E all’improvviso un colpo,

un soffio come vento,

come tempesta di sabbia nel deserto.

E fu bagliore rovente di lamiera,

furono voli di plastica e materia

a scrivere memoria tra le erbacce

che rifioriscono sui cigli delle strade.

Un colpo e poi più nulla!

E fu silenzio assordante 

in un vuoto di parole e di pensieri

che ancora liberi fuggivano col vento.

E fu sole rosso come fuoco

e un nuovo orrore e la follia. 

Un colpo e poi più nulla!

E fu dissolversi di occhi

e mescolarsi di brandelli

e furon stoffe e fu la pelle

a colorare la strada, quel viadotto, 

quelle case ormai per sempre.

E fu Capaci a scrivere memoria

sulle pietre e nei ricordi della gente

mentre l’aria ancor profuma di viole

sparpagliate come anime ribelli.