciogliere la quarantena, con 50 tamponi al giorno. I test vengono effettuati su richiesta del medico di medicina regionale. Vanno eseguiti correttamente perché in caso contrario si rischia di mettere in giro falsi negativi con la conseguenza di far venire meno lo scopo primario dei controlli; per cui si escludono i testi fai da te con kit comprati on line.

Le farmacie lombarde ad oggi non hanno firmato alcun accordo sindacale per cui non eseguono test, mentre altrove, ad esempio a Roma, li fanno; in Liguria li fanno i medici di base ma non le farmacie.

Il gruppo di medici di cui fa parte la Licordari ha cominciato a fare i test nello stesso giorno, il 25 novembre, in cui la Regione Lombardia ha autorizzato la procedura. Unico gruppo in Lombardia che sia riuscito a fare questo

Il futuro è aprire a più soggetti che pratichino , lontano dagli ambulatori per evitare i contagi, e che avvenga una regolare registrazione digitalizzata