Un’immagine che , nonostante tutto, vuole essere rasserenante ,quasi scherzosa nel rammentare che i bambini piccolissimi non di rado vengono così amorosamente abbreviati dal termine (in)fante, ovviamente con le dovute cautele linguistiche al servizio di licenze familiar/poetiche che,per traslato,pervengono al più vezzoso,in assoluto, fantolino, con al seguito accorte balie da intonare la ninna nanna…..
E tutto per acquietare i soliti candidi in preda ad ansia da lemmi di non immediato intendimento….
Tranquilli…è proprio così….non ci si raccapezza affatto…
Per farlo bisogna ricorrere a risorse cognitive di quelle ormai talmente passate di moda che ristagnano in un limbo di cantina umidiccia, sì,quella dove vengono accatastati alla bell’e meglio in un creativo disinteresse,o è senz’altro disordine, libri e volumi e tomi, quanta grazia di sinonimi fornisce la nostra lingua, ahinoi non più come prima onorevolmente ospitata tra le pagine di grammatiche squinternate da un uso che si potrebbe definire sciatto, nonché irriverente, e siamo ancora nell’eufemismo zuccherino!
Come noterella d’inizio può bastare….
Gli è che , a proposito di piccoli protagonisti,leggi sopra,se non è troppo impegnativo,sarebbe fortemente auspicabile sciogliere un canto di letizia da rivolgere all’Olimpo , giusto un peana/epinicio, ancora il titolo, aspettando da novelli Godot le prossime vittorie!
Nel frattempo, restando con i piedi per terra, ci si potrebbe accontentare anche della discesa in campo di un Achille con la sua splendente armatura,prevedendo un adeguato alleggerimento delle pressanti questioni sul tappeto….
Ed ecco allora entrare in scena adorabili, a volte bizzarre, talaltra sfavillanti di gaiezza , minuscole creature dalla voce chiocciante, si potrà senza meno così definirla?!
E’ un attimo…
L’egregio pubblico ,ben distanziato ai quattro canti della piazza, tra poco assisterà al….
teatrino delle “marionette che passione!”
Si alzino i ricchi tendaggi di velluto a mò di sipario sui paesaggi delle favole e si dia pure inizio allo spettacolo, giusto in tempo per accogliere,tra gli altri,i pargoli sciamanti alla fine delle lezioni.
Storie a volontà, d’amuri e vendetta, sgorgando copiose di tra le pieghe di sgargianti costumi paladini, dalle scattose movenze di fantocci, che , “lu cuntu de li cunti “ permettendo, nell’Isola sfoggiano eroico sembiante da pupi nei combattimenti, i più travagliati da sanguinosi tradimenti alla Gano , subiti da quel povero Orlando alla furiosa ricerca di Angelica immemore…
Il tutto a gentile richiesta degli spettatori, età a piacere, sempre incantati come fosse la prima volta, dal racconto che, in virtù o a causa,punti di vista ,di acconci fili manovrati con agile maestria dal narratore, si snoda magico/fluente fino alla naturale conclusione trionfale,o cosi allogata,pur non sottovalutando i tanti ostacoli che vi si frappongono,nonostante l’epico roteare di numerose durlindane da ogni parte schierate alla pugna.
Per non parlare poi di quello strambotto ,peraltro funebre, nonché ad uso marcia,”per una marionetta” , che a suo tempo ramingo , fu scelto dal geniale sogghigno di Alfred Hitchcock , quale sigla in tv per introdurre i suoi gialli agghiaccianti ,conquistandosi ancora adesso la gratitudine,per così dire, di quel Gounod,autore, già famoso per i suoi testi di musica sacra.
Nec plus ultra…
A questo punto,per non disperdere la giocosa atmosfera appena ritrovata, si ravvisa la necessità di una rapida metamorfosi, prendendo a prestito un pò dagli uni ,quei bravi burattini,spesso di pezza, immersi nella perpetua rappresentazione di vizi e pregi come fossero umani ,un po’ dalle altre,nobili maschere della stra-italica commedia dell’arte …
E i fili?
Se ne fa volentieri a meno…..
Lo stesso Pinocchio, apogeo di icona , buon legno non mente,“che piange e ride come un bambino”, fa il suo gran bel figurone,capitando sul più bello dentro la commedia dei burattini che, riconosciutolo, lo acclamano da fratello,quale in effetti rimane , ad ogni rinnovo di scena…tra brillanti variazioni in tema e fecondità nell’ intrattenere…
Dopo le metafore, le allegorie…il fraseggio/risultato non muta cambiando l’ordine dei fattori, ineludibile legge , dono della cara vecchia aritmetica e non solo…specie di questi tempi!